Anticipazione di “Vanity Fair”
Denis Verdini apre a Vanity Fair la porta della casa di Roma con la moglie Simonetta Fossombroni con cui ha due figli, Tommaso 26 anni e Francesca 24. A meno di un mese dal referendum decisivo per la riforma costituzionale, il leader di Ala racconta le ragioni per cui si è schierato al fianco del premier Matteo Renzi a favore del sì: «Il fronte del No non esprime una proposta di governo alternativa».
Alla domanda su che cosa succederà nel caso di vittoria del No e di dimissioni del capo di governo risponde: «Tecnicamente, il presidente della Repubblica potrebbe riaffidare l’incarico allo stesso Renzi, in quanto segretario del partito di maggioranza di governo. Rimarrebbe quindi questo premier, ma ammaccato: una sciagura».
Renzi è una sua conoscenza di vecchia data? «No, è molto più giovane di me, aveva rapporti più con i miei figli (…). Suo padre Tiziano con cui dicono avrei fatto affari, l'ho visto al massimo due volte e nemmeno me le ricordo».
Ammette di aver preso male la rottura con Berlusconi ma nega di essere stato allontanato dal cerchio magico che si è creato intorno al leader del centrodestra. «Chi conosce Berlusconi sa che non si fa condizionare da nessuno. (…) Non ci si vede più come una volta ma gli devo molto e lo considero un amico». Ricorda di aver vissuto «male» la rottura con lui e quella del Patto del Nazareno («Il più grande errore di Berlusconi è aver rotto il patto, il più grande di Renzi è averlo permesso»).
A essere chiamato voltagabbana però non ci sta. «Se a me, senatore di Forza Italia, il partito ordina di votare no ai provvedimenti di Renzi che riducono le tasse, aboliscono la tassa sulla prima casa, le more del fisco (…) ovvero tutte le cose per cui noi del centrodestra ci battiamo da vent’anni, devo sentirmi libero di esprimermi secondo la mia coscienza e coerenza». Agli anni in Forza Italia deve la reputazione di macellaio: «Non l'ho mai fatto come lavoro, in realtà ero importatore di carni. Ma l'espressione in politica mi si attaglia: nelle liste che preparavo per il partito qualcuno entra e a qualcuno devi tagliare la testa».
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Verdini nell'intervista parla anche del suo privato. Racconta l'incontro con la moglie Simonetta che si fece a lungo corteggiare perché lui era già stato sposato e da quel primo matrimonio aveva avuto una figlia, Diletta, che all'epoca della separazione aveva appena un anno («La bambina è cresciuta con sua madre»). Del suo ruolo di padre dice:
«Non l'ho fatto a nessuno dei miei figli, la mia assenza toccava a tutti». Fa molta vita mondana? «Nel tempo libero mi chiudo nella casa di campagna con i miei animali (…) tra cui due pappagalli: Clara ha 30 anni e Arturo mi chiama "Babbo" ed è l'unico che mi vuole bene in famiglia».
Si dice a favore dei diritti civili per le coppie omosessuali. «Le leggi vanno fatte guardando la realtà in cui viviamo (…). Quando hanno stralciato dalla legge la stepchild adoption mi sono sgolato per dire che era assurdo escluderla perché i giudici già la concedono (…)
L’utero in affitto non mi piace, ma non puoi prevederlo come reato in Italia (...) Piuttosto, sono per semplificare le procedure di adozione che oggi è assurdamente complessa (…) qualche anno fa volevamo prendere in affido bambini rimasti orfani per la guerra nei Balcani ma dopo cinque colloqui, al sesto mi sono rifiutato».
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