Paolo Conti per Corriere della Sera
lillio ruspoli con la figlia giacinta
“Mi irrita profondamente l’idea che i tradizionalisti passino nell’immaginario collettivo come una categoria che si permette di criticare il Santo Padre. Perché un autentico tradizionalista ha come prima norma l’obbedienza al Pontefice. Il Papa non si critica: si serve e basta. Quindi anche l’Ordine di Malta, essendo un ordine religioso continuatore dello spirito dei monaci guerrieri dai tempi di Rodi, non può far altro che dichiarare la propria obbedienza a Papa Francesco>.
Per la prima volta dall’inizio della crisi dell’antico Ordine che risale all’XI Secolo un membro si espone pubblicamente. E’ Don Sforza Marescotti Ruspoli, principe romano, dei principi di Cerveteri, detto Lillio, il decano della nobiltà nera, con i suoi 90 anni appena compiuti. In passato ha guidato i Cavalieri italiani come Alto Commissario dell’Associazione ed è stato ambasciatore dell’Ordine a Malta, l’antica sede dei Cavalieri. Discende da papa Innocenzo III che approvò la regola di san Francesco. Suo nonno Alessandro, Gran Maestro dei Sacri Palazzi, accoglieva i Capi di Stato per condurli dal Papa, famosissima la sua foto con Evita Peron a San Pietro.
Ruspoli, da sempre vicino alla destra tradizionalista, spiazza i conservatori: rappresenta un casato tra i più antichi e prestigiosi dell’ex Stato Pontificio. E i vertici dell’Ordine sono scelti tra i nomi più altisonanti della vecchia aristocrazia. Il Grande Ospedaliere è il principe Dominique de La Rochefoucauld-Montbel, il Ricevitore del Comun Tesoro è il conte János Esterházy de Galánthal, il procuratore del Gran Priorato di Lombardia e Veneto è il conte Clemente Riva di San Severino.
Dietro cotanti nomi c’è una immensa realtà economica: 13.500 cavalieri e dame sparsi nel mondo, 104 rappresentanze diplomatiche (l’Ordine ha una bandiera, emette francobolli e monete, gode di extraterritorialità) e ospedali, ambulatori, ricoveri per anziani e malati terminali in 120 Paesi. Dunque assistenza ai poveri ma anche potere. E spettacolari cerimonie in abiti antichi di secoli.
Albrecht Freiherr von Boeselager
Proprio ieri il Sovrano consiglio si è allineato al Papa. Ha accettato le dimissioni del 79° Gran Maestro, Fra’ Matthew Festing, che le aveva presentate al Pontefice nei giorni scorsi dopo la “richiesta” di Bergoglio. Decisa anche la revoca della sospensione e “l’immediato reintegro nell’ufficio di Gran Cancelliere” di Albrecht Freiherr von Boeselager cacciato il 10 dicembre 2016 dall’ex Gran maestro, che lo aveva accusato di aver permesso – attraverso l’attività ospedaliera- la distribuzione di preservativi in Africa e nel Myanmar.
Scelta condannata dall’ala più conservatrice e dal patrono dell’Ordine, il cardinale ultraconservatore Raymond Leo Burke. Un particolare importante: il fratello di Albrecht, Georg, è stato nominato a dicembre membro laico del board della banca dello Ior nel nuovo corso ‘trasparente’ voluto da Bergoglio. E Burke è uno degli oppositori più strenui della linea scelta da Francesco nel suo pontificato. Festing- ricordando l’autonomia dell’Ordine- si era rifiutato di accettare l’autorità di una commissione nominata da Bergoglio per mediare.
Una ribellione inaccettabile per un Pontefice. Di qui le dimissioni richieste dal Papa e la nomina di un Delegato Pontificio. Bergoglio ha inviato ieri al Luogotenente Interinale in cui il papa auspica <un ritrovato senso di fraternità, tutti i membri, i volontari e i benefattori dell'Ordine, mettendo da parte interessi personali e pericolose ambizioni” e sollecita “ il rinnovamento spirituale e morale dell'Ordine” ricordando che von Boedelager fa parte dell’Ordine e che ogni riunione convocata in sua assenza “deve ritenersi nulla”
Il Gran maestro ha sbagliato, Ruspoli? E il cardinale Burke? “L’Ordine è sovrano ma disobbedire al Papa è impensabile. Il rosso cardinalizio simboleggia il sangue dei martiri ma un Papa è scelto dallo Spirito Santo. E lo si serve, non lo si critica. Mai”.