Emanuele Buzzi per corriere.it
Ministro Vincenzo Spadafora, Conte dice che chi non fa squadra è fuori, Di Maio risponde che senza M5S l’esecutivo non c’è: è crisi?
«Ma no, il nostro sostegno al governo non è in discussione. Deve essere chiaro però che abbiamo dato vita a questo nuovo governo solo per mantenere le promesse che avevamo fatto agli italiani, non per altro».
I rapporti però sembrano ai minimi termini.
«Di Maio sta semplicemente ribadendo alcuni principi talmente ovvi che non dovrebbe essere necessario ricordarli. Solo qualche settimana fa Luigi era energicamente impegnato a convincere le altre forze politiche a togliere il loro veto su Conte, e ci è riuscito perché è stato riconosciuto che fosse compito della prima forza politica in Parlamento indicare il presidente del Consiglio, individuando una persona che aveva già dimostrato equilibrio e capacità di mediazione. È questa capacità di mediare di Conte ad aver colpito gli italiani ed è fondamentale che non rinunci a questo approccio, per la sua figura e per la tenuta del governo».
Il M5S ha fatto tre proposte «imprescindibili». Non siete disposti a smussare nulla?
«Siamo disponibili al confronto sempre ma senza rinunciare a tre proposte imprescindibili. Carcere e confisca per i grandi evasori, perché chi evade centinaia di migliaia di euro è giusto che venga punito. Nessun aumento di tasse per le giovani partite Iva, anche perché non è serio cambiare le regole ogni anno. Una seria lotta all’evasione, senza sconti per i grandi evasori come è avvenuto in passato».
E sul contante?
«Sul contante la nostra posizione è chiarissima: se abbattiamo prima, anche per legge, i costi e le commissioni dei Pos allora ben vengano le multe. Se partiamo dalla coda facciamo un favore alle banche e inseriamo una tassa occulta per i commercianti, e questo è inaccettabile».
Resta il nodo coperture.
«È vero ciò che dice il premier, la manovra l’abbiamo approvata tutti per rispettare i tempi delle interlocuzioni con Bruxelles, ma salvo intese. Ora, senza mettere in discussione i saldi complessivi, possiamo e dobbiamo approfondire alcuni temi».
Il carcere per i grandi evasori può arrivare dopo?
«Assolutamente no, dobbiamo mandare il segnale inequivocabile che questo governo combatte davvero l’evasione senza privilegiare nessuno. E sono convinto che Conte e il Pd non vogliano venir meno a quanto è nero su bianco nel programma di governo».
Si racconta di un suo duro confronto con Conte in cui lei lo ha accusato di ascoltare le proposte dem.
«Nell’affiatamento di una squadra il ruolo del coach è fondamentale, proprio perché non è in campo e può comporre i contrasti tra i giocatori. Il premier ha la responsabilità della sintesi, deve favorire il dialogo e la condivisione delle scelte. È un compito che spetta a lui e la strada maestra è il dialogo. I vertici di maggioranza non dovrebbero chiederli le forze politiche, ma essere convocati dal presidente ogni volta che se ne avverta la necessità».
Sarà un governo di legislatura?
«Siamo in una fase delicata per il Paese. I toni usati ieri da Salvini in piazza ci raccontano di una destra sempre più pericolosa e aggressiva, e va arginata con la forza delle idee e con persone che si impegnino senza personalismi per il bene del Paese, come si fa nel M5S. Noi ci siamo ma è un processo al quale devono partecipare senza nervosismi tutte le forze politiche della maggioranza».
Eventuali future alleanze dipendono dall’Umbria?
«L’alleanza civica dell’Umbria è certamente un esperimento interessante. Vedremo come e se sperimentare tale percorso altrove, ascoltando prima di tutto il parere dei territori e della base. Ora abbiamo il dovere di far lavorare bene il governo e dimostrare agli italiani che siamo in grado di fare il massimo per i cittadini».