DAGOREPORT
giampaolo rossi roberto sergio
Stanno succedendo cose strane in casa di Mamma Rai. Mentre, in attesa della resa dei conti in agenda a settembre, il tutti contro tutti dilaga a viale Mazzini (Sergio vs Rossi, Chiocci vs Sergio e Rossi, salviniani vs meloniani e forzisti e viceversa), molti addetti ai livori sono rimasti colpiti dall’impetuoso ritorno in campo dell’Usigrai.
Il sindacato de' sinistra dei giornalisti Rai, che ai tempi gloriosi del veltronico Giuseppe Giulietti era solito fare e disfare l’organigramma dei 1600 giornalisti in carico al servizio pubblico, negli ultimi anni non dava più segni di combattimento.
giorgia meloni bruno vespa cinque minuti
Con la presa del potere catodico del governo Ducioni, zac!, l’Usigrai è ricicciato nelle rassegne stampa più forte che pria: dalla rivolta dei redattori di Rainews24 contro Petrecca alla recentissima polemica per il caso Vespa-Egonu (“Il post sulle Olimpiadi è indegno del servizio pubblico”).
Mentre del novello sindacato de' destra, Unirai, fortissimamente voluto dal direttore generale Giampaolo Rossi, il luogotenente di Giorgia Meloni in Rai che da mesi studia da amministratore delegato, contro "l’egemonia rossa” dell’Usigrai, si sono perse le tracce. Anche perché il boicottaggio da parte di Lega e Forza Italia verso il sindacato targato Fratelli d’Italia si è fatto sentire e le attese, massicce adesioni non ci sono mai state.
Dall’Usigrai sul piede in guerra all’incazzatura della Fiamma Tragica che arde a Palazzo Chigi, il passo (dell’oca) è breve. Arianna e Fazzolari hanno iniziato ad agitarsi come un Moulinex esaminando lo share deprimente del Tg1 di Chiocci e del ritorno alla catalessi del Tg2 di Preziosi (una volta finito il traino dei giochi olimpici).
Che fare?, si sono chiesti cogitabondi i nostri eroi. Pensa che ti ripensa, ecco il risultato: urge un grosso rimaneggiamento dei vertici di tutti i telegiornali, via direttori e vice. Nel mirino brilla anche la silhouette di Chiocci, inviso non solo a Giampaolo Rossi ma anche ai Fazzolari di Palazzo Chigi, da sempre gelosi per il rapporto d’amicizia via messaggistica whatsapp intrecciato da anni con Giorgia Meloni.
Ma Chiocci sarebbe impopolare anche al giudizio del sottosegretario alle presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, per essere stato legato, ai tempi della direzione dell’AdnKronos, alla vecchia e disfatta filiera della Guardia di Finanza (Adinolfi, Carta & C.). E pare che la Ducetta lo abbia messo un po’ da parte mentre sale lo scambio di whatsapp con Marco Travaglio (all’indomani del G7 di Borgo Egnazia si sono attovagliati a cena in un ristorante romano con Giorgia che faceva divertire il direttore del “Fatto Quotidiano” con storielle sul rimbambimento cognitivo di Joe Biden).
Per fortuna della Fiamma Tragica il Tg3 in mano a Mario Orfeo è solo una parodia del notiziario riservato all’opposizione, noto ai tempi di Sandro Curzi come Tele Kabul. Mai uno scoop, mai un’inchiesta anti governativa, mai un’intervista urticante contro l’Armata Brancaleone messa in piedi da Meloni.
All’origine c’è indubbiamente l’ottimo rapporto di Orfeo (ex Repubblica, ex Messaggero, ex Tg1, ex Dg Rai) con i colleghi della carta stampata e di Saxa Rubra, ma soprattutto ha intrecciato da abilissimo navigatore del potere un feeling con il “predestinato” Rossi, che da tempo fa storcere la bocca a una irritatissima Elly Schlein che non ha mai riconosciuto il Tg3 in quota Pd.
ALFREDO MANTOVANO marco travaglio giorgia meloni MARIO ORFEO - IL PATRIARCA KIRILL DEL PD (COPYRIGHT PAOLO MIELI) - FOTOMONTAGGIO VERITA E AFFARI GIORGIA MELONI DUCETTA DELL INFORMAZIONE - MEME BY EDOARDO BARALDI MARIO ORFEO