Marzio Breda per il “Corriere della Sera”
Ha voluto rendere evidente che faceva sul serio, Mario Draghi, quando l'altro ieri ha reso noto il suo incontro con il presidente della Repubblica. Lo sfogo di impotenza che gli ha anticipato, e che ha poi rivolto - nelle forme di una dura strigliata - ai capidelegazione della maggioranza, ha messo in allarme Sergio Mattarella. Impossibile non dimostrargli condivisione. Uno scudo, insomma.
MARIO DRAGHI E SERGIO MATTARELLA
E non valutare, con lui, le conseguenze che i ripetuti incidenti parlamentari stanno producendo sulla tenuta dell'esecutivo. Materializzando perfino il rischio che il premier ceda le armi. Infatti, ai partner della coalizione ha detto: «Non sto al governo per tirar a campare». E in quel caso, si sa, il Colle non vedrebbe alternativa al voto. Scelto dal Quirinale in piena emergenza come l'unico punto d'equilibrio possibile dopo che nella prima fase della legislatura erano state «consumate» tutte le formule politiche, l'ex banchiere si ritrova a fronteggiare un anno difficile. E il capo dello Stato con lui. Non per nulla guarda con preoccupazione al cronoprogramma stilato a Palazzo Chigi.
sergio mattarella e mario draghi
Tra referendum, riforme strutturali legate agli aiuti Ue (concorrenza, giustizia, fisco) e ad altre delicate misure (come un nuovo sistema elettorale) da varare prima del voto politico del 2023, c'è molto da fare. E perdere tempo per prendere tempo, come si sarebbe fatto nella Prima Repubblica, nella speranza che i problemi decantino risolvendosi da soli, non è nelle corde di Draghi né di Mattarella. Pensare che questo percorso si trasformi ad ogni tappa in una via Crucis a causa delle ambiguità e delle incoerenze di partiti già suggestionati dal richiamo delle urne e che puntano a lucrare qualche vantaggio, è una prospettiva assillante, per il Colle. Dove non si mancherà di offrire assistenza al premier, ma con l'obiettivo della stabilità, e comunque con suggerimenti più di metodo che di merito.
MATTARELLA COME DANAERYS TARGARYEN INVOCA DRAGHI
Questo perché nei cittadini non passi l'idea che in Italia è al lavoro una leadership bicefala, alla quale una politica in crisi si affida ciecamente come ci si affiderebbe al pilota automatico. Da quando ha avuto la carismatica rielezione, il presidente ha visto crescere a dismisura il carico di aspettative della gente. Tuttavia, chi gli ha sentito ripetere certi appelli al «senso del limite» sa che anche in questo secondo mandato Mattarella non travalicherà il limite del proprio ruolo.
Semmai perfezionerà la missione che si era dato sette anni fa: l'attenzione al sociale. Una prova? I suoi impegni di venerdì e sabato prossimi: una visita a Norcia, colpita dal terremoto, e al «serpentone» romano del Corviale, quel palazzone lungo un chilometro dove vivono 5.000 persone. Due viaggi nelle «periferie esistenziali» del Paese, per dirla con parole sue.
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