TARALLUCCI & WINE - L’INCONTRO TRA RENZI E OBAMA PASSERÀ ALLA STORIA SOLO PER I VINI PORTATI IN DONO DAL BULLO TOSCANO ALLA CASA BIANCA - GLI USA CI SNOBBANO DA VENT’ANNI, CONSIDERANDOCI INAFFIDABILI (E FANNO BENE)

D’altro canto, nonostante l’apprezzamento di Obama per il dinamismo di Renzi nel voler cambiare le regole del nostro paese, nessuno sembra puntare molto alla ripresa italiana e tutti i giornali esteri fanno riferimento ad un paese “impantanato nella recessione”…

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Angelo Vitagliano per il “Fatto quotidiano”

 

RENZI E OBAMA RENZI E OBAMA

Una cosa emerge sicuramente dall’incontro avvenuto ieri a Washington fra il presidente degli Usa Barack Obama e il premier italiano Matteo Renzi ed è che, persino per giornali di prestigio come il Washington Post, l’anomalia politica italiana comincia a essere difficile da comprendere. Riferendosi alle riforme economiche introdotte dal nostro premier, infatti, il WP scrive “riforme che ha iniziato subito dopo aver sconfitto il primo ministro Letta”.

 

D’altro canto, Renzi, è il quarto presidente del consiglio italiano (il terzo di fila arrivato a Palazzo Chigi senza elezioni) che viene ricevuto alla Casa Bianca, nei 6 anni di presidenza Obama; insomma, abbastanza per creare una certa confusione e anche un certo, chiamiamolo così, disinteresse nei confronti del nostro paese da parte della stampa.

 

RENZI E OBAMA RENZI E OBAMA

Obama, intanto, tra il serio e il faceto accoglie “Matteo” ricordando di averlo già incontrato una volta alla Casa Bianca, quando era il “giovane e dinamico sindaco di Firenze mentre ora è diventato il giovane e dinamico primo ministro italiano”. Non ha mai lesinato gentilezza e cortesia verso gli “alleati” italiani il commander in chief americano che, anche ricevendo Silvio Berlusconi, lo accolse con un “benvenuto amico mio”.

 

“L’Italia, ovviamente – dice Obama in conferenza stampa –è uno dei nostri alleati più vicini e forti e questa è l’occasione per celebrare i nostri rapporti”. E come farlo meglio, se non con qualche bottiglia di vino toscano, portata in dono dal premier Renzi “come anticipo dell’Expo” che Obama accetta con un sorriso, promettendo di fare rapporto sulla sua qualità.

RENZI E OBAMA RENZI E OBAMA

 

“Mi congratulo con gli italiani per l’organizzazione dell’Expo, al quale gli Stati Uniti parteciperanno con un padiglione che non si focalizzerà solo sul cibo, ma anche sul vino e su come portiamo alimenti salutari a tavola, una cosa di cui si occupa molto la Firt Lady Michelle. In questo l’Italia è avanti rispetto a noi e sono certo che molti americani visiteranno Milano in quel periodo”.

 

Offre assist Obama a Renzi, non avendo alcuna notizia, probabilmente, riguardo al fatto che il “poco salutare” McDonald’s sia uno degli sponsor dell’evento e che molte sono le polemiche legate all’affidamento a Oscar Farinetti, senza gara d’appalto, di ben 8mila metri quadrati destinati alla ristorazione. Anche Renzi ricambia le cortesie del padrone di casa dicendosi “onorato di essere qui alla Casa Bianca nel cuore della liberta’ “ e ringrazia Obama per il ruolo fondamentale avuto nella vicenda con Cuba.

RENZI E OBAMA RENZI E OBAMA

 

Riesce, poi, il premier italiano a portare a casa la promessa di sostegno di Washington relativamente alla questione “Mediterraneo” che – come sottolinea il premier “non è solo una questione di sicurezza, ma anche di giustizia e di dignità dell’uomo”.

 

In effetti, al di là della questione terrorismo e della situazione economica della Grecia, i colleghi stranieri sembrano essere molto piu’ interessati alle beghe interne, come il blocco da parte del congresso della nomina di Loretta Lynch a nuovo Attorney General.

 

OBAMA E RENZI OBAMA E RENZI

D’altro canto, nonostante l’apprezzamento di Obama per il dinamismo di Renzi nel voler cambiare le regole del nostro paese, nessuno sembra puntare molto alla ripresa italiana e tutti i giornali esteri fanno riferimento ad un paese “impantanato nella recessione”. Qui, in Usa, tanto per dire, un mese fa, il mancato calo dell’indice di disoccupazione, fermo da febbraio al 5,5% (quando Obama è stato eletto era al 10%), ha fatto già gridare all’arrivo di una nuova crisi economica. E, probabilmente, il nostro, che stabilmente resta a cifra doppia, sarebbe una delle poche cose che riuscirebbe a strappare un sincero “wow”.

 

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