PROVENZANO RINUNCIA A TAVOLA ROTONDA,C'È RIMOZIONE DI GENERE
(ANSA) - "Me ne accorgo solo ora, è l'immagine non di uno squilibrio ma di una rimozione di genere. Mi scuso con gli organizzatori e i partecipanti ma la parità di genere va praticata anche così: chiedo di togliere il mio nome dalla lunga lista. Spero in un prossimo confronto. Non dimezzato però". Così il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano in un twitter ha rinunciato a partecipare ad un meeting sul ruolo delle città intermedie nella ricostruzione dell'Italia dopo la pandemia in programma martedì 9 giugno, che vedeva la partecipazione a distanza di almeno una quindicina di relatori - sindaci, docenti universitari, esperti - tutti di sesso maschile.
Me ne accorgo solo ora, è l’immagine non di uno squilibrio, ma di una rimozione di genere. Mi scuso con organizzatori e partecipanti, ma la parità di genere va praticata anche così: chiedo di togliere il mio nome alla lunga lista.Spero in un prossimo confronto.Non dimezzato, però pic.twitter.com/cfresbImZU
— Peppe Provenzano (@peppeprovenzano) June 7, 2020
LA REPLICA DELL'ASSOCIAZIONE:
Il Ministro Giuseppe Provenzano, con un tweet, ha comunicato che non avrebbe partecipato al meeting sui temi della ripresa partendo dalle Città intermedie. L’evento faceva seguito ad uno precedente avvenuto a Roma nello scorso mese di febbraio e ne era quindi uno sviluppo. I Sindaci, uomini eletti dalla maggioranza dei loro concittadini, sono a capo delle città che abbiamo indagato nel Rapporto “L’Italia Policentrica. Il fermento delle città intermedie” FrancoAngeli editore. Una scelta quindi obbligata. Gli esperti invitati sono stati individuati fra coloro che ci hanno accompagnato in questi anni nelle attività di ricerca e di studio.
Avremmo potuto avvalerci anche di esperte donne e non l’abbiamo fatto. Di questo ci scusiamo. Vogliamo ringraziare le tante amiche e i tanti amici che hanno sostenuto la nostra iniziativa e con noi hanno condiviso il rammarico per una occasione persa su un tema centrale per lo sviluppo di un Paese messo in ginocchio dalla pandemia. Non rinunceremo a proseguire il nostro lavoro. Lo faremo come sempre, cercando di valorizzare le competenze, i talenti creativi che abitano le comunità locali, confrontandoci, nel massimo rispetto, con le idee di tutti.
Lasceremo fuori dal confronto non le professioniste, che sono la quasi totalità delle persone che collaborano con noi e che più hanno sofferto per le polemiche di questi giorni, né le nuove generazioni di operatrici culturali che accompagniamo in decine di progetti in tutto il Paese, soprattutto nelle aree con maggiori difficoltà, e che ci hanno espresso sentimenti di stima e di amicizia. Lasceremo fuori solo chi, in malafede, alla ricerca di qualche visibilità, pur conoscendo la nostra storia e il nostro lavoro, ha strumentalizzato un evento fra le centinaia che abbiamo organizzato.
Stavamo riorganizzando il panel, considerato che i Sindaci invitati rappresentano le città indagate e quindi non dovevano essere sostituiti, riequilibrando la composizione del gruppo degli esperti, ma non ci è stato dato il tempo di annunciarlo. Andiamo avanti. Perché un evento si può annullare ma i problemi del Paese, e le sue ingiustizie sociali, purtroppo no.
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