M5S, DI MAIO: "AL VOTO SU ROUSSEAU IL MIO RUOLO DI CAPO POLITICO"
È ufficiale: Luigi Di Maio, dopo la disfatta elettorale alle europee, ha deciso che si sottoporrà sulla piattaforma Rousseau al voto degli iscritti. Che dovranno decretare se riconoscono ancora in lui o meno il capo politico del M5s. L'annuncio è sul Blog delle Stelle. "Prima di ogni altra decisione, oggi però ho anche io il diritto di sapere cosa ne pensate voi del mio operato. Voglio sentire la voce dei cittadini che mi hanno eletto capo politico qualche anno fa. Quindi a voi la parola", scrive Di Maio.
"Chiedo di mettere al voto degli iscritti su Rousseau il mio ruolo di capo politico- aggiunge- perché è giusto che siate voi ad esprimervi. Gli unici a cui devo rendere conto del mio operato. Sarà tutto il movimento 5 stelle a scegliere. Se il movimento rinnoverà la fiducia in me allora ci metteremo al lavoro per cambiare tante cose che non vanno. Io personalmente con ancora più impegno e dedizione".
"La domanda a cui rispondere spiega è: confermi Luigi Di Maio come capo politico del movimento 5 stelle? Le votazioni saranno aperte dalle 10 alle 20 di domani 30 maggio".
Il passaggio del testimone Il vicepremier vuole un voto di conferma E spunta l' opzione dell' addio alla Lega
Emanuele Buzzi per il “Corriere della Sera”
Una riunione che con il passare delle ore sembra assumere i tratti di una resa dei conti nel Movimento. E un bivio che per il leader Cinque Stelle appare inevitabile. Luigi Di Maio si prepara ad affrontare i ribelli all' assemblea di deputati e senatori in programma oggi. L' esito del voto ha lasciato pesanti strascichi.
Ai dissidenti si sono unite nuove voci critiche. Pretendono chiarimenti e c' è chi è pronto a chiedere un voto su Rousseau sulla testa del leader (si parla anche di un documento scritto e firmato da diversi parlamentari). Lui, il vicepremier, dopo una riunione in mattinata al Quirinale per fare il punto sui prossimi Cavalieri del lavoro, si chiude nel riserbo. E convoca al Mise i ministri Riccardo Fraccaro e Alfonso Bonafede e i due capigruppo, Francesco D' Uva e Stefano Patuanelli.
Ore di riflessione per scegliere come affrontare la riunione congiunta. Dopo la conferenza stampa post voto e il vertice con i suoi fedelissimi di lunedì, il capo politico del Movimento ha subito una escalation di attacchi e di richieste più o meno velate di cambiamenti.
rousseau voto sul processo a salvini 4
Di Maio è davanti a tre nodi: la fiducia sul suo operato, l' organizzazione del Movimento (e i ruoli di alcuni big) e il rapporto con la Lega. Nodi che il vicepremier potrà sciogliere solo dopo aver risolto la prima questione, quella personale. L' idea che serpeggia è quella di anticipare i detrattori. E la via è duplice: o tirare dritto annunciando le novità e le prossime «trasformazioni» dei Cinque Stelle o - come pare più probabile - cercare una conferma del gradimento da parte del gruppo parlamentare. Un modo anche per arrivare a un confronto netto, faccia a faccia. Ciò che è certo è che il vicepremier darà battaglia. I suoi luogotenenti sono pronti a difenderlo. «Che scopo hanno queste richieste? C' è chi è al primo mandato e forse vuole spazio», dice un fedelissimo.
E proprio il tema della nuova struttura riprende quota. Il dilemma tra direttorio bis o segreteria «allargata a dieci-dodici» continua a serpeggiare. C' è chi come Nicola Morra sposa l' idea di un nuovo vertice a cinque, ma soprattutto i parlamentari chiedono di essere coinvolti nelle scelte. Di Maio vuole risolvere la questione in tempi brevi, poche settimane al massimo, e concentrarsi sul rapporto con i territori e sull' alleanza di governo. Ma anche quest' ultimo punto ha destato qualche perplessità. «Che cosa dite?», avrebbe domandato un esponente di peso di fronte all' idea di proseguire nell' esperienza di governo. Ipotesi e voci al momento in secondo piano.
BEPPE GRILLO CON BONAFEDE IN CAMPIDOGLIO
Di Maio ha intenzione di affrontare con la Lega il nodo relativo a richieste e ministeri. Parlare di rimpasto, forse, è eccessivo. I Cinque Stelle sottolineano come ci debba essere «una attribuzione di competenze» compatibile con i programmi: ossia alla Lega il Mef e, forse, anche le deleghe agli Affari europei. Ipotesi però che suonano molto lontane. Nei prossimi giorni potrebbe scoppiare un nuovo caso Rixi, con i pentastellati pronti a chiedere un passo indietro in caso di condanna e la Lega a fare muro.
luigi di maio davide casaleggio
Ora, però, lo scoglio è l' assemblea. E a Roma oggi potrebbe arrivare anche Davide Casaleggio. Il presidente di Rousseau, al momento, si è tenuto defilato dal confronto interno anche se non sono mancate telefonate e messaggi di molti esponenti. Chi lo conosce bene sa che l' imprenditore non ama le decisioni prese a caldo e che, in situazioni analoghe, ha sempre chiesto «soluzioni dopo una attenta analisi». Un atteggiamento che, in questo caso, potrebbe rallentare i piani di una svolta organizzativa in tempi brevi. Beppe Grillo, invece, è ancora nel de profundis post voto. Intanto, ci sono altre risposte che attendono il Movimento, come la collocazione dei suoi eletti a Bruxelles nei gruppi Ue.
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