Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”
Neppure il tempo di entrare e Chiara Appendino resta bloccata tra le cassette di frutta e il bancone del pesce. Il mercato di via Madama Cristina, uno dei più antichi e grandi della città, è diventato riserva di caccia. Piero Fassino ha annunciato una visita nei prossimi giorni. La candidata dei Cinque Stelle si è fatta vedere ieri mattina, ricevendo una accoglienza quasi euforica, costretta come è stata a fermarsi più volte causa accerchiamento di sostenitori e curiosi.
L' incontro casuale tra i due rivali all' ora di pranzo in un ristorante in zona San Salvario, a metà tra borghesia e immigrazione, movida e spaccio, è prova del fatto che la partita si gioca nelle aree un tempo popolari, a ridosso del centro, dove l' astensione ha penalizzato sia Pd che M5S.
Dopo il giro dei mercati Davide Bono, il capo dei pentastellati piemontesi, ha avuto l' idea di fare un salto nel locale preferito da Beppe Grillo. Al tavolo più grande erano già seduti Fassino e i volontari del suo comitato, reduci da un porta a porta durato ore nello stesso quartiere. «Buon giorno, buon pranzo e in bocca al lupo» ha detto Appendino.
«Grazie, anche a lei» ha replicato Fassino senza alzarsi, allungando la mano per una stretta non molto calorosa da entrambe le parti.
Le parole e il ritmo forsennato con le quali è ripartita la campagna elettorale dicono che conterà solo il lavoro sul terreno e lo scontro generazionale, annunciato dalle locandine dei giornali locali che dopo aver esaminato i flussi del primo voto assegnano in blocco i giovani ad Appendino e gli anziani a Fassino.
Ma questa è solo la versione ufficiale, accreditata dai rispettivi comitati. In una competizione che all' improvviso si rivela aperta come non mai, conta ogni voto, non solo quelli dei renitenti alle urne, conta ogni blocco sociale. Non a caso Appendino ha annunciato ieri l' arruolamento di Marco Giusta, presidente dell' Arcigay torinese, che in caso di vittoria farà parte della sua giunta.
Fassino ha incassato l' appoggio di Enrico Salza e Nerio Nesi, banchieri di lungo corso, artefici, soprattutto il primo, di quel sistema Torino sul quale si discute tanto in questi giorni. Avranno il loro peso anche i «resti» del primo turno, un 28 per cento in libera uscita che dovrà pur trovare un destinatario. Nessuno si schiera, ma insomma, le intenzioni sembrano chiare. E assegnano a Fassino un vantaggio. Con ordine.
«Se dovessi farmi operare alle tonsille, preferirei un primario esperto piuttosto che un medico estratto a sorte». Con dichiarazioni come queste, Osvaldo Napoli era stato accusato di essere una quinta colonna del partito della Nazione.
Il candidato di Forza Italia non ha mai nascosto la sua simpatia per il sindaco uscente, al quale deve anche la presidenza della società di servizi per i Comuni dell' Anci, presieduto proprio da Fassino, incarico che gli vale uno stipendio annuale da 48 mila euro lordi.
Forse questo intreccio c' entra qualcosa con la rivedibile performance elettorale, 5,3 per cento. Ma Napoli non deflette. «Gli elettori sono sufficientemente intelligenti da capire qual è la scelta giusta». Non una indicazione di voto, ma quasi.
Anche il notaio Alberto Morano era stato prodigo di complimenti a Fassino, lodato per le sue politiche di accoglienza, dettaglio che aveva fatto imbestialire Matteo Salvini, il suo principale sponsor. Il candidato di Lega Nord e Fratelli d' Italia, titolare di un 8,3%, si adegua ai dettami del capo, che sostiene Appendino. Con qualche distinguo, e l' opzione della scheda bianca.
MATTEO SALVINI IRENE PIVETTI KARAOKE RADIO ROCK
«Io di certo non voto Fassino. Ma questo non vuol dire automaticamente che voterò Appendino». L' ultimo pezzo di centrodestra risponde al nome di Roberto Rosso, che ha corso sotto le bandiere di Udc e liberali.
Il 5,1 per cento andrà all' asta tra chi più si avvicinerà alle sue proposte per la sicurezza, mille vigili in strada, sgombero dei campi Rom e telecamere in ogni condominio, finanziate al 50 per cento dal Comune. Ieri Fassino ha fatto la sua offerta proponendo un incremento del numero di vigili in pattuglia e una maggiore sorveglianza video nei parchi.
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Ultimo, non solo in ordine di apparizione, viene Giorgio Airaudo. La lista Torino in Comune, annunciata come raro esemplare di unità a sinistra del Pd, accreditata fino all' ultimo di sondaggi lusinghieri, è andata male. E forse proseguirà peggio. Il suo 3,7% si dividerà tra una equidistante libertà di scelta e l' appoggio ad Appendino già dichiarato da assessori in pectore come il professor Ugo Mattei e il candidato di punta Juri Bossuto. La diaspora dell' atomo.