Monica Guerzoni per corriere.it
La pazienza del Pd è (quasi) esaurita. O Giuseppe Conte riesce, da qui a poche settimane, a rilanciare il governo, o sarà meglio prenderne atto. L’accelerazione del Nazareno arriva attraverso le parole di Goffredo Bettini, il dirigente dem che per primo, ad agosto, sul Corriere aveva aperto alle nozze con il M5S. «Non possiamo stare sospesi ogni giorno a Di Maio o a Renzi», sprona l’ex senatore e parlamentare europeo e chiede che il premier a gennaio sottoponga l’esecutivo a una «verifica».
Troppe fibrillazioni, troppe liti. Serve un rilancio, ma prima ancora urge un tagliando. Approvata la manovra, Conte dovrà presentarsi ai partiti con un nuovo programma e verificare se la voglia di andare avanti c’è ancora, o non è meglio votare. L’agenda «o si approva, o non si approva», è l’ultimatum di Bettini. A cui ha fatto poi seguito un intervento dello stesso segretario Nicola Zingaretti che, pur senza entrare in diretta polemica con gli alleati, ha evocato, una volta archiviata la manovra di bilancio, una nuova agenda per il 2020 «per riaccendere i motori dell’economia».
Venerdì la direzione al Nazareno
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Intanto, è stata convocata per venerdì mattina la direzione nazionale del partito al Nazareno. All’ordine del giorno la situazione politica e la valutazione sulle ipotesi di legge elettorale. Proprio oggi, su Corriere, il tema delle nuove regole di voto ha visto una insolita convergenza a favore di un proporzionale corretto tra i due Mattei, il leader leghista Salvini e quello di Italia viva Renzi. Quest’ultimo non ha escluso l’ipotesi di un voto anticipato qualora non si interrompano le fibrillazioni nella maggioranza.
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