Estratto dell’articolo di Anna Lombardi per www.repubblica.it
Il presidente eletto col supporto massiccio dei latinos (il 45 per cento, su del 13 rispetto al 2020) si prepara ad avviare la più grande deportazione di massa del Paese, con lo spettro di una vera caccia al clandestino che a suo dire coinvolgerà anche l’esercito e l’uso di fondi del Pentagono per costruire campi di detenzione in Texas dove rinchiudere chi verrà catturato. È solo l’inizio: Donald Trump si prepara infatti a sigillare il confine col Messico, non solo ricominciando la costruzione del muro, ma pure minacciando nuovi dazi al vicino per costringerlo a chiudere i flussi migratori.
E assicura di essere pronto a firmare un ordine esecutivo per vietare la concessione automatica della cittadinanza ai figli di migranti senza documenti, cancellando con un colpo di penna secoli di quello ius soli parte integrante della Storia e dell’identità americana.
Ancora, vuol abolire le città santuario (quelle che offrono accoglienza e servizi pure a chi non ha le carte in regola) e ripristinare “Remain in Mexico” – le legge che imponeva ai richiedenti asilo di aspettare in Messico la risposta. Rinvigorendo pure il controverso “muslim ban”, con cui nel 2017 aveva bloccato l’ingresso a chi proveniva da una certa lista di paesi islamici.
[…] Associare immigrazione e criminalità è stata […] la chiave della sua vittoria: l’intera campagna incentrata sulle accuse a Kamala Harris per il picco di attraversamenti illegali delle frontiere nell’ultimo anno. Nonostante proprio lui aveva impedito ai repubblicani di firmare la restrittiva legge bipartisan che avrebbe blindato i confini già prima, ben sapendo che quell’accordo lo avrebbe privato dello strumento politico decisivo per vincere.
donald trump comizio ad alamo in texas davanti al muro con il messico
Quella retorica del pugno di ferro contro i clandestini apocalittica e xenofoba, sussurratigli all’orecchio dal consigliere Stephen Miller, ispirato, dalle teorie del “maggioritario etnico” di Christopher Caldwell, secondo cui le leggi contro le discriminazioni hanno portato i bianchi a “occupare il gradino più basso della gerarchia di razze”.
E infatti Miller, che già ideò le deportazione dei minori non accompagnati e le divisioni delle famiglie (con tanto di piccoli migranti rinchiusi in gabbie) del suo primo mandato, avrà un nuovo ruolo nell’amministrazione. […]
donald trump autografa il muro con il messico ad alamo 2
[…] la città di New York ha deciso di non distribuire più carte prepagate ai migranti che approdano a New York (350 dollari a settimana a famiglia per il solo primo mese – nulla in una città cara come la Grande Mela) per aiutarli ad affrontare piccole spese quotidiane come pasti e vestiti. Un programma lanciato a febbraio dal sindaco Eric Adams nel piena dell’emergenza dei migranti spediti in città dal confine su bus finanziati dal governatore repubblicano del Texas. Una decisione costata circa 3,6 milioni di dollari che aveva destato polemiche fin dall’inizio e ha sicuramente contribuito all’aumento del sostegno pro-Trump nella Grande Mela. […]