Ugo Caltagirone per l'ANSA
L'annuncio del piano di pace Usa per il Medio Oriente, quello che dovrebbe portare all'agognato "accordo del secolo". La partecipazione alla marcia anti-aborto, a memoria d'uomo la prima volta per un presidente in carica. E ancora, la stretta sullo ius soli e sui visti rilasciati alle donne straniere incinta per dire basta al "turismo delle nascite", quello per garantire ai propri figli un passaporto americano.
E' un vulcano in ebollizione in queste ore la Casa Bianca, con Donald Trump intenzionato a giocare tutte le carte a sua disposizione pur di distogliere l'attenzione dalla maratona in corso al Senato, il "processo-farsa" dove i democratici chiedono la sua testa, la rimozione dall'incarico conquistato quattro anni fa nelle urne. Così, neanche il tempo di rientrare dal World Economic Forum di Davos, e Trump è già al lavoro per organizzare una massiccia controffensiva, di cui il patto commerciale con la Cina - assicurano i suoi - è stato solo un primo assaggio.
E mentre all'interno delle mura di Capitol Hill il suo dream team di legali - da Kenneth Starr a Alan Dershowitz - si prepara alla tre giorni di arringa della difesa, dai suoi appartamenti il tycoon è una furia su Twitter, con un record di cinguettii giornalieri mai visto. Intanto nello Studio Ovale è un via vai di consiglieri, legali, assistenti. Tutti gli uomini del presidente messi sotto pressione per dare corpo a quella che appare come una vera e propria campagna anti-impeachment.
Ecco allora che si rincorrono le voci sull'imminente annuncio dell'attesissimo piano di pace per il Medio Oriente, messo a punto dopo mesi e mesi di lavoro con il diretto coinvolgimento del genero del tycoon, Jared Kushner. E pazienza se la tempistica assomigli tanto all'ennesimo assist di Trump all'amico Bibi Netanyahu in vista delle imminenti elezioni in Israele.
"Al momento non abbiamo alcuna informazione al riguardo", spiega un portavoce della Casa Bianca, commentando le notizie che si rincorrono su diversi media e che ormai danno il piano di pace per fatto, nelle ore in cui il vicepresidente Usa Mike Pence a Gerusalemme incontra Netanyahu e il leader centrista Benny Gantz. Con i due politici israeliani attesi a Washington nei prossimi giorni. Intanto Trump risponde alle accuse di abuso di potere e ostruzione al Congresso che riecheggiano per ore in Senato, liquidandole come "bugie e falsità" e concedendosi domani l'ennesimo bagno di folla in testa alla marcia per la vita organizzata come ogni anno lungo il National Mall di Washington: è il primo presidente in carica della storia americana - sottolinea la Casa Bianca - a partecipare a tale manifestazione.
Una presenza che rischia di riportare il tema dell'aborto al centro della campagna elettorale per le presidenziali del 2020. Ma l'offensiva di Trump sul terreno di politiche sociali sempre più conservatrici non si ferma qui e tocca un'altra delicata questione, quella dello ius soli.
Il Dipartimento di stato ha infatti varato nuove regole secondo cui il visto di ingresso sarà negato alle donne straniere incinta sospettate di voler entrare solo per far nascere i propri figli in America, assicurandogli così il passaporto Usa. Il giro di vite riguarda per ora i visti turistici e quelli rilasciati generalmente per accedere a visite mediche o per visitare parenti o amici residenti negli Usa.