Marco Antonellis per Dagospia
Mentre domani si celebrerà l'"incoronazione" del nuovo leader del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, già cominciano a circolare i nomi dei primi scontenti in vista delle prossime elezioni europee: tutta gente che vedeva sicura la propria ricandidatura a Bruxelles ma che ora rischia di perdere la poltrona.
Tanto per fare dei nomi, tra gli europarlamentari non sono state per niente prese bene le candidature a capolista "paracadute dall'alto" di Carlo Calenda (probabilmente nel centro Italia) e di Giuliano Pisapia al nord. Il problema sono i pochi seggi che il Pd potrà ricavare dalle prossime elezioni europee.
CALENDA IN COSTUME APPENA USCITO DAL LAGHETTO DI MONTAGNA
Insomma, con troppi paracadutati (di Massimo Cacciari ne vogliamo parlare?) rischia di rimanere a mani vuote tanta gente che per anni ha tirato in silenzio la carretta del partito a Bruxelles: da David Sassoli a Roberto Gualtieri e così via.
Sempre a proposito di candidature eccellenti: nella Capitale si dice che anche il romanistissimo Padoan aspiri ad una poltrona di eurodeputato. Non per niente, fanno notare fonti di partito, nei giorni scorsi l'ex Ministro dell'economia si è premurato di dichiarare pubblicamente di aver votato per Nicola Zingaretti alle primarie.
C'è poi la questione della nuova sede del partito. Con tutta probabilità sarà bocciata l'ipotesi avanzata dai quotidiani della Città del Sole. "Troppo lontano e troppo scomodo" per il neo segretario spiegano dallo staff. L'idea in realtà è quella di trovare un posto molto vicino all'attuale sede di lavoro del Zinga. Quindi si stanno scandagliando soprattutto le zone di Testaccio, Ostiense e Trastevere, il perimetro intorno alla Colombo.
IL MEME DI OSHO SU RENZI DOPO LA VITTORIA DI ZINGARETTI ALLE PRIMARIE
Anche la Garbatella andrebbe bene. In poche parole il cambio di sede più che per chissà quali ragioni "ideologiche" o filosofiche come in coro la stampa mainstream ha voluto riportare è dovuto, in realtà, semplicemente a ragioni di "comodità" e praticità. Nel frattempo negli ultimi giorni, come peraltro ampiamente Dagoanticipato nelle scorse settimane, è partita una vera e propria transumanza di peones parlamentari verso il trionfatore delle primarie. Il tutto ovviamente nella speranza di mantenere la poltrona.
NICOLA ZINGARETTI DA BARBARA D'URSO
E sono molte in Parlamento quelle assegnate ai tempi di Matteo Renzi: dalle Vicepresidenze di Camera e Senato, alle Vicepresidenze delle commissioni, ai ruoli di Capogruppo. Non per niente tra Camera e Senato negli ultimi giorni è tutto un fiorire di grandi sorrisi e gentilezze nei confronti dei parlamentari "zingarettiani".
Lo stesso sta accadendo nei territori. Come riferiscono alcuni tra i fedelissimi del segretario della prima ora, "stanno uscendo dalle tane tanti parlamentari e amministratori locali che alle primarie si erano schierati con altri candidati e che ora cercano noi sostenendo che loro "non potevano" ma che con il cuore erano con noi...". Insomma, salire sul carro del vincitore è sempre lo sport più amato dagli italiani.