1 – GIORGETTI,NON INTERESSATO MINISTERO TRIA. 'PARLANO CON ME? SARÒ PIÙ SIMPATICO'
(ANSA) - "Non sono interessato, non lo ero al momento della formazione del Governo, cerco di fare bene il poco che faccio attualmente". È la risposta di Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, all'ipotesi di prendere il posto del ministro dell'Economia, Giovanni Tria, fatta circolare nei giorni scorsi dal Movimento 5 stelle, a latere dell'assemblea di Confagricoltura Varese. Alla domanda 'perché preferiscono tutti dialogare con lei?', Giorgetti ha risposto "si vede che sarò più simpatico".
2 – LE FRIZIONI A PALAZZO CHIGI SUI POTERI DI GIORGETTI «LIMITATI» DAL PREMIER
Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”
giancarlo giorgetti matteo salvini
«Gli italiani devono sapere la verità». È questo il mantra che da un paio di giorni frulla nella testa dei vertici del M5S: la verità sulla Lega e su Matteo Salvini, la verità su chi al governo lavora e chi invece, dalle ricostruzioni dei Cinque Stelle, «passa il tempo fuori dal Viminale e da Palazzo Chigi per fare campagna elettorale». Da qui in avanti sarà un' offensiva. Gli alleati-avversari del M5S hanno deciso di giocare a chi strilla di più e risponderanno colpo su colpo.
matteo salvini giancarlo giorgetti
L' attacco del vicepremier leghista contro i ministri che passano il tempo a cercare «fascisti, comunisti, nazisti, marziani» è stata la goccia di un vaso già stracolmo. La ritorsione elettorale è partita. Il primo atto è diffondere, con malizia e per le vie ufficiose, il ritratto di un ministro dell' Interno che «diserta i consigli dei ministri più importanti» e che non si fa scrupoli di porre problemi di agenda anche quando si tratta di riunioni con il premier.
«Salvini? Dopo le 20 non può mai e non parliamo di quando gioca il Milan», ironizzano gli esponenti pentastellati del governo. Raccontano che a Palazzo Chigi e dintorni l' uscita del «vice» del Carroccio contro i ministri nullafacenti, che vanno a caccia di negazionisti invece di lavorare per gli italiani, sia stata accolta da un coro di risate. «Che faccia tosta - hanno commentato i vertici del M5S -. I leghisti non combinano nulla e accusano noi di non lavorare».
giancarlo giorgetti laura castelli
Per i pentastellati è un paradosso, una provocazione inaccettabile. Stanco per le «scorrettezze» leghiste e determinato a respingere il tentativo di farlo passare per «quello del no», Di Maio ha deciso che d' ora in avanti farà il contrappunto alla narrazione leghista. Rivendicherà le cose fatte e loderà l' impegno di Giuseppe Conte, così da enfatizzare il ruolo del M5S nella genesi dei provvedimenti: «Il premier non si risparmia, torna da Doha e corre a L' Aquila, chiama Macron e si batte per la Libia».
Ora, nella stanza dei bottoni del Movimento, la preoccupazione è che la Lega «abbia provato a toccare Conte» e i sospetti, oltre che Salvini, investono il sottosegretario alla presidenza, Giancarlo Giorgetti. Tra i tecnici del Quirinale ha generato una certa sorpresa la gestione pasticciata del decreto crescita, entrato in Consiglio dei ministri a pezzi e uscito «salvo intese». E senza che Giorgetti, raccontano, abbia messo a verbale l' esito della riunione.
calderoli - giancarlo giorgetti
È noto che i pentastellati temano Giancarlo Giorgetti sin dal primo giorno, per la sua conoscenza dei dossier e per i legami con la Casa Bianca e le cancellerie europee. I ministri vicini a Di Maio si sono fatti l' idea che il braccio armato di Salvini sia stato messo a Palazzo Chigi per «governare» il presidente del Consiglio, il quale però ha tirato fuori insospettabili capacità di reazione e di tenuta. Cosa che, sempre secondo la ricostruzione del M5S, avrebbe oltremodo irritato Salvini e lo stesso Giorgetti.
«Conte legge e corregge tutto, verifica le leggi parola per parola e i leghisti vanno fuori di testa», rivela un tecnico che lavora a Chigi. La suggestione poi che il premier possa scendere in politica con una sua lista, per quanto smentita dal diretto interessato, avrebbe fatto il resto.
«Giocano sporco - sussurra un pentastellato al governo -. Stanno provando a indebolire Conte, ma lui non ci sta. Se pensano che lascerà di buon grado il posto a Salvini sbagliano, basta guardare il gradimento nei sondaggi per capirlo». Da registrare, in questa battaglia dei nervi che rischia di far saltare il governo giallo-verde, anche i contrasti tra Salvini e Giorgetti.
Il Fatto Quotidiano scrive che il vicepremier giorni fa ha redarguito il sottosegretario, perché in tandem con Giovanni Tria avrebbe contribuito a frenare sui rimborsi ai truffati dalle banche: «Giancarlo, così mi fai perdere le elezioni». Ma al vertice del M5S non credono a un vero duello tra i due big della Lega: «È il solito gioco delle parti». E la guerra continua.
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