Francesco Bisozzi per “Il Messaggero”
Tutti a dire che le rinnovabili sono il futuro, l'antidoto al caro energia, lo strumento per svincolarsi dal gas di Mosca. Poi però quando arriva il momento di passare dalle parole ai fatti, ecco spuntare lo scoglio (apparentemente insormontabile) della burocrazia.
Sì, è vero, siamo il Paese del sole e del vento, solo che poi oltre il 90% dei progetti per la realizzazione di impianti eolici e solari sottoposti ad approvazione l'anno scorso risulta ancora fermo.
I progetti fotovoltaici, per esempio, in media non ottengono semaforo verde prima di tre anni, nonostante la legge preveda al massimo 12 mesi di tempo per concludere l'iter autorizzativo.
IL SETTORE
Oggi la produzione da solare fotovoltaico copre il 7,9% della domanda elettrica annuale del paese, mentre l'eolico il 6,5%: nel complesso le rinnovabili soddisfano il 36,4% dei consumi elettrici nazionali.
Il fotovoltaico l'anno scorso è cresciuto appena del 2,1%, un incremento di 500 Gwh, mentre l'energia dal vento,2 Twh in più del 2020, è aumentata di oltre il 10%. Risultato: per centrare gli obiettivi di sostenibilità fissati dall'Ue vanno installati in Italia impianti per la produzione di energia green per circa 70 gigawatt entro il 2030, ovvero circa 8 gigawat all'anno per i prossimi nove, peccato che al momento l'asticella si fermi allo 0,8 per cento.
Il governo, prima con il decreto Semplificazioni e poi con il decreto Energia, ora in fase emendativa, sta cercando di snellire i procedimenti allo scopo di mettere il turbo alla transizione energetica.
Si punta, per esempio, sulla nuova super commissione Via Pnrr-Pniec, per la valutazione di impatto ambientale delle opere connesse al Piano nazionale di ripresa e resilienza e al Piano nazionale integrato per l'energia e il clima. Inoltre per le famiglie e i piccoli impianti è stata quasi azzerata la burocrazia.
Ma secondo gli operatori del settore gli interventi calati a terra finora non bastano a dare quella sterzata che servirebbe. Gli addetti ai lavori insistono sull'importanza che passino una serie di emendamenti al decreto energia, affinché vengano sbloccati tutti quei progetti che risultano arenati presso le Regioni per effetto di pareri contrari ricevuti dagli uffici territoriali che vigilano sul paesaggio.
L'Alleanza per il fotovoltaico in Italia, network di imprese che da ormai due anni spinge per semplificare il quadro normativo che intrappola le aziende dei pannelli solari, stima in 40 gigawatt la produzione di energia da fotovoltaico che, allo stato attuale, è ancora in attesa di ricevere l'autorizzazione per la realizzazione degli impianti.
«Progetti di investimento privato, senza alcun onere per lo Stato, pari a 35 miliardi di euro, già presentati e pronti per la messa a terra, ma che sono ancora bloccati a causa della burocrazia» e dei veti incrociati, sottolinea il network. Di più.
Su un totale di 33 gigawatt di progetti presentati dal 2018, pari a circa mille impianti, soltanto il 9%, uno su dieci, ha ricevuto fin qui il via libera definitivo.
LA VIA FAVOREVOLE
Va detto che negli ultimi sei mesi il governo è riuscito a togliere dalle sabbie mobili progetti per circa 1,4 gigawatt, ossia più o meno la metà dei 3 gigawatt di impianti rinnovabili che risultavano bloccati dalle Soprintendenze nonostante avessero la Valutazione di impatto ambientale favorevole.
Vediamo i numeri: nel 2021 sono state presentate quasi 16mila istanze per la realizzazione di impianti fotovoltaici, di cui poco più di 100 hanno ricevuto semaforo verde, mentre sono 14.500 circa quelle che aspettano l'esito della valutazione di impatto ambientale.
Nel 2020 le istanze sono state più di 14mila, di cui autorizzate 11.600. Poco meno della metà delle richieste avanzate nel 2019 è in attesa di risposta e ci sono addirittura 163 progetti in attesa della Via dal 2018, anno in cui sono state presentate 700 istanze per gli impianti fotovoltaici. Non se ne esce.