Claudio Bozza per il Corriere della Sera - EstrattI
Per il «campo largo» sarà l’ultima chance. Per il centrodestra sarà invece un altro test per mantenere il netto predominio anche a livello locale. La cartina tornasole? Nel 2019, il centrodestra governava 12 regioni su 20.
Nel 2024, il numero era salito a 14, con il centrosinistra al comando solo in 5 casi, visto che la Valle d’Aosta oggi non è incasellabile. Un «ribaltone» in piena regola per il centrodestra, che fino a prima del 2019 guidava solo una manciata di regioni.
Oggi e domani si voterà per eleggere i nuovi governatori di Emilia-Romagna e Umbria.
giuseppe conte elly schlein genova, manifestazione per le dimissioni di giovanni toti
E dai risultati in queste due regioni dipenderà anche la sopravvivenza dell’alleanza tra Pd e M5S, almeno nei termini in cui i due leader Elly Schlein e Giuseppe Conte hanno provato ad applicarla finora.
Di sicuro, l’esito di questa doppia sfida influirà profondamente sul quadro politico del centrosinistra. Anche perché il prossimo anno si voterà in sei regioni, quattro delle quali con forte rilevanza nazionale: Campania, Marche, Puglia, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto. Cosa faranno gli eterni «promessi alleati»?
(...) Se il «campo largo», qui, dovesse fallire come in Liguria, le conseguenze politiche non mancheranno.
IL CAMPO LARGO - MEME BY EDOARDO BARALDI
E il capo del M5S Conte, specie se il prossimo week end l’assemblea per la rifondazione del suo partito dovesse dargli pieni poteri defenestrando Beppe Grillo, avrebbe ancora più «forza» per distaccarsi dall’asse con il Pd.
Se per il governo le possibilità di ripercussioni saranno vicine allo zero, il risultato del voto in Umbria influirà però in maniera importante sul congresso Anci a Torino, dove a 24 ore di distanza si dovrà eleggere il nuovo presidente.
Ma la partita per il «sindaco dei sindaci» è nell’impasse più totale. Quale sarà la mossa della segretaria dem Schlein, che finora si è formalmente tenuta fuori da una contesa in cui il Pd è azionista di maggioranza? Punterà ancora sul sindaco di Napoli Gaetano Manfredi? Aprirà a sorpresa a quello di Torino Stefano Lo Russo o tirerà fuori un terzo nome per risolvere la paralisi?
elly schlein giuseppe conte genova, manifestazione per le dimissioni di giovanni toti
CONTE, SCHLEIN E QUELLA CARTOLINA UN PO’ FREDDA: INCONTRARSI E POI CHISSÀ
Tommaso Labate per il Corriere della Sera - Estratti
L’ultima volta che si erano ritrovati assieme, nel modo tradizionale in cui ci ritrova da alleati alla fine di una campagna elettorale, era stata in Liguria e com’è noto non era andata a finire bene
(...) Stavolta, tra il lasciarsi e il non incontrarsi mai, alla prova della chiusura della campagna elettorale umbra Elly Schlein e Giuseppe Conte hanno scelto una specie di terza via al ribasso, una sorta di assicurazione contro la malaventura dei comizi unitari, delle foto di rito, degli attestati di stima dettati dalla tattica e della prudenza strategica, delle promesse future, insomma di tutto quell’armamentario che poi va a sbattere sempre contro quel dilemma ormai filosofico — Campo largo sì, Campo largo no, e se sì Campo largo quando — a cui la gradazione di risposte possibili trova nel mediano «forse» l’unico punto di sintesi possibile tra il sì della segretaria del Pd e il mai più del capo politico del Cinque Stelle.
Si sono incontrati come se capitasse un po’ per caso, nel posto però meno casuale, Terni, che per gli osservatori sarà la mini-Pennsylvania che deciderà la tornata regionale umbra.
Ora, il fatto che l’incontro del gotha del centrosinistra che sostiene la corsa della candidata Stefania Proietti, sindaca di Assisi, sia avvenuto davanti a un ospedale, il Santa Maria, ai pochi benevoli ricorderà l’importanza per il centrosinistra di concentrarsi sul tema della sanità pubblica, «che con Tesei è peggiorata, visto che sono aumentati i cittadini che rinunciano a curarsi», ha sottolineato Schlein; mentre, alle tante malelingue che ci sono fuori ma anche dentro la coalizione, regalerà il solito equipaggiamento di battute votate allo humor nero, nerissimo, sulla falsariga di quel Campo largo che prima di farsi «campo santo» (il copyright s’è ormai perso nella notte dei tempi) si materializza nei pressi di un nosocomio.
conte fratoianni bonelli schlein magi
Certo stavolta, come le altre, a fare la differenza sarà il risultato finale, e quindi la vittoria o la sconfitta. Che si ripeta il miracolo avvenuto in Sardegna con l’elezione di Alessandra Todde oppure le volte che l’esperimento della coalizione Pd-M5S s’è consegnato a una disfatta, a volte onorevole nell’aritmetica a volte meno. Loro, Schlein e Conte, stavolta l’hanno fatto sembrare casuale: niente giornalisti preallertati con grande anticipo, niente proclami dal sapore nazionale, niente comizi e soprattutto niente palchi.
conte fratoianni bonelli schlein
Lo scambio di abbracci e baci c’è stato, all’inizio per interposta persona, sempre la candidata Proietti: prima l’ha abbracciata la leader del Pd, poi il capo del Cinque Stelle, quindi Fratoianni e poi Bonelli, una sorta di catena degli affetti con rimandi decisamente attuali nella musica pop, al tormentone di Annalisa su «lei che bacia lui, che bacia lei, che bacia me». Quel che resta del campo largo ha comunque scavallato il vecchio dilemma di Nanni Moretti sul «mi si nota di più se...». Per ora l’obiettivo comune, l’unico su cui c’è l’accordo tra Pd e M5S, è la ricerca del «ci si nota di meno». Fino a nuovo ordine.
conte fratoianni bonelli schlein magi GIUSEPPE CONTE E ELLY SCHLEIN elly schlein giuseppe conte angelo bonelli genova, manifestazione per le dimissioni di giovanni toti RICCARDO MAGI - GIUSEPPE CONTE - ANGELO BONELLI - ELLY SCHLEIN - NICOLA FRATOIANNI - FOTO LAPRESSE