1 - RUBY: LA GIOVANE MAROCCHINA IN AULA IN TRIBUNALE
(ANSA) - Ruby, la giovane marocchina al centro del processo a carico di Silvio Berlusconi, è arrivata ora in aula a Milano. La ragazza è stata citata come teste per la difesa dell'ex premier. Difesa che oggi però dovrebbe presentare un'istanza di legittimo impedimento dell'ex capo del Governo per la data odierna e in contemporanea la richiesta di sospensione del procedimento per motivi elettorali.
Ruby, mini abito nero, stivali, giacca a vento imbottita e sciarpone al collo, è arrivata in tribunale accompagnata dal suo fidanzato Luca Risso e dai suoi legali, le avvocatesse Paola Boccardi e Daniela Damiano. Nonostante sia stata in Messico non ha un velo di abbronzatura e sul volto un leggero trucco. Il suo aspetto è ben diverso da quello che aveva quando si presentava alle serate in discoteca subito dopo la sua notorietà per il cosiddetto 'Rubygate'.
RUBY IN AULAI carabinieri in servizio al Palazzo di Giustizia hanno transennato il corridoio dove si trova la giovane per impedire ai giornalisti di avvicinarsi. Insomma le forze dell' ordine fanno rispettare le distanze di sicurezza ai cronisti, ai fotografi e agli operatori tv che all'interno del tribunale possono solo usare i videotelefonini. E questo mentre la giovane pare non disdegnare di essere fotografata e ripresa.
2 - DIFESA, BERLUSCONI CAPO COALIZIONE, SOSPENDERE DA OGGI
(ANSA) - La difesa di Silvio Berlusconi ha chiesto al tribunale di sospendere sin da oggi il processo sul caso Ruby in quanto l'ex premier è capo della coalizione del Pdl. L'avvocato Ghedini ha formalizzato l'istanza spiegando che ieri sono stati depositati tutti i simboli e che per i capi della coalizione da oggi è aperta la campagna elettorale e pertanto il legittimo impedimento per il leader del Pdl non è solo per oggi ma è generale e copre tutta la campagna elettorale.
L'avvocato Ghedini ha formalizzato davanti ai giudici della quarta sezione penale la richiesta di sospendere il processo a causa di un legittimo impedimento per oggi dell'ex premier, in quanto impegnato a Roma in una riunione a Palazzo Grazioli per preparare "le singole liste". Il legale su questo punto ha depositato una lettera di convocazione della riunione firmata da Angelino Alfano. Il difensore, inoltre, ha chiesto, per una questione di opportunità in generale e per evitare anche una "strumentalizzazione" mediatica del processo, la sua sospensione per tutto il periodo della campagna elettorale.
ruby3 - DIFESA, RINUNCIAMO A GIOVANE MAROCCHINA COME TESTE
(ANSA) - La difesa di Silvio Berlusconi nel chiedere la sospensione del processo Ruby ha chiesto di rinunciare alla testimonianza della giovane marocchina, convocata per stamane come teste, se la Procura darà il consenso al deposito dei verbali delle dichiarazioni rese dalla ragazza sinora. Oggi era prevista la testimonianza di Ruby come parte offesa. La giovane è presente in aula.
4 - RUBY: BOCCASSINI, BERLUSCONI NON E' CANDIDATO PREMIER
(ANSA) - Silvio Berlusconi "non è il segretario politico nazionale del partito, perché è Alfano, e non è nemmeno il candidato premier".Lo ha detto il pm Ilda Boccassini chiedendo ai giudici del caso Ruby il rigetto delle istanze della difesa sul legittimo impedimento per oggi e di carattere generale per la campagna elettorale. "La riunione di oggi tra l'altro - ha aggiunto il pm Boccassini - si svolge nella sede privata di Berlusconi, a palazzo Grazioli".
Il procuratore aggiunto Boccassini, davanti ai giudici della Quarta sezione penale di Milano (ora in camera di consiglio per decidere), si è opposta sia al legittimo impedimento chiesto dalla difesa per l'udienza di oggi sia alla richiesta di legittimo impedimento per motivi elettorali. Riguardo a questa seconda istanza, il pm ha chiarito che "non è una questione di diritto da affrontare in un'aula di tribunale, ma solo un tema di opportunità politica". Un processo, ha aggiunto Boccassini, "non può essere sospeso per una campagna elettorale".
berlusconi-boccassini-stretta-di-manoRiguardo invece all'istanza di impedimento presentata oggi e legata ad una riunione politica, Boccassini ha fatto notare che "la missiva mandata ai coordinatori regionali del partito per convocare questa riunione é firmata da Alfano, e Berlusconi ha semplicemente offerto casa sua". Per Boccassini, infatti, l'impedimento non si può concedere perché l'ex premier "non è né il segretario politico del partito, né il candidato premier".
NICCOLO GHEDINI PARLA CON ILDA BOCCASSINI jpegL'avvocato Niccolò Ghedini è intervenuto per spiegare che "Palazzo Grazioli non è l'abitazione privata di Berlusconi, ma una sede del partito". Boccassini, tra le altre cose, ha ribadito anche oggi che la difesa dell'ex premier ha messo in atto nelle ultime udienze del processo "un'attività per procrastinare il dibattimento e per arrivare alla campagna elettorale". Infine, il pm ha anche voluto far notare che "l'imputato ha scelto ed è un suo diritto di non partecipare alle udienze del processo, se non quando è venuto per dichiarazioni spontanee ed oggi la difesa chiede di sospendere il processo per la campagna elettorale, questione solo politica".
RUBY IN MESSICO CON LUCA RISSO5 - GIUDICI IN CAMERA DI CONSIGLIO SU RICHIESTA SOSPENSIONE
(ANSA) - I giudici del tribunale di Milano si sono ritirati in Camera di Consiglio per decidere sulla doppia istanza di sospensione per legittimo impedimento di Berlusconi nel processo sul caso Ruby, in cui l'ex premier è imputato. L'istanza è stata avanzata poco fa dalle difese per motivi elettorali in quanto l'ex capo del Governo ora è capo della coalizione del Pdl. Con la richiesta di bloccare i processi, la difesa ha chiesto anche la sospensione dei termini di prescrizione e ha ricordato che, in un'analoga situazione, in passato vennero fermati i processi Ariosto e Mills.
6 - IL GIORNO DI RUBY IN AULA E IL CAVALIERE SI GIOCA TUTTO CON CINQUECENTO DOMANDE
Piero Colaprico per "la Repubblica"
Ruby Rubacuori oggi è in aula, a rappresentare una specie di «ultima spiaggia» berlusconiana. È il suo giorno «mediatico». Ma che sia anche un giorno «utile » per il processo è difficile da dire.
I bene informati di casa Arcore parlano di un Silvio Berlusconi terrorizzato dalla sentenza. È possibile che, dopo aver ritardato le udienze di un processo iniziato nell'aprile 2011, e che sarebbe potuto finire comodamente lo scorso dicembre, l'imputato di concussione e prostituzione minorile chieda un altro stop sino alla chiusura delle urne elettorali. Magari con un «legittimo impedimento »: è questo che i suoi avvocati proporranno? O una sospensione difficile da ottenere? Oppure Ruby risponderà alle prime delle «cinquecento domande» annunciate dal tandem Ghedini-Longo?
STEFANIA ARIOSTOIn ogni caso, oggi sarà bene cominciare assistere allo scontro difesa- accusa intorno a Karima El Mahroug di ritorno dal Messico senza scordare che molte tv hanno sin qui oscurato i fatti, ma i fatti ci sono.
PROCESSO MILLSLA NASCITA DEL VERBALE BUNGHESCO
Innanzitutto, era stata proprio lei, non ancora diciottenne, a fare d'improvviso al magistrato Pietro Forno il nome dell'ex premier: «Andavo a casa sua, mi ha regalato una collana d'oro». Era l'agosto 2010. È sempre Karima, poco dopo, ad aggiungere davanti al sostituto procuratore Antonio Sangermano l'espressione destinata al record dei clic su Internet: «Berlusconi - è scritto nel verbale - mi spiegò che il bunga bunga consisteva in un rito dell'harem che aveva copiato dal suo amico Gheddafi, nel quale le ragazze si spogliano e devono fargli provare "piaceri corporei". È stata in quella circostanza che io ho opposto un netto rifiuto».
Sempre Ruby spiffera di un allora inedito sistema di ospitalità: «Alcune ragazze dispongono di appartamenti a Milano Due, di cui il presidente paga in dono cinque anni di affitto. Tale proposta venne fatta a me da Berlusconi, il quale in quell'occasione scoprì per l'appunto che sono minorenne e priva di documenti».
Non sembra tutto chiaro, a dispetto di ogni versione berlusconiana? Il fatto-reato è limpido: c'è una minorenne marocchina che descrive ai magistrati le serate hard, viste da vicinissimo a casa di un riccone, che paga le donne, e che sa che lei è quello che è. Anche la competizione tra starlette e presentatrici è palese per la diciassettenne Ruby: le colleghe si sbattono «per farsi notare da Berlusconi con atti sessuali sempre più spinti (...) io ero l'unica ragazza vestita (...) e ogni tanto servivo al presidente un Sanbittèr». A questo ultrasettantenne che, stando a una telefonata di Ruby, «è pazzo di me».
SILVIO BERLUSCONI CON GIORGIA IAFRATE IL COMMISSARIO DI POLIZIA CHE AFFIDO RUBY A NICOLE MINETTI jpegLE INTERCETTAZIONI ESPLICITE
«Ne vedrai di ogni (...) Meli, detto fuori dai denti, no?, ci sono varie tipologie di persone. C'è la zoccola. C'è la sudamericans che non parla l'italiano e viene dalle favelas (...) Fregatene, sbattitene il cazzo e via andare...», dice, anzi «briffa» la consigliera regionale pdl Nicole Minetti a un'amica. È successo che le parole di Ruby hanno provocato un'immediata riunione di lavoro con il procuratore aggiunto antimafia Ilda Boccassini: la problematica ragazza, che ad Arcore è stata quattordici giorni, per notti e week end, non è mai diventata «un teste».
Sono anzi diventate essenziali, anche a tutela di Berlusconi, le indagini e le intercettazioni delle varie papigirl festaiole e di altri coprotagonisti (su
Repubblica.it ne è stato offerto un ampio campionario data la rilevanza pubblica dell'argomento).
Quando Meli, cioè Melania Tumini, entra il 16 aprile 2012 nell'aula del processo, conferma in pieno la versione di Ruby. Lei, amica di Nicole, credeva, da berlusconiana di stretta osservanza, di partecipare a una serata importante. Invece il suo presidente del Consiglio è «chiamato anche con appellativi come "amore", "tesoro" » da manipoli sguaiati di ragazze che già a tavola, mentre si mangiava, «mostravano chi il sedere, chi il seno, in maniera ammiccante ». Pupe che poi, al bunga bunga, si travestono «da poliziotta, da infermiera, credo anche da coccinella ». Come Tumini, altre ragazze, da Imane Fadil a Maria M. e ad altre ancora, raccontano ai giudici di spogliarelli e palpeggiamenti con Berlusconi «protagonista maschile unico».
Melania Tumini al liceoBERLUSCONI NON SI FA INTERROGARE
Era stata Ruby ad elencare ai detective le «assidue» frequentatrici delle «cene eleganti» di Arcore. Le stesse che a telefono parlavano di buste con i soldi, di sesso, di «più tr... siamo e meglio è». Nell'aula del processo molte hanno tentato di non «riconoscersi» nelle telefonate così esplicite (bisogna vedere con quale credibilità), ma Ruby può smentire il passato? Già lo scorso luglio la procura era talmente convinta di aver conquistato in aula prove indiscutibili per la condanna da rinunciare a una quarantina di testi.
La difesa Berlusconi, spiazzata, in nove udienze dal 5 ottobre al 3 dicembre ha convocato, tra ritardi e garbugli, i suoi testi. E in extremis ha cercato anche attraverso l'avvocato Paola Boccardi l'ormai famosa «Ruby the Heartstealer», come la chiamano i giornali anglosassoni.
E come tutto era cominciato, tutto va a finire: tocca a questa giovane immigrata, diventata mamma dopo periodi pesantissimi, sedersi davanti al collegio presieduto da Giulia Turri. Lei in aula: a differenza di un Berlusconi che nonostante il ruolo pubblico, e quel suo vantarsi di «essere sette volte nonno», evita come la peste di dire la sua in un interrogatorio.