URBANO CAIRO CON LA MASCHERINA
DAGONOTA
Urbanetto una ne fa e cento ne pensa. Ora si è messo in testa di essere il comandante della Milano post-Covid, l’equilibrista tra il governo e la finanza. Da una parte sta con l’entourage di Sergio Erede, dall’altra dà una mano a Conte, attentamente evitando che sul Corrierone compaiano critiche all’Avvocato di Padre Pio(tutto).
Ad esempio: si sussurra che Marzio Breda, il quirinalista "ventriloquo" di Mattarella, non abbia potuto raccontare i rapporti tesi con Palazzo Chigi, a proposito della lettera di critica del Colle al Decreto Semplificazione. perché Urbano Cairo avrebbe chiesto al direttore Luciano Fontana di non sgualcire la pochette dello schiavo di Casalino e Travaglio…
urbano cairo foto mezzelani gmt2
URBANO CAIRO A «OGGI»: «IL TORINO NON LO VENDO. RISPETTIAMO LE REGOLE E RIPORTIAMO LE FAMIGLIE ALLO STADIO»
«Vendere la società? Assolutamente no. Non ho venduto prima, quando si era fatto molto bene, a maggior ragione non vendo adesso che abbiamo concluso una stagione molto al di sotto delle aspettative pur avendo tenuto tutti i giocatori e fatto innesti importanti... È andata male, dobbiamo rendercene conto e ripartire correggendo gli errori dello scorso anno», dice il presidente dei granata sulle cui prospettive dice: «Siamo all’inizio di un nuovo ciclo. Abbiamo cambiato allenatore e direttore sportivo, introdotto nuovi giocatori... Ma voglio evitare di fissare oggi i nostri obiettivi. È bene partire a fari spenti e ragionare partita dopo partita, dando tempo a Marco Giampaolo».
Sulla Serie A afferma: «Io credo che si potrebbe portare sugli spalti un numero limitato di persone, come si è fatto del resto in alcuni eventi singoli… Quando sarà possibile, anche allo Stadio Grande Torino lo faremo in sicurezza, utilizzandolo solo in quota parte e rispettando le regole di distanziamento. Sono le famiglie e i tifosi a dare la linfa vitale al calcio».
Michela Mantovan, Urbano Cairo, Ernst Knam e Luciano Fontana Sergio Erede