Roberto Sommella per "Milano Finanza"
bersani-mario-montiAncora non si è votato ma gli italiani devono prepararsi a stringere ulteriormente la cinghia. Per la primavera del 2013 è più che probabile una manovra correttiva. La notizia, confermata a MF-Milano Finanza da alcune fonti governative, è destinata a turbare da subito i sonni di chi andrà a Palazzo Chigi nell'aprile prossimo e a mettere a dura prova i rapporti tra i possibili vincitori, il Pd di Pier Luigi Bersani e il nuovo centro di Mario Monti. Entrambi infatti hanno ribadito più volte che gli impegni europei, se fossero loro a guidare il Paese, andranno pedissequamente rispettati.
bersani e montiCosì, secondo le indiscrezioni, il meccanismo infernale del pareggio di bilancio, combinato con la necessità di rispettare le esigenze di rientro fissate dal Fiscal Compact (che stabilisce una riduzione del debito pubblico di circa 45 miliardi l'anno per l'Italia) e con il drastico calo del pil del 2,4% nel 2012, farà sì che tra pochi mesi mancheranno all'appello 5-7 miliardi per centrare gli obiettivi di deficit strutturale. Circa lo 0,4% del pil. Il che vuol dire che si dovranno trovare subito questi soldi per non indispettire i partner europei e soddisfare le richieste di rigore contabile, ribadite anche ieri dal presidente della Bce, Mario Draghi.
ANGELA MERKEL E MARIO MONTILa concreta possibilità di inserire nel Piano finanziario europeo (la Finanziaria Ue che ogni Paese membro deve presentare entro aprile) anche l'esigenza di un correzione dei conti pubblici è peraltro ben nota anche ai vertici del Pd: uno dei suoi maggiorenti ha confessato a questo giornale «che sarebbe già un miracolo non dover fare subito una manovra correttiva».
Questa ipotesi è stata implicitamente confermata anche dal governo. Gianfranco Polillo, sottosegretario all'Economia, intervenendo ieri a L'Aria che tira su La7, ha infatti lanciato un bel sasso nello stagno: «Le entrate fiscali di quest'anno sono inferiori a quelle che ci aspettavamo. Sono preoccupato, spero che gli introiti derivanti dall'Imu possano compensare il gettito mancante». Eppure solo di Imu lo Stato incamererà ben 23 miliardi e le entrate del 2012 fino a novembre erano in aumento del 3,8% rispetto al 2011.
IL SORRISO TRA ANGELA MERKEL E MARIO MONTIIntanto è pronta la stangata addizionale regionale. Le Regioni in deficit sanitario potranno infatti anticipare al 2013 lo sblocco dell'addizionale Irpef, previsto per il 2014, come consentito da una norma approvata lo scorso anno nel decreto Spending review: otto Regioni, ossia Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Sicilia, Calabria, Piemonte e Puglia, avranno la chance di incrementare l'addizionale Irpef all'1,1% invece che allo 0,5%. Insomma, più che un raddoppio.
La misura in questione consente alle Regioni sottoposte a piani di stabilizzazione finanziaria di disporre «con propria legge l'anticipo al 2013 della maggiorazione dell'aliquota addizionale regionale all'imposta sul reddito delle persone fisiche».
mario DRAGHI E MONTIQuesta è solo l'ultima brutta notizia fiscale. Pochi italiani si sono accorti subito, ancora sotto shock a Natale per il versamento dell'Imu, che a dicembre si è ripetuto il salasso dell'addizionale regionale Irpef già stabilito in via permanente dal decreto salva-Italia. Le buste paga dei lavoratori dipendenti sono state massacrate da un prelievo aggiuntivo, visto che il governo Monti a novembre 2011 innalzò dallo 0,9 all'1,23% l'aliquota base sempre dell'addizionale regionale.