Estratto dell’articolo di Aldo Fontanarosa per “la Repubblica”
Il governo dei buoni propositi, il governo dei ripensamenti. Sul prelievo alle banche, sui benzinai, poi sui taxi, adesso sul caro volo, l’esecutivo mette in campo delle soluzioni. Ma subito dopo media, arretra, si riposiziona.
Neanche il tempo di varare il decreto che punta a imbrigliare le tariffe dei viaggi lunedì, e subito il ministro Adolfo Urso (Imprese) apre a un “miglioramento” del testo. Quando convertirà il decreto in legge, la maggioranza di centrodestra potrà correggerne, addirittura riscriverne le tre regole chiave.
La prima punta a calmierare i prezzi per i voli verso la Sicilia e la Sardegna – e dalle due isole – a Natale, a Pasqua, soprattutto in estate quando la domanda di biglietti raggiunge i suoi picchi massimi.
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La seconda regola impedirebbe alle compagnie un uso spregiudicato della profilazione degli utenti (sempre per gli spostamenti dalle isole o verso le isole). Denuncia il garante dei voli - l’Enac che i vettori impongono un costo più alto alle persone che classificano come ricche, dopo averne osservato i comportamenti in Internet. La profilazione verrebbe vietata – perché “pratica commerciale scorrette” – per qualsiasi tipo di volo nazionale (e non più solo per quelli delle isole) in circostanze particolari.
Il divieto scatterebbe nel caso di “emergenze nazionali” (vedi l’alluvione in Emilia) che impediscono alle persone di usare il treno o l’auto per spostarsi. Cambiamenti, arretramenti, annunci di correzioni.
Se Urso non difende il suo stesso decreto è perché stretto in una vera e propria tenaglia. Da un lato, Ryanair – la più influente compagnia low cost in Europa – lo attacca ad alzo zero. Eddie Wilson, l’amministratore delegato del vettore irlandese, definisce «sovietiche» le nostre norme come anche «Harry Potter capirebbe ».
Ma è soprattutto la Commissione Europea, da Bruxelles – garante della corretta competizione tra le imprese anche aeree – ad alzare un cartellino giallo contro il decreto. A tempo di record, la Commissione chiede informazioni al governo di Roma sul testo che ha approvato soltanto lunedì. La domanda di chiarimenti, in realtà, contiene già un giudizio sul provvedimento, ed è negativo.
GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN
[…] l’Europa preferisce che sia il libero mercato a determinare le tariffe dei voli. E queste puntano naturalmente verso il basso quando il mercato aereo vede tanti vettori in effettiva concorrenza tra loro. Ora, la Commissione considera legittimo piantare dei paletti nel caso di viaggi verso località più lontane, come le isole (leggi Sicilia e Sardegna). Ma queste garanzie dovrebbero tutelare essenzialmente i residenti.
Colpito da un gancio sinistro (quello dell’Europa), Urso deve guardarsi anche dal gancio destro di Ryanair. L’amministratore delegato del vettore irlandese, Wilson, non usa alcuna diplomazia.
[…] aggiunge che «Malta, Cipro, le Canarie» stappano lo champagne alla lettura del decreto italiano. Queste località sanno bene che Ryanair aumenterà i collegamenti verso i loro scali – trascurando sempre più l’Italia – perché scoraggiata dalle norme «illiberali» del governo Meloni. Ryanair ce l’ha anche con l’Enac – la nostra autorità governativa che garantisce la sicurezza dei voli – responsabile di aver denunciato l’uso spregiudicato degli algoritmi, da parte delle compagnie aeree.
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«Spazzatura», dice Wilson, che invita i funzionari di Enac ad andare a lavorare e intanto nega esistano meccanismo di profilazione degli utenti. Parole che Adolfo Urso proprio non manda giù. Fonti del suo ministero ribattono: «Stupiscono le dichiarazioni dell’ad di Ryanair. Sull’uso della profilazione nella vendita dei biglietti aerei sono disponibili ampie evidenze riportate da prestigiose riviste internazionali e l’America, e dunque “non lo Stato sovietico”, indaga il fenomeno da anni».
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