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1. MELONI SI TIENE LA PORTA APERTA L’ULTIMA CHIAMATA CON URSULA SARÀ A 24 ORE DAL VOTO IN AULA
Estratto dell’articolo di Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”
ursula von der leyen giorgia meloni g7 borgo egnazia
Mancano ancora cinque giorni all’appuntamento con il Parlamento europeo da parte di Ursula von der Leyen, e quel giorno la presidente della Commissione Ue designata per un bis dovrà pronunciare parole e concetti camminando sulle uova, come dicono nel governo italiano, stando ben attenta a non scontentare i Verdi ma allo stesso tempo capace di attirare a sé anche il voto di Fratelli d’Italia.
Al momento infatti le quotazioni che viaggiano fra Roma e Bruxelles dicono che è probabile che alla fine i 24 della Meloni vadano a sostenere la rielezione dell’esponente tedesco. Probabile ma non sicuro, anche la carta dell’astensione è in piedi.
matteo salvini e marine le pen a bruxelles dopo le europee 2024
Tutto o quasi dipenderà dal colloquio che avranno avuto il giorno […], o al massimo due giorni prima, la presidente del Consiglio e la presidente della Commissione, sul possibile commissario italiano e sulle eventuali deleghe che verranno assegnate all’Italia, ma un peso non indifferente avranno anche le parole che von der Leyen pronuncerà davanti ai deputati di Strasburgo.
Meloni infatti potrebbe decidere di votare sì o di astenersi a seconda del programma che martedì mattina von der Leyen andrà a raccontare al gruppo parlamentare Ecr, e che poi la stessa esponente tedesca illustrerà in Parlamento. Due step che tengono la situazione dell’Italia ancora in sospeso, rispetto a quelli di quasi tutti gli altri Paesi della Ue, nei quali i capi di governo hanno già detto che voteranno per il bis.
L’anomalia italiana […] comunque non ha impedito che si svolgessero i primi confronti fra il gabinetto della von der Leyen e Roma, contatti che al momento delineano una situazione fluida, in cui gli obiettivi primari di Giorgia Meloni gravitano intorno a quattro deleghe: Concorrenza, Mercato interno, Affari economici e Bilancio. […]
Sul nome del commissario italiano resta un margine di incertezza. Fonti di governo la mettono anche in modo ironico, «visti i rapporti, professionali e umani, fosse per la von der Leyen avrebbe già designato Raffaele Fitto». Il nostro ministro per gli Affari europei, che ha la delega anche per il Pnrr, in questi anni infatti ha costruito un rapporto di estrema fiducia con tutto lo staff […] ma anche […] con la stessa Ursula von der Leyen, come del resto la stessa Meloni.
RAFFAELE FITTO E GIORGIA MELONI
Se resta un margine di incertezza è legato al problema della sostituzione di Fitto, vista la delicatezza e la sensibilità della delega all’attuazione del Pnrr che gestisce in Italia, un incarico per il quale non è facile trovare un sostituto. Una ricerca infatti è in corso da diversi giorni, ma non sembra aver prodotto grandi certezze, se non l’ipotesi, che tale rimane, che le deleghe di Fitto andrebbero distribuite fra diversi sottosegretari del governo.
2. IL DIFFICILE "NÌ" DI GIORGIA A URSULA
Estratto dell’articolo di Marcello Sorgi per “La Stampa”
C'è una piccola, forse non così piccola, complicazione sulla strada del posizionamento che Fratelli d'Italia terrà a Strasburgo […]. Se Meloni, anche dopo l'incontro di martedì con Von der Leyen, dovesse constatare che le offerte per l'Italia non corrispondono alle aspirazioni - in particolare se dovesse rivelarsi irrealizzabile l'ipotesi di ottenere una vicepresidenza esecutiva della Commissione […], non potrebbe confermare nell'aula dell'Europarlamento l'astensione che ha già espresso nei due vertici che hanno preceduto l'apertura dei lavori.
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Per una ragione molto semplice: il regolamento dell'Eurocamera equipara l'astensione al voto contrario. Trovare insomma un modo per esprimere un "ni" alla riconferma di VdL in pratica non sarà così facile per i deputati di Fratelli d'Italia. A Meloni, se davvero vorrà dare una mano all'amica Ursula, senza incorrere negli strali di Le Pen e Salvini che l'aspettano al passo, non resterà che suggerire ad alcuni dei suoi eletti di approfittare del voto segreto per fare i franchi tiratori all'incontrario e votare nell'ombra per il secondo mandato della presidente della Commissione.
[…] Il lato debole di manovre come queste è che nascono in modo assolutamente riservato, ma prima o poi si vengono a sapere perché c'è sempre qualcuno che parla. Così, se Meloni […] non vuole scoprirsi il fianco a destra, […] comportandosi in questo modo correrebbe il rischio di essere scoperta.
E se Von der Leyen dovesse davvero contare sull'aiutino di Giorgia […], le converrebbe farsi bene i conti, dato che cinque anni fa fu eletta per soli nove voti e anche stavolta non è che il vento soffi proprio forte nelle sue vele.