Francesco Malfetano per "Il Messaggero"
In freezer. È dove rischiano di restare i vaccini di AstraZeneca che arriveranno in Italia il 15 febbraio. Dopo mesi passati ad aspettare l'autorizzazione dell'Ema al siero anglo-svedese, ora non si riesce ad aggiornare la nostra strategia e decidere a chi tra gli under 55 (unici autorizzati dall'Aifa) andrà somministrato il siero. Ed è in freezer (in informatica freezato indica un'applicazione bloccata) che ieri è rimasto anche il sito internet per la prenotazione dei vaccini per gli over 80 lanciato dalla Regione Lazio.
nicola zingaretti presidente regione lazio
LA PIATTAFORMA
La piattaforma, il cui lancio era previsto alla mezzanotte di domenica ma poi è slittato alle 12, è infatti rimasta a lungo paralizzata. Per tutta la giornata di ieri migliaia di persone che vi si sono riversate per prenotare il proprio turno (o quello del proprio genitore o nonno) sono state rimbalzate dal sistema, rendendo impossibile prendere un appuntamento per l'8 febbraio o i giorni successivi, vale a dire quando nel Lazio partiranno le inoculazioni per gli ultraottantenni.
CORONAVIRUS - VACCINAZIONI A ROMA
Una debacle da parte della Regione che si iscrive nella lista dei fallimenti digitali causati dal Covid: dall'app Immuni ai siti web per i bonus governativi fino ai click day dell'Inps. Tuttavia proprio la Regione precisa che «non si tratta di un Click-Day poiché le prenotazioni si potranno effettuare per l'intero trimestre» in cui sono previste le vaccinazioni agli over 80. Per cui, spiegano, «non ci sarebbe fretta di prenotarsi».
LETIZIA MORATTI E ATTILIO FONTANA
Anche perché al ritmo attuale di 3.700 dosi al giorno destinate a queste inoculazioni ci vorranno mesi per vaccinare i 470 mila anziani laziali. In ogni caso, specifica la Regione ricordando che è possibile prenotarsi al telefono (06.164.161.841), se ci dovessero essere ulteriori rallentamenti «chiediamo comprensione» perché la mole di richieste è stata molto alta (le prenotazioni infine sono state più di 7 mila).
Va inoltre precisato che il Lazio sarà la prima regione ad iniziare con gli ultraottantenni (ne ha già vaccinati più di 10 mila in realtà) mentre altre sono in ritardo. Il caso più eclatante è la Lombardia che stando all'assessora al Welfare Letizia Moratti partirà il 25-26 marzo.
Proprio la Lombardia peraltro, questa mattina nominerà coordinatore del piano vaccinale anti-Covid per la fase 2 l'ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso. Uno dei suoi compiti, si apprende, dovrebbe essere quello di provare ad ottenere dalle aziende farmaceutiche un mandato sui brevetti per produrre in Lombardia il vaccino.
L'AGGIORNAMENTO
Mentre la presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen ieri ha confermato che entro l'estate si vaccinerà il 70% degli europei, annaspa il piano vaccinale italiano. La riunione tenuta ieri tra i tecnici di Regioni e provincie autonome non ha portato a nulla di concreto per aggiornare una strategia che lo stesso autore (il commissario per l'emergenza Domenico Arcuri) sostiene essere stata resa inadeguata dai ritardi.
«Stiamo lavorando con uno schema che prevede 11 milioni e 200 mila vaccini, rispetto ai 28,6 milioni inizialmente previsti - ha spiegato qualche giorno fa - oltre il 60% in meno». Dati i problemi riscontrati nelle forniture da Pfizer-BioNtech (che ha fatto sapere fornirà alla Ue 75 milioni di dosi in più rispetto a quelle previste, ma solo nel secondo trimestre 2021), il numero esiguo di sieri acquistati da Moderna e i limiti del vaccino di AstraZeneca (in Italia è autorizzato solo per gli under 55) in pratica bisogna decidere al più presto come proseguire.
Perché se è vero che ieri si sono superate le 2 milioni di somministrazioni, lo è anche che la seconda parte della fase 1, cioè la vaccinazione degli over 80 è ora solo un appuntamento fissato sul calendario. Ma soprattutto bisogna definire cosa fare con le 8 milioni di dosi che, salvo imprevisti, AstraZeneca destinerà alla Penisola fino a marzo.
Queste non sono utilizzabili per perseguire il piano prestabilito, e serve quindi identificare a chi debbano essere destinate. L'ok arrivato dall'Aifa agli under 55 non consente di destinarle a nessuna categoria professionale senza creare problemi. Vaccinare insegnanti o poliziotti finirebbe con il tenere fuori dalla zona sicura proprio docenti e agenti più anziani, quelli più a rischio. Peraltro, almeno fino ad oggi, non esistono linee di indirizzo in tal senso e quindi ogni Regione sta pensando di vaccinare una categoria diversa.
Estremizzando, cosa accadrebbe se nel Lazio si decidesse di vaccinare ad esempio i detenuti e invece pochi chilometri più in là, in Abruzzo magari, invece non lo si farà? Non solo, ora le Regioni spingono anche per avere più dosi in base alle professioni che si sceglierà di tutelare. Il caos in buona sostanza. Serve dunque un coordinamento nazionale che uniformi le possibilità. A quanto si apprende però, il vertice apposito che avrebbe dovuto mettere allo stesso tavolo in questi giorni enti locali, i ministri Speranza e Boccia e il commissario Arcuri, sembra rimandato a data da destinarsi.