VAFFAN-VOUCHER! PER SCONGIURARE IL REFERENDUM SUL JOBS ACT, IL GOVERNO VUOLE MODIFICARE LE REGOLE SUI VOUCHER, ABBASSANDO I TETTI E AUMENTANDO CONTROLLI E SANZIONI – I DISOCCUPATI PERO’ RESTANO TRE MILIONI E LA RIPRESA NON ARRIVA MAI: DA GENNAIO ADDIO ALL’INDENNITÀ DI MOBILITÀ E LA CASSA INTEGRAZIONE IN DEROGA (185 MILA PERSONE A RISCHIO)

Condividi questo articolo


Valentina Conte per www.repubblica.it

 

PADOAN GENTILONI1 PADOAN GENTILONI1

Abbassare i tetti, aumentare controlli e sanzioni. Il governo è pronto a una stretta sui voucher, i ticket da dieci euro lordi nati per pagare i lavoretti, diventati dopo la liberalizzazione normativa il simbolo della nuova precarietà e della protesta contro le politiche del lavoro dell’esecutivo Renzi. I margini per intervenire non sono molti, a meno di smontare lo strumento.

 

Ma qualcosa si deve pur fare, ragionano a Palazzo Chigi. La ripresa non decolla, i disoccupati non schiodano da quota tre milioni, mentre i buoni lavori si impennano a 121 milioni venduti in ottobre, nuovo record. Non solo. Dal primo gennaio vanno in archivio l’indennità di mobilità, la cassa integrazione in deroga e pure la Discoll, l’ammortizzatore per i collaboratori. Reti importanti di protezione, specie la prima.

 

gentiloni padoan1 gentiloni padoan1

Che la Naspi, il sussidio unico, potrebbe non soppiantare del tutto, di fronte ai licenziamenti collettivi del settore industriale. Il mercato del lavoro ha dunque bisogno di un segnale urgente. Prima che siano le urne a darlo, con i tre referendum promossi dalla Cgil (ritorno all’articolo 18, abolizione dei voucher, corresponsabilità negli appalti) e sulla cui ammissibilità si esprimerà la Corte Costituzionale.

PRECARIATO PRECARIATO

 

La parola d’ordine a Palazzo Chigi in queste ore è “attendere”. Aspettare cioè il primo (imminente) monitoraggio sulla tracciabilità dei ticket. E la decisione della Consulta dell’11 gennaio. Le tabelle Inps vengono giudicate essenziali per capire se l’obbligo (da ottobre) per il datore di lavoro di mandare l’sms o la mail un’ora prima di impiegare il voucherista funziona da deterrente o no. Senza il conforto di numeri calanti, il ministro del Lavoro Poletti si dice pronto a «rideterminare dal punto di vista normativo il confine del loro uso».

 

Ma sarà solo la pronuncia della Corte a stabilire quanto in profondità incidere. Di fronte all’ammissibilità di tutti i quesiti, la questione dei voucher sembrerà poca cosa rispetto alla possibilità che crolli l’intero Jobs Act. Ma se, come pronostica il governo, dovesse passare solo la richiesta di abolire i voucher, a quel punto una modifica sui ticket diverrebbe obbligata.

 

NO AL PRECARIATO jpeg NO AL PRECARIATO jpeg

Si vedrà come. Riportando il tetto massimo di introiti per il lavoratore a 5 mila euro (da 7 mila) o più basso. Inasprendo i controlli mirati, per stanare i datori che rimpiazzano i contratti con i buoni. Aumentando le sanzioni pecuniarie. Soluzioni tutte plausibili, ma bifronti (rischio impennata del nero) se non ben calibrate.

 

La fine della mobilità — prevista dalla Fornero e confermata dal Jobs Act — viene vista con allarme dai sindacati. La Uil calcola in 185 mila i lavoratori attualmente in mobilità che nel 2017 non entreranno nella lista speciale che da 25 anni consente ricollocazioni agevolate. Insieme allo strumento, spariscono infatti pure gli sconti contributivi riservati alle imprese che assumono lavoratori in mobilità. Cosa ne sarà di loro?

RENZI JOBS ACT 2 RENZI JOBS ACT 2

 

«Riceveranno la Naspi, più generosa nella maggioranza dei casi della mobilità», assicura Stefano Sacchi, presidente Inapp, l’ex Isfol. «Le aziende poi risparmieranno sul costo del lavoro, perché non dovranno più versare lo 0,30% per la mobilità, circa 600 milioni». Ma «alle imprese a quel punto converrà licenziare sempre, così risparmiano pure sul ticket per la cassa integrazione, nel frattempo raddoppiato: è un meccanismo infernale », avverte Guglielmo Loy, segretario confederale Uil.

 

Ci sarebbe l’assegno di ricollocazione che scatta dopo quattro mesi di Naspi. «Le prime 30 mila lettere partiranno a gennaio», conferma Maurizio Del Conte, presidente dell’Anpal, l’agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro. «Entro il 2017 puntiamo a contattare tutti i lavoratori — circa 900 mila — con i requisiti. Le politiche attive sono l’unico modo per scongiurare impatti negativi dalla fine della mobilità ».

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – PERCHÉ ENRICO PAZZALI, NONOSTANTE UN RAPPORTO DI “AMICIZIA DI VECCHIA DATA” CON IGNAZIO LA RUSSA, HA CERCATO NOTIZIE "SULLA SITUAZIONE IMMOBILIARE E LE PARTECIPAZIONI SOCIETARIE" DEL PRESIDENTE DEL SENATO E I SUOI FIGLI? A FAR RIZZARE PELI E CAPELLI, È LA DATA DELL'ILLECITA OPERAZIONE: 19 MAGGIO 2023. VALE A DIRE: IL GIORNO DOPO LA NOTTE IN CUI IL FIGLIO DI ‘GNAZIO, LEONARDO APACHE, AVREBBE STUPRATO (SECONDO L’ACCUSA DELLA PRESUNTA VITTIMA) UNA RAGAZZA. MA IL 19 MAGGIO 2023 NESSUNO SAPEVA QUELLO CHE ERA AVVENUTO: SOLO 40 GIORNI DOPO LA RAGAZZA PRESENTA UNA QUERELA. IL 3 LUGLIO LA PROCURA DI MILANO APRE UN FASCICOLO. IL 7 LUGLIO IL "CORRIERE" PUBBLICA LA NOTIZIA - QUALCUNO VOCIFERA CHE DI MEZZO POTREBBE ESSERCI L’ASPRA BATTAGLIA TRA LEGA E FDI, TRA SALVINI-FONTANA E LA RUSSA-SANTACHE' PER LA CONQUISTA DELLA SANITA' LOMBARDA. ALTRI SONO PER LA TESI DELL'ESTORSIONE: MA PER 'GNAZIO ''NON SI TRATTA DI COINCIDENZE" - CHE C’ENTRA UN PREFETTO A CAPO DELLA CYBERSECURITY NAZIONALE? CHIEDETELO A MANTOVANO...

DAGOREPORT - VIVA IL POPOLO, A MORTE I CONTI! IL GOVERNO DUCIONI, NEL SUO CONTINUO TENTATIVO DI STRAVOLGERE L’ASSETTO COSTITUZIONALE, HA PUNTATO ORA LA CORTE DEI CONTI, OVVERO I MAGISTRATI CHE HANNO COME COMPITO PRIMARIO IL CONTROLLO DEI CONTI DEL PAESE – C’È GRANDISSIMA PREOCCUPAZIONE TRA I MAGISTRATI DELLA CORTE PER LA RIFORMA CHE PASSA CON IL NOME DI DDL FOTI, CHE SVUOTA LE FUNZIONI DELLA CORTE - LA DUCETTA NON SI FERMA. E INIZIA UN ALTRO ATTACCO ALLA MAGISTRATURA. CHE COSA FARÀ IL PRESIDENTE MATTARELLA?

DAGOREPORT - LA SCONFITTA IN LIGURIA CONTE PUÒ TATUARSELA SULLA COSCIENZA. UN GIOCO AL MASSACRO, QUELLO DEL M5S, CHE SI TRASFORMA IN FARSA, VISTO CHE ITALIA VIVA, ESCLUSA CON IGNOMINIA DALL’ALLEANZA ELETTORALE IN LIGURIA, SARÀ PRESENTE A SUPPORTO DEL CAMPOLARGO SIA IN UMBRIA CHE IN EMILIA ROMAGNA – LA FORZA CHE MANCHERA’ SEMPRE ALLA SINISTRA SI CHIAMA “FATTORE BERLUSCONI”. OVVERO: PUR NELLA TOTALE DIVERSITÀ DI IDEE, NEL MOMENTO DECISIVO FORZA ITALIA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SI UNISCONO PER INCASSARE LA CUCCAGNA DEL POTERE - LA SOLITA PARACULAGGINE CON CUI GIORGIA MELONI HA PROVATO A GIUSTIFICARE LA PERDITA DI QUASI 100MILA VOTI RISPETTO ALLE EUROPEE - LA LEZIONE PIÙ EVIDENTE DEL VOTO LIGURE È CHE IL PD, CHE ELLY VUOLE FAR TORNARE UN PARTITO DI SINISTRA, SENZA UN SOLIDO ALLEATO DI CENTRO VA A SBATTERE - SE IL GOVERNO DUCIONI PORTA A CASA IL 3 A 0...