1. DAGOREPORT
Il vecchio sistema per godersi il giorno della natività era di ingozzarsi di torrone mandorlato, sbronzarsi di Amaretto di Saronno, tombolare con il sacrario famigliare lanciando i fagioli segna-numero e digerire da scimuniti davanti al Baudo-scopio. Un simile comportamento è oggi ritenuto assolutamente meschino, anche romanticamente antico.
Oggi un Natale deve sostituire la Quaresima come giorno di penitenza, il Carnevale come giorno di scemenza, il Ferragosto come giorno di pestilenza: è infatti a tavola, davanti a un piatto di cappelletti in brodo, che si fa ammenda per aver persistito durante undici mesi e venticinque giorni nel dichiararsi parenti di un mucchio di gente antipatica e inutile, che a malapena si sa chi sia.
Non chiamatelo cenone, è una cena come la sedia elettrica è una sedia. E vien voglia di essere insolenti come Er Cipolla-Salvi: "Sei così brutto che, quando ti sei fermato a guardare il Presepe, i pastori ti hanno preso a sassate, i Re Magi sono arrivati con tre giorni di ritardo per non spaventare i cammelli, e l'albero di Natale ti ha tirato il vaso appresso". Oppure: "Sei pelosa o hai una voglia di yeti sulla gamba?"; "Hai la forfora o sono i pidocchi che giocano a palle di neve?"
wrestlers vestiti da Babbo Natale a San Francisco
Secondo le convenzioni, il Natale vuole che la gente sia buona, che nei rapporti reciproci prevalga una untuosa affettuosità; in realtà, il pranzo di Natale è causa di liti furibonde, di angosce, patemi, pianti, e perdoni finali. E l'italiano si trasforma da lingua in una malattia della gola. Tutto un "maddechè? macchevoi? se non la pianti ti rimando a fa' er pastore nel presepio".
Forse tutta la brutalità viene esibita solo per giungere al natalizio gesto finale del bacetto sulla guancia di qualcuno che abbiamo preso a bottigliate. Le bottigliate no, ma il bacetto è natalizio. Per tradizione, a Natale si deve mangiare in modo strabocchevole, insensato, demente, e bere in proporzione; per questa inaudita mangiata si vanno a recuperare cugini magri, nipoti anoressici e liberi combattenti del colesterolo.
Incontrollabili i nonni: inforchettato il salmone, traccheggiano: "Buono questo prosciutto cotto. Ma non ti sembra che sa di pesce?". Con gli avanzi di polli e capponi c'è chi si costruisce un tappetino per l'auto o un caftano alla Marta Marzotto. Tutto ciò è ecumenico ed educativo. Però, quando vostro figlio ironizzerà: "Hai un bel sorriso o una paresi?", è ora di smettere di intripparsi quel pandoro tartufato pesante come la sardo-dizione di Valeria Marini.
Il tradizionale Natale alla Casa Bianca
In un pranzo natalizio, lo avrete notato, ci sono tre stadi: lo stadio in cui non si riesce a convincere nessuno a prendere posto a tavola, lo stadio in cui non si riesce a convincere nessuno ad alzarsi da tavola e quella zona di stadio, detta "curva sud", in cui tutti discutono e strillano e si ritrovano pezzi di cioccolato sugli abiti costosissimi.
Insomma, le smanie conviviali che accompagnano il Santo Natale sono atti decisamente incivili. Del resto, troppo tempo, denaro e pubblicità sono investiti nel pranzo di Natale per lasciare che una piccola comunità sciupi questo evento andando in chiesa.