LA VENDETTA DI VIRGI - DOPO L’ASSOLUZIONE, VIRGINIA RAGGI VUOLE ANCHE UN POSTO NELLA NUOVA SEGRETERIA M5S - IL VOTO PER LE AMMINISTRATIVE E’ PREVISTO PER LA PRIMAVERA, SEMPRE CHE IL PD NON RIESCA A CONVINCERE IL GOVERNO A SPOSTARE LE URNE A SETTEMBRE CON LA SCUSA DI UNA MAGGIORE VACCINAZIONE DI MASSA - FINORA IN NESSUNA CITTÀ SEMBRA REGGERE LA PROSPETTIVA DI UN'ALLEANZA PS-M5S, TRANNE A NAPOLI, MA SOLO SE SI CANDIDA ROBERTO FICO - NEGLI ALTRI CAPOLUOGHI SI PUNTA ALLA DESISTENZA DEL M5S…

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Ilario Lombardo per “la Stampa”

 

di maio raggi di maio raggi

La colonna sonora della rivincita di Virginia Raggi è il suono del cellulare che non smette mai di vibrare dopo mesi che è rimasto muto. La chiamano in tantissimi e in tantissimi inviano messaggi. Soprattutto del M5S: compagni di partito che devono levarsi di dosso l'immagine dei congiurati, grillini che scommettevano sulla sua condanna per aprire la strada a una possibile alleanza cittadina con il Pd. Sono quelli che «salgono sul carro del vincitore».

 

Troppo facile farlo ora, sostiene Raggi appena uscita dal tribunale, il volto rigato dall' emozione e la voglia di rivalsa da urlare ai microfoni. Il j' accuse non è improvvisato ma studiato parola per parola. E serve soprattutto a lanciare un avviso. Raggi infatti è pronta a candidarsi per un posto nell' organo collegiale che definirà la leadership del Movimento quando la tanto attesa competizione interna avrà luogo, forse a gennaio.

CARLA RUOCCO ALESSANDRO DI BATTISTSA VIRGINIA RAGGI LUIGI DI MAIO CARLA RUOCCO ALESSANDRO DI BATTISTSA VIRGINIA RAGGI LUIGI DI MAIO

 

È il secondo tempo della sua personale sfida nei confronti di chi le ha fatto pesare solitudine e silenzi. I «tanti - dice - che dovranno riflettere». Non fa nomi, ma è evidente che punta alla classe dirigente del M5S, che non può non includere l' ex capo politico Luigi Di Maio e l' attuale reggente Vito Crimi, Paola Taverna e chi non l' ha sostenuta in anni di feroci conflitti cittadini e nazionali, di cause e lacerazione interne.

 

A loro si rivolge anche il suo capo staff, Max Bugani, in rotta con Luigi Di Maio: «Un caloroso e affettuoso saluto a tutti coloro che avevano sperato nella sua condanna».

La rivincita ha poi una coda di retrogusto malizioso.

 

APPENDINO RAGGI APPENDINO RAGGI

Virginia Raggi risponde a due soli tweet dei tanti che la inondano di complimenti. A Chiara Appendino, sindaca di Torino, con cui ha condiviso le disavventure giudiziarie, finite però con esiti diversi. E a Carlo Calenda, un avversario per il Campidoglio, il più insidioso.

Non lo fa a caso, ma per una sorta di solidarietà tra reietti dei propri partiti e aree politiche, che li volevano fare fuori (anche se ai vertici dem e grillini sostengono che Calenda avrebbe preferito una intesa Pd-M5S per correre in solitaria contro di loro).

Tra le più grandi delusioni di Raggi ce n'è una recente.

 

RAGGI E APPENDINO IN CAMPIDOGLIO RAGGI E APPENDINO IN CAMPIDOGLIO

Quando proprio Calenda denunciò che a un tavolo del Pd si scommetteva sulla condanna della sindaca per chiudere un accordo con i 5 Stelle, nessuno si prese la briga di smentire. Nessuno, soprattutto, tra i grillini. Certamente, il passaggio giudiziario sulla sindaca di Roma era atteso anche per capire che fine farà il fragile patto sulle grandi città sponsorizzato soprattutto da Di Maio, e con meno calore dal segretario dem Nicola Zingaretti.

 

enrica sabatini davide casaleggio max bugani enrica sabatini davide casaleggio max bugani

La sua ricandidatura lanciata con largo anticipo ad agosto scorso, con relativo superamento del tabù del terzo mandato, aveva rotto uno schema. E non per nulla tra i più tenaci difensori che ieri hanno rivendicato la propria costante fiducia in Raggi, assieme a Stefano Buffagni, c'è Alessandro Di Battista, tornato a esultare con un messaggio chiaro: «Non vedo l' ora di sostenerti di nuovo come candidata al Campidoglio!».

 

VIRGINIA RAGGI E MAX BUGANI VIRGINIA RAGGI E MAX BUGANI

Il voto è in primavera, sempre che il Pd non riesca a convincere il governo a spostare le urne a settembre con la scusa di una maggiore vaccinazione di massa. Ma finora in nessuna città sembra reggere la prospettiva di un' alleanza, tranne a Napoli, ma solo se il presidente della Camera Roberto Fico dirà sì alla candidatura. Negli altri capoluoghi si punta alla desistenza del M5S.

 

A Milano correrà Beppe Sala e contro di lui è già evaporata l' ipotesi di candidare Stefano Buffagni (lui stesso ha detto di non pensarci minimamente). Anche a Bologna il centrosinistra corre per vincere da solo. A Torino invece la situazione si è complicata. Solo una candidatura di sinistra non ostile al M5S potrebbe garantire una convergenza al secondo turno. Intanto Appendino, dopo la condanna a settembre e l' autosospensione dal Movimento, proprio ieri ha deciso di abbandonare la chat dei sindaci 5 Stelle.

 

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