1. LA STRONCATURA DI ‘VERRIT’, PSEUDO-SOCIAL NETWORK CONTRO LE NOTIZIE FALSE CHE IN REALTÀ È UNO STRUMENTO DI PROPAGANDA PRO-HILLARY, CREATO DA UN SUO EX CONSULENTE DAL PASSATO OSCURO
http://gizmodo.com/no-one-asked-for-verrit-but-here-we-are-1799232220
2. «SEGUITE QUESTO SITO», E GLI HACKER LO OSCURANO: IL MISTERO DEL SOCIAL CONSIGLIATO DA HILLARY CLINTON
Marilisa Palumbo per www.corriere.it
Erano più o meno le 7 di domenica sera quando Hillary Clinton ha sorpreso e incuriosito i suoi milioni di follower facendo l’endorsement di una nuova piattaforma politico-mediatica, Verrit, che promette di essere «la voce dei 65,8 milioni», riferimento agli elettori dell’ex first lady e segretario di Stato alle presidenziali dello scorso novembre (più di quelli di Trump, ma il sistema americano pesa i voti degli Stati).
verrit la piattaforma dei fan di hillary
Poco meno di un’ora dopo il sito è andato in tilt e il suo fondatore, Peter Daou, ha subito parlato di un sospetto DdoS, o distributed denial of service attack, un attacco informatico in cui un server è intenzionalmente sommerso da traffico proveniente da molte fonti. I problemi al sito, ha assicurato, non sono nati dal boom di adesioni seguito al tweet di Hillary (che da domenica sera a lunedì mattina ha quintuplicato i follower di Verrit nonostante le ore di blackout).
«Ci vogliono far scomparire»
hillary clinton promuove verrit
Daou, che è stato un consigliere di Hillary Clinton nella campagna elettorale del 2008, quella delle primarie democratiche perse contro Barack Obama, mira con Verrit a creare una sorta di social network per i sostenitori della ex candidata democratica che, scrive nella lettera di presentazione, «continuano a essere marginalizzati e bullizzati». Dopo che Hillary ha espresso il suo sostegno al progetto dice di aver testimoniato una esplosione di odio «rivoltante».
E che quanto successo dimostra la necessità di una piattaforma come Verrit perché nemmeno nei media «c’è rifugio per gli elettori di Hillary. I suoi odiatori vogliono che scompaiano con lei. Non succederà». A scatenarsi però non sono stati solo gli Hillary «haters», ma anche semplici osservatori scettici sul metodo usato dal sito di usare dei «codici di autenticazione per verificare le frasi», che vorrebbero essere un bollino di autenticità ma puzzano un po’ di propaganda.
Laurence Tribe, uno dei più importanti costituzionalisti americani, acuto e feroce anti trumpiano, osserva che oltre che a concentrarsi su misoginia e razzismo dalle parti di Verrit (e di Clinton) farebbero bene a pensare alle preoccupazioni economiche della classe media e ai timori di quanti sono disorientati dai cambiamenti culturali.
Le mosse di Hillary
Non è chiaro se Daou e Clinton si siano coordinati — entrambi non confermano né smentiscono contatti — ma è difficile immaginare il contrario. Una cosa è certa, l’ex first lady, il cui libro — «What happened», sulla sfortunata corsa contro Trump — sarà in libreria dal 12 settembre, ha in programma un lungo tour di presentazioni negli Stati Uniti e in Canada e non sembra avere alcuna intenzione di tenere un profilo basso. Cosa che agita molti democratici, convinti che sia una figura troppo polarizzante e che finisca per danneggiarli nella campagna che si va scaldando per le elezioni di medio termine del 2018.
peter daou con arianna huffington i fan di hillary clinton come quelli di britney peter daou