IL VIMINALE HA DECISO: LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE SI TERRANNO IL 3 E 4 OTTOBRE - GLI EVENTUALI BALLOTTAGGI DOMENICA 17 E LUNEDÌ 18 OTTOBRE - SECONDO GLI ESPERTI, UNA QUINTA ONDATA È PIÙ PROBABILE A OTTOBRE INOLTRATO, CON LA RIAPERTURA DELLE SCUOLE E IL RITORNO NEGLI STADI - SONO CHIAMATI ALLE URNE OLTRE 12 MILIONI DI ITALIANI PER SCEGLIERE LE AMMINISTRAZIONI DI 1.162 COMUNI - È PROBABILE CHE NELLE STESSE DATE SI VOTI, CON TURNO UNICO, ANCHE PER LE REGIONALI IN SICILIA E IN CALABRIA...

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ELEZIONI AMMINISTRATIVE ELEZIONI AMMINISTRATIVE

Francesco Pacifico per "il Messaggero"

 

Oltre che all'ultimo voto, sarà una corsa anche per prevenire una nuova ondata del Covid. Dopo tanti tira e molla - legati alle ipotesi di anticipare tutto a settembre - il Viminale ha stabilito che la tornata amministrativa di autunno si terrà, per quanto riguarda il primo turno, domenica 3 e lunedì 4 ottobre. Gli eventuali ballottaggi domenica 17 e lunedì 18 ottobre. Le principali sfide - quelle con un'eco nazionale - a Roma, Napoli, Milano, Bologna e Torino.

 

SEGGIO ELETTORALE SEGGIO ELETTORALE

Più in generale sono chiamati alle urne oltre 12 milioni di italiani per scegliere le future amministrazioni di 1.162 Comuni, compresi quelli delle Regioni a statuto speciale. Ma è probabile che nelle stesse date si voti, ma con un turno secco, anche per le regionali in Sicilia e in Calabria. Ieri, dopo moltissime polemiche, è arrivato il decreto firmato dal ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, che ha fissato la tempistica della consultazione. Al Viminale si è dovuto fare i conti anche con il Covid.

 

Questa tornata amministrativa si doveva tenere a marzo, ma fu spostata proprio perché in quel periodo si era nel pieno della seconda ondata del virus: comizi prima eppoi le file davanti ai seggi avrebbero aumentato soltanto i contagi. Ma il problema si è riproposto nelle ultime settimane con la recrudescenza del virus spinto dalla variante Delta ed è tornata l'ipotesi settembre.

 

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Un'idea suffragata anche da alcuni pareri informali del Cts, che ha anche consigliato di dotare i seggi di dispenser di gel e di schermi plexiglass per evitare contatti tra elettori e scrutatori. I quali, poi, dovranno contare le singole schede indossando guanti. Ma gli ultimi dati sui casi Covid e la speranza che a cavallo tra agosto e settembre tutta l'Italia raggiunga l'immunità di gregge grazie alla vaccinazione, avrebbe spinto il governo a rivedere questo proposito. Anche perché, secondo gli esperti, una quinta ondata è più probabile a ottobre inoltrato, quando avremo scontato la riapertura delle scuole e il ritorno negli stadi o in presenza in altri luoghi al chiuso.

 

LO SCONTRO Ma la querelle non è stata soltanto di natura epidemiologica. Al Pd non sarebbe dispiaciuto un anticipo, forte delle loro strutture per raccogliere le firme necessarie per presentare le candidature. Contrario invece il centrodestra, che soltanto in zona Cesarini è riuscita a trovare un accordo sui nomi di città importanti come Milano o Napoli. Detto questo, i partiti dovranno correre, perché le liste vanno depositate entro il 4 settembre, il che comporta raccogliere le firme necessarie ad agosto, andando a fare campagna anche in spiaggia.

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GLI EFFETTI Come detto, a ottobre, le sfide principali riguardano Roma (contro l'uscente Virginia Raggi Carlo Calenda, Roberto Gualtieri ed Enrico Michetti), Napoli (Antonio Bassolino, Gaetano Manfredi e Catello Maresca), Milano (il sindaco in carica sala Giuseppe Sala contro Luca Bernardo), Bologna (Fabio Battistini e Matteo Lepore) e Torino (Stefano Lorusso e Paolo Damilano). Ma questa tornata avrà anche ripercussioni nazionali. A sinistra sarà il primo banco di prova per la gestione di Enrico Letta del Pd e dell'accordo tra il leader del Nazareno e quello, ancora in pectore, dei Cinquestelle Giuseppe Conte. Sul versante del centrodestra Giorgia Meloni sogna il sorpasso di Fratelli d'Italia sulla Lega di Matteo Salvini non solo nei sondaggi.

 

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