Niccolò Carratelli per la Stampa - Estratti
giuseppe conte elly schlein roberto speranza foto di bacco
«Aspettiamo la Sardegna e vediamo». Stato d'animo comune, sia in casa Pd che dalle parti del Movimento 5 stelle.
La partita che si gioca domenica sull'isola, la prima sfida del 2024, può essere decisiva nell'indirizzare quelle che seguiranno. La vittoria di Alessandra Todde, ex viceministra M5s, candidata del campo progressista, è una possibilità un po' più concreta rispetto a qualche settimana fa. Nei sondaggi lo scarto tra lei e il candidato della destra, Paolo Truzzu, è minimo: un dato sorprendente, calcolando i voti che comunque le porterà via Renato Soru.
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L'attivismo di Giuseppe Conte ed Elly Schlein, che da ieri è a Cagliari per altri due giorni di comizi elettorali, si spiega con questa incoraggiante consapevolezza. I due erano pronti addirittura a salire insieme sullo stesso palco con la loro candidata, cosa mai avvenuta finora. Poi è stata Todde a preferire per venerdì, serata di chiusura della sua campagna, un evento senza leader, solo tra sardi.
Ma l'idea di poter puntare al colpaccio resta. Nel caso, sarebbe la prima regione strappata alla destra dall'alleanza Schlein-Conte, oltre che la prima volta di un'esponente Cinque stelle alla guida di una regione.
Una botta di entusiasmo e fiducia non indifferente, che potrebbe aiutare a sbloccare le trattative sulle alleanze nelle altre regioni e città, dove Pd e 5 stelle faticano a mettersi d'accordo. «Avete visto? Uniti si vince», sarebbe il ritornello. Viceversa, se Todde dovesse perdere, per Conte e Schlein sarebbe più complicato spingere i propri rappresentanti locali al compromesso per battere la destra. Ammesso che abbiano la forza per farlo.
Perché, se prendiamo il caso del Piemonte, le distanze sembrano difficilmente ricomponibili. Scavate da anni di contrasti politici a Torino e in varie realtà territoriali, con i 5 stelle che ormai hanno individuato la loro nuova battaglia in stile "no-Tav": la lotta contro la realizzazione di un ospedale nel parco della Pellerina. Qualche giorno fa c'è stata anche una lite in Consiglio regionale tra la capogruppo M5s, Sarah Disabato, e la consigliera dem Monica Canalis, a proposito di una manifestazione di protesta per i disagi sulla linea ferroviaria tra Torino e Pinerolo.
Insomma, non tira aria di alleanza. L'ultima riunione in presenza tra le due delegazioni risale a un mese fa, c'è stato un confronto in video-collegamento a inizio febbraio, su iniziativa del responsabile Enti locali del Pd, Davide Baruffi, senza fare però alcun passo in avanti. «Qui non siamo in Sardegna», sottolinea un esponente locale del Movimento, che avrebbe già pronta la sua candidata di bandiera per la corsa in solitaria: la senatrice di Alessandria Susy Matrisciano.
Ma per rompere definitivamente, sospettano dal Pd, attendono l'esito delle elezioni in Sardegna e anche un eventuale epilogo positivo della trattativa in corso in Basilicata, dove i tempi sono diventati improvvisamente molto stretti, visto che si voterà il 21 e 22 aprile. «Con i 5 stelle ci sono contatti continui, non abbiamo ancora fissato una riunione, ma credo che per l'inizio di marzo si prenderà una decisione», auspica il segretario regionale dem Giovanni Lettieri.
In campo, al momento, c'è solo Angelo Chiorazzo, ribattezzato "il re delle coop bianche", vicino alla comunità di Sant'Egidio, con importanti relazioni in ambienti ecclesiastici. Il Pd lucano ha scelto di sostenerlo, l'ex ministro Roberto Speranza si è speso per favorire la nascita di una coalizione intorno al suo nome: «Ci sono sondaggi riservati che parlano chiaro: Chiorazzo intercetta anche voti di centrodestra, già da solo va sopra il 15%, con lui andiamo a vincere le elezioni – spiega a La Stampa –. Non possiamo sprecare un rigore a porta vuota»
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