Riccardo Luna per "la Repubblica"
Pronti. Via. E il Lazio si pianta subito. Niente che non si sia già visto nella travagliata storia digitale italiana. Ma insomma: la piattaforma regionale per prenotare i vaccini anti Covid agli ultraottantenni si blocca. Troppi accessi, dicono per giustificarsi, come se fosse davvero imprevedibile questa ansia degli anziani di mettersi al riparo da un virus che per loro è spesso mortale.
Alle 8, ora fissata per la partenza, risulta inaccessibile (così come il numero telefonico). Dopo un po' compare un avviso che dice che si parte alle 12 ma anche allora riuscire a prenotarsi è un po' come vincere alla lotteria degli scontrini. In rete volano stracci: qualcuno dice che avremo battuto il Coronavirus prima che il portale funzioni.
Alla fine della prima giornata ci riusciranno in 50 mila, fanno sapere dall'assessorato alla Sanità; un buon dato dicono, e poi siamo partiti prima di tutti. «Tra aspettare e partire abbiamo deciso di partire per tutelare i nostri anziani», si difende l'assessore Alessio D'Amato.
Nel frattempo prende forma la piattaforma nazionale dei vaccini di Poste. Se ne parla da prima di Natale. Era stato il commissario straordinario Domenico Arcuri a rivelare di aver incaricato "Poste ed Eni" di mettere a disposizione gratuitamente una piattaforma per gestire le vaccinazioni.
In realtà Eni c'entra poco (entrerà in campo in un secondo momento con il supercalcolatore HPC5 per fare valutazioni sui dati). A Poste iniziano a lavorarci quaranta giorni fa con due obiettivi: da un lato assicurare la gestione logistica dei vaccini (da dove arrivano? di quale tipo? quanti sono? come vanno conservati? a chi sono destinati?).
MATTEO DEL FANTE POSTE ITALIANE
Di fatto, dal punto di vista del software, si tratta di una estensione del lavoro che Poste già fa per la gestione di qualsiasi pacco; è bastato inserire nei sistemi un nuovo centro logistico a Pratica di Mare. Fatto.
Più complicata la realizzazione della piattaforma per le prenotazioni dei vaccini da parte dei cittadini (e dove i medici e gli operatori sanitari devono inserire i dati delle vaccinazioni effettivamente effettuate).
Sulla carta sembra davvero ben pensata: consentirà di prenotarsi online, al telefono, oppure di persona con il portalettere e con il bancomat di Poste. E si appoggia al cloud di Microsoft, Azure, e questo dovrebbe escludere che possano esserci intoppi come quelli registrati ieri nel Lazio.
Eppure qualcosa è andato storto. Infatti a inizio gennaio quando i dirigenti di Poste la presentano a tutte le regioni, dicono: è gratis, usatela! In una, due, tre riunioni. Alla fine, ora che la piattaforma è pronta al debutto, il bilancio è questo: solo quattro regioni hanno scelto di usarla: Abruzzo, Marche, Calabria e Sicilia.
Le altre? In ordine sparso. Facciamo noi. Abbiamo i nostri sviluppatori. Le nostre società informatiche da far lavorare. «È l'Italia del Titolo V», commentano negli uffici del commissario evidenziando i limiti dell'autonomia regionale in materia di sanità. Dicono che lo stesso Arcuri si sia speso personalmente con i governatori per convincerli a usare la piattaforma nazionale. Anche con il presidente del Lazio Nicola Zingaretti? Anche con Zingaretti. Non è servito ma pare che stia facendo breccia su Friuli-Venezia Giulia e Molise.
roberto speranza domenico arcuri
Le altre, niente. Va detto che ieri è partita anche la Campania con le prenotazioni ed è andato tutto abbastanza bene. E il Lazio? Perché ha snobbato Poste? «Solo questione di tempi. In Poste erano indietro e noi volevamo partire al più presto e abbiamo preferito fare da soli (rivolgendosi alla società informatica Lazio Crea, ndr). Ma in questo modo tra una settimana avremo prenotato tutti gli over 80 che sono oltre 400 mila» spiega l'assessore.
Certo, la piattaforma regionale si poteva progettare meglio, il dimensionamento del traffico si prevede facilmente ormai, c'è il cloud che consente di reggere gli urti delle partenze; ma, dice D'Amato, «in una macchina così complessa i disagi ci stanno, l'importante è raggiungere l'obiettivo. Sentiamoci fra una settimana».