Vittorio Feltri per “Libero quotidiano”
La lotta al gasolio è una delle cose più idiote degli ultimi anni. E proprio per questo vi partecipano molti cittadini influenzati dagli ecologisti da strapazzo, convinti che la Terra sia sul punto di esplodere. Risultato, l'economia soffre e rende più difficile la vita a tutti quanti. Il mercato dell' automobile sta andando a pallino con grave pregiudizio per vari Paesi, incluso il nostro. Ormai l'opinione pubblica, guidata da una élite di imbecilli, è convinta che l'umanità sia minacciata da cambiamenti climatici inesistenti.
Ieri qualsiasi organo di stampa enfatizzava le manifestazioni mondiali al centro delle quali primeggiava la solita Greta, una ragazzina sprovveduta però sopravvalutata da una massa di deficienti, specialmente giovani, che si sono inventati un nuovo tormento, il clima.
Siamo al solito delirio. Nel 1968 l'avversario era la borghesia.
Avanzava il proletariato, interpretato come una religione dagli studenti, cioè i figli dei signori o aspiranti tali, l'emblema era l'eskimo, l'attività più intensa degli stolti di sinistra era l'occupazione delle aule universitarie con annessa assemblea. I fanciulli picchiavano i professori, protestavano contro non si sa chi, e ci andavano di mezzo i poliziotti e i magistrati, molti dei quali vennero allegramente assassinati.
Furono anni di merda che mi toccò trascorrere rinunciando alla mia identità. Lavoravo alla Notte, giornale di destra, e mi fingevo un cronista dell'Ansa allo scopo di poter raccontare i fatti, assistendovi, per evitare il rischio di essere sprangato come un Ramelli qualsiasi. Un'epoca che ricordo bene ma che non rimpiango. Mai conosciuti tanti coglioni quanto in quel periodo di follia collettiva di stampo marxista. I marxisti si sono estinti per fortuna, mentre gli stolti sono vispi e dilagano ancora sotto la veste ecologista.
proteste contro il cambiamento climatico
Essi si battono contro il sole e l'aria cattiva e fanno trionfare la loro ignoranza. Credono di essere vittime, nella loro banale esistenza, dello scioglimento dei ghiacciai, che comunque non è comandato dai capitalisti. Mi vergogno a scrivere queste ovvietà, eppure devo farlo per motivi di coscienza assistendo a piazzate internazionali così dissennate. Si tratta di una guerra alla civiltà, al benessere. La decrescita felice, la rinuncia alle tecnologie avanzate: siamo di fronte a un degrado culturale allarmante. Cerchiamo di arginarlo. Non possiamo essere schiavi dei soliti adolescenti stolidi piloti della regressione.