1. AGGRESSIONE A JOLY, TAJANI PRENDE LE DISTANZE DA LA RUSSA E APRE ALLA POSSIBILITÀ DI SCIOGLIERE CASAPOUND, “MA SERVE UNA SENTENZA”
Giacomo Salvini per www.ilfattoquotidiano.it
l aggressione al giornalista della stampa andrea joly 4
“Il giornalista della Stampa Andrea Joly doveva qualificarsi prima del pestaggio? Non sono d’accordo con il presidente del Senato Ignazio La Russa…”.
Il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, prende le distanze dalle parole della seconda carica dello Stato che martedì, alla cerimonia del Ventaglio, aveva criticato il cronista picchiato dai militanti di CasaPound perché si sarebbe “dovuto identificare” e perché “non passava lì per caso”.
Il leader di Forza Italia […] parla col Fatto e altri due quotidiani della vicenda: “Il pestaggio contro Andrea Joly è un atto criminale – spiega il vicepremier – e questo lo dico indipendentemente dal fatto se lui si fosse dichiarato giornalista o meno. Non è accettabile picchiare una persona mentre sta riprendendo”.
GIORGIA MELONI - ANTONIO TAJANI - PATRIZIA SCURTI
Ma La Russa ha detto che il giornalista si sarebbe dovuto qualificare, gli chiedono i cronisti: “Beh, sarebbe stato altrettanto grave se fosse stato un cittadino comune […] Dopodiché è chiaro che hanno aggredito Joly perché si sono accorti che fosse un giornalista e che stesse riprendendo”.
Se il presidente del Senato ha anche spiegato che non spetta a lui decidere se sciogliere CasaPound (“non vorrei che la Lega chiedesse di sciogliere il Pd dopo alcuni atti di violenza nei confronti del capogruppo in consiglio comunale a Massa”), Tajani invece apre per la prima volta a questa possibilità.
andrea joly aggredito da militanti di estrema destra a torino 1
L’unico ad averlo fatto finora nel governo Meloni: “Spetta alla magistratura e al legislatore – aggiunge il vicepremier – c’è una legge che prevede che ci debba essere una sentenza dei giudici: se ci fossero gli estremi per farlo – una violazione della legge e della Costituzione – sarei favorevole”. […]
2. LITE CONTINUA A DESTRA. TAJANI ALZA LO SCONTRO. FORZA ITALIA SI METTE DI TRAVERSO SULL’AUTONOMIA
Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
Il duello è previsto per oggi, venerdì 26 luglio, durante il Consiglio dei ministri. Roberto Calderoli svolgerà un’informativa sull’attuazione dell’Autonomia differenziata.
Al termine, Antonio Tajani potrebbe alzare la mano per dire, in sostanza: «Abbiamo un problema». Il vicepremier azzurro non ritiene accettabile che la riforma svuoti alcune competenze della Farnesina sul commercio estero, senza prima valutarne l’impatto: gli accordi tra Stati esteri e alcune Regioni potrebbero infatti danneggiarne altre.
ignazio la russa giorgia meloni 25 aprile 2024 altare della patria
Una preoccupazione politica da leader di una Forza Italia sempre più radicata al Sud, quella di Tajani. Ma anche da ministro degli Esteri. L’ultima battaglia che in queste ore logora la maggioranza.
È una dinamica che non accenna a rallentare, duello dopo duello. Al centro dello scontro finisce sempre più spesso la sanità - e quindi l’Autonomia - imposta dalla Lega e accettata senza battere ciglio da Giorgia Meloni. Su questo terreno lancia un segnale ad esempio Licia Ronzulli, che spiega ad Agorà estate di considerare solo «un primo passo» - e non «risolutivo» - il decreto sulle liste d’attesa.
Ma a far discutere è soprattutto il «macigno nello stagno», così lo chiama Roberto Occhiutto, che il governatore della Calabria lancia al mattino. L’azzurro, che è anche numero due di Tajani, avverte degli enormi rischi dell’Autonomia differenziata per le aree più fragili d’Italia.
E chiede una «moratoria» che congeli la possibilità di siglare patti tra le Regioni e lo Stato sulle leggi non soggette ai Lep. Intese che invece i leghisti, capitanati da Luca Zaia, non vedono l’ora di sottoscrivere. «Non ho pregiudizi, ma la legge sull’Autonomia andava approfondita di più. Occorre un surplus di riflessione – sostiene Occhiuto durante la trasmissione Start – fino a quando non sarà superata la spesa storica».
antonio tajani matteo salvini giorgia meloni
È un colpo durissimo, scagliato contro il Carroccio e a tutela del Sud (per giunta nel giorno in cui diventa operativa la piattaforma per la raccolta on line delle firme dei cittadini a sostegno delle proposte referendarie). Ed è un terreno di scontro che allerta Palazzo Chigi. È infatti ormai chiaro che Forza Italia si prepara a cavalcare la battaglia contro la riforma del Carroccio, interpretando il malcontento del Mezzogiorno.
È come se la scossa di Pier Silvio Berlusconi al partito abbia spinto la leadership e i suoi quadri ad alzare il livello della pressione sul governo. Tajani, ad esempio, giudica positivamente le parole di Occhiuto, allargando il fronte. «È la richiesta del presidente di una regione del Sud, legittima. Io ho creato un osservatorio di Forza Italia su questo, quindi valuteremo l’evoluzione della situazione».
Ma non basta. Il ministro degli Esteri si espone sul problema del sovraffollamento degli istituti di pena […]. […]