Luca Pagni e Sara Bennewitz per “la Repubblica”
Un altro possibile ritorno a Cassa Depositi e Prestiti: quello in cda dell' ex presidente Franco Bassanini. Solo pochi giorni fa il consiglio di amministrazione ha indicato come nuovo presidente l' ex banchiere di Jp Morgan e Intesa, Giovanni Gorno Tempini che di Cassa era stato già amministratore delegato tra il 2010 e il 2015.
La nomina avverrà nell' assemblea dei soci che si terrà venerdì prossimo. E nella stessa seduta potrebbe esserci anche la cooptazione in cda di Franco Bassanini, in sostituzione del dimissionario Valentino Grant, indicato dalla Lega ma dalla scorsa estate al Parlamento europeo. Anche per Bassanini si tratta di un ritorno: della Cdp è stato presidente negli stessi anni in cui Gorno Tempini era ad.
Se dovesse essere confermata, la nomina di Bassanini potrebbe dare il via a una più complessa partita di nomine nelle controllate della Cdp. E - a cascata - anche in altre società sotto l' egida del Tesoro, dove il rinnovo delle cariche è ormai congelato da mesi, oltre ai vertici dell' Agcom e del garante della Privacy.
Il ritorno di Bassanini, che tra le altre cose è stato ministro della Funzione Pubblica nei governi retti da Prodi, D' Alema e Amato, rassicura la componente Pd al governo: il nuovo consigliere potrebbe costituire un asse con il ministro dell' Economia Roberto Gualtieri - primo azionista di Cdp - considerando che l' attuale ad, Fabrizio Palermo è stato nominato dalla maggioranza Lega-M5S. Mentre Gorno Tempini è stato indicato dalle Fondazioni bancarie (socie con il 15,93% di Cdp), in sostituzione del dimissionario Massimo Tononi.
La possibilità che si sblocchino le nomine è confermata dalla convocazione di un consiglio della Cdp, anticipato al 21 novembre: in quella data potrebbe arrivare la quadra sui nuovi cda di Sace, Simest, Cdp Immobiliare, Cdp equity.
Oltre a ricreare l' accoppiata con Gorno Tempini, Bassanini servirebbe anche a garantire il progetto della rete in fibra ottica, che sta molto a cuore sia ai Cinque Stelle, sia al Pd. I tempi matureranno solo nel 2020, ma prende sempre più corpo la possibilità di fondere Open Fiber (di cui Bassanini è presidente) in una società della fibra insieme alla Flash Fiber di Telecom Italia. Enel, che ha il 50% di Open Fiber, venderebbe la sua quota a uno o più fondi internazionali, mentre Cdp - che ha l' altro 50% - riceverebbe un concambio in azioni Tim. E così la Cassa, che ha già il 9,9% di Tim, diventerebbe il primo azionista della società, così come del nuovo soggetto della fibra.
Bassanini giocherebbe, quindi, una partita con un doppio ruolo: presidente della società della fibra e consigliere del suo primo sponsor, ovvero la Cdp. Del resto era stata proprio la Cassa - con Enel - a farsi promotrice, sotto il governo Renzi, di Open Fiber, per dotare l' Italia di una rete in fibra ottica.