Ilaria Proietti per il “Fatto quotidiano”
Non solo Matteo Salvini si deve guardare le spalle da quanti, tra i suoi, vorrebbero fargli la pelle per l'azzardo di aver aperto una crisi di governo che rischia di tenere fuori la Lega dai Palazzi. Ora ha ragione di temere pure di perdersi per strada Forza Italia, la cui pazienza ha messo a dura prova negli ultimi giorni, per aver negato a Silvio Berlusconi un incontro per siglare l' alleanza elettorale in caso di ritorno alle urne.
La "scostumatezza" del "Capitano che si è fatto desiderare di persona e persino per telefono" ha ridato coraggio l' iniziativa della fronda interna forzista che di precipitarsi al voto non ne vuole sapere. Non solo perchè "di Salvini non ci si può fidare", ma soprattutto perchè, come dice il responsabile economico del partito Renato Brunetta, serve un governo istituzionale dati i rischi che incombono sull' Italia: "Mentre l' economia è in recessione, rischiando uno spread alle stelle e le banche in profondo rosso, aprire una crisi in agosto è stato un gesto da masochisti irresponsabili", dice a La Stampa.
meme sulla crisi di governo salvini berlusconi meloni
L'ex ministro, peraltro, non vuole certo "un governo M5S-Pd" col quale "non ci sarebbe nessun passo avanti": "Nascerebbe un altro mostro, tale e quale al governo M5S-Lega, mentre un ritorno di Salvini coi Cinquestelle sarebbe un mostro al quadrato". Insomma, tradotto: in un futuro governo "istituzionale" deve esserci pure Forza Italia.
È il pensiero che corre da dieci giorni e più tra buona parte delle file forziste in Parlamento. E non è un mistero che a lavorare concretamente a questa prospettiva ci sia pure Gianni Letta: tra gli "azzurri" si dice che il Gran Visir di Berlusconi in persona abbia intavolato una discussione diretta con l' entourage di Nicola Zingaretti a cui ha provato a proporre persino nomi da spendere per Palazzo Chigi: a partire da Enrico Letta, suo nipote, o una figura analoga che possa andar bene per una maggioranza, appunto, "istituzionale" (difficile, però, pensare al M5S che lo accetti).
matteo salvini silvio berlusconi
E sempre su Gianni Letta ha fatto affidamento, fin dall'inizio della crisi al buio innescata dal Carroccio, Matteo Renzi: la sua stella sembrava tramontata per sempre, ma ora riluce di vita nuova proprio per aver per primo sdoganato l'ipotesi di un' alleanza tra democratici e grillini finalizzata a mandare a casa i ministri leghisti, primo tra tutti quello che sta al Viminale, Matteo Salvini. Una luce nuova, quella dell'ex segretario dem, che da giorni lampeggia all' indirizzo dei parlamentari forzisti, specie quelli che non si rassegnano a fare da ruota di scorta di Salvini.
Segnali di fumo che nelle ultime ore hanno preso la forma dell' intervista al Giornale di famiglia, in cui Renzi - dalla prima pagina - si dispera: "Rimpiango Berlusconi", che secondo l' ex premier Pd ha un suo standing europeo mentre Salvini in Europa "è un appestato". Non solo pure quanto a "rispetto delle istituzioni tra lui e Salvini c' è un abisso".
Corteggiamento che non è passato inosservato, almeno a Giorgia Meloni, che usa l' arma dell' ironia: "Al mercato delle vacche per due ministeri un piddino Di Maio comprò. Ma venne Renzi che inciuciò con ForzaItalia, che scaricò la Lega, che ruppe con il Mo' Vi Mento, che flirtò con Leu, che amava Zingaretti che al mercato Di Maio comprò".
ENRICO LETTA IN VIETNAM CON GIUSEPPE CONTE