Gabriel Rotar per https://it.sports.yahoo.com/
Il Cagliari sta fin qui svolgendo un campionato strepitoso, la squadra guidata da Maran dista solamente 3 punti dalla zona Champions, ultimo posto occupato dalla Roma. In casa Cagliari la notizia più importante delle ultime ore è però un'altra: l'ufficialità della presidenza onoraria del club a Gigi Riva, storico calciatore della squadra sarda. Una decisione presa nell'ultimo consiglio di amministrazione svoltosi, nel quale si è deliberato anche l'ingresso all'interno del CdA del club del figlio di Gigi, Nicola Riva e la promozione di Felice Usai al ruolo di vicepresidente. Il patron del club rossoblù, Tommaso Giulini ha parlato in conferenza stampa della decisone presa.
"Questa scelta è nata con naturalezza dopo qualche chiacchierata, ci è sembrata una cosa naturale. Gigi vuole stare vicino ad un club che ama. Gigi vuole essere il primo tifoso, lo ha fatto per tutto il popolo rossoblù. A volte mi chiedo chi sono io per parlare di un mito così: è un'emozione ma lo faccio anche con un pizzico di imbarazzo. Riva ritiene che la squadra abbia un bel gioco e la capacità di imporsi, ritrova molto dello spirito della squadra dei suoi tempi. Ha espresso amarezza per la sconfitta contro la Lazio, ha detto che la partita doveva essere chiusa nel primo tempo".
BUFFA TRASFORMA LA PARABOLA DEL RISCATTO DI GIGI RIVA IN UNA FAVOLA
Aldo Grasso per corriere.it
Il mito di Gigi Riva resiste, senza ammaccature. A cinquant’anni da quel grande poema epico che è stato lo scudetto del Cagliari, perdura intatto il suo fascino di miglior marcatore azzurro di tutti i tempi, rimane immutata la sua grandezza. «È un orfano lombardo — sostiene Federico Buffa — indomito, irrequieto e soprattutto posseduto dall’istinto per far gol. Ha il nome dei grandi re francesi, Luigi e il cognome, Riva, di chi è nato o vive sull’acqua.
La qualità, ma soprattutto la fattura dei gol che segnerà, lo faranno diventare l’indiscusso oggetto del desiderio di tutti i presidenti della Serie A italiana». «Gigi Riva, l’uomo che nacque due volte» è il racconto in due puntate che Federico Buffa sta impersonando per Sky Sport: un viaggio di parole e di immagini, una traversata che dalle sponde del Lago Maggiore (Riva è nato a Leggiuno nel 1944) risospinge lo spettatore sulle coste della Sardegna (Riva è rinato a Cagliari nel 1963, dove tuttora vive) per assistere al rito antico dell’eroe che si ribella al destino.
Con fascinazione narrativa, Buffa trasforma la parabola del riscatto di Gigi Riva in una favola bella e struggente, traduce in racconto le tracce di sofferenza che il volto del calciatore non nasconde, neppure ora (le rughe sul viso, «il lato della solitudine e del dolore», «la smorfia sul lato sinistro della bocca, che parlava tanto e spesso meglio di lui»).
Lo aveva già scritto Gianni Brera: «Quando ho conosciuto Riva, ho quasi subito intuito il suo drammatico destino e puerilmente mi sono sforzato di esaltarlo nel favoloso. Re Brenno è diventato Rombo di Tuono perché l’iperbole si addiceva ai suoi prodigi di atleta. Considerando lavoro, dunque sofferenza, il gioco del calcio, mai si è lagnato del proprio dolore fisico». Per lascarsi trasportare da questa storia bisogna penetrarvi con adesione sentimentale. È quello che Buffa chiede, è quello che si desidera.
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