Matteo Pinci per la Repubblica - Estratti
andrea abodi foto gobbi gmt054
Trasformare lo scontro in un dialogo. E provare a spostare l’asse di una riforma che voleva essere una rivoluzione in un cambiamento morbido. Che non tolga allo sport l’autonomia. Il Coni sta lavorando con Federcalcio e Federbasket per provare a portare al ministro per lo sport Abodi una soluzione che renda accettabile, per l’universo sportivo, l’authority per i controlli alle squadre professionistiche.
Venerdì prossimo, nella giunta Coni, presidente Malagò, ma anche Gravina (Figc) e Petrucci (Fip) come uditore, potrebbe prendere forma una proposta: sostituire l’authority con un albo a cui attingere per scegliere i membri di Covisoc e la Comtec, le commissioni che attualmente vigilano sul pallone e sulla pallacanestro. Così, di fatto, i controlli resterebbero nell’alveo dello sport ma le nomine sarebbero fatte su profili indicati dalla politica.
Certo la spaccatura ha saldato i rapporti tra Coni e Figc: «Ci riconosciamo nel Coni — ha detto Gravina — che potrà proporre ipotesi di confronto per migliorarsi».
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Unica vera alleata del ministro oggi è la Lega di Serie B che s’è smarcata dalle posizioni contrarie per dirsi unanimemente a favore di un’authority indipendente che controlli il pallone. Il motivo è che il presidente Balata spera — usando un eufemismo — che Abodi possa essere suo alleato per riottenere l’1% della mutualità sui diritti tv della Serie A che dal 2016 è stato trasferito alla Federcalcio. Una partita che vale più di 9 milioni di euro. L’istanza per riottenerla dalla Figc ovviamente passerà inascoltata e quindi la B si sta muovendo parallelamente.
A questa vorrebbe sommare anche uno 0,5% dalla Serie A, che però per concederlo chiede che Balata rinunci alla cosiddetta “tassa di solidarietà”. Ossia al prelievo di una percentuale del paracadute per chi retrocede in Serie B per ridistribuirlo tra tutte le altre squadre del secondo campionato d’Italia. La somma di queste due poste, circa 15 milioni, potrebbe coprire per la Serie B il rischio di vedere ridotti gli incassi dalle tv per i prossimi anni.
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