Aldo Grasso per il “Corriere della Sera” - Estratti
Non so come chiamarla: casualità, eterogenesi dei fini, sorte, insomma qualcosa del genere.
Ma agli Europei di calcio è successa una cosa davvero singolare. Alla fine, le coppie migliori di telecronisti sono risultate queste: per la Rai, Alberto Rimedio e Lele Adani; per Sky, Maurizio Compagnoni e Beppe Bergomi.
A loro è toccato il privilegio di raccontare la finale tra Spagna e Inghilterra. Chi ha la bontà di seguire questa rubrica, sa come la penso sulle telecronache: si parla troppo. Lo so, l’ho già scritto mille volte, una in più non servirà a nulla. Nell’epoca in cui le immagini ci permettono di vedere meglio che dalle tribune di uno stadio, siamo ubriacati da un fiume di parole.
Detto questo, Lele Adani (si dice che sia divisivo, ma se uno non fosse divisivo significherebbe che è prossimo alla nullità, come quel mestierante televisivo che si è vantato di cambiare canale quando sente Adani) ha un tale entusiasmo che è riuscito in un doppio miracolo.
Prima ha rivitalizzato Stefano Bizzotto, sempre piuttosto notarile, e poi ha dato una scossa anche a Rimedio.
Quanto a Sky, lo sostengo da sempre: Bergomi è molto più bravo con Compagnoni perché perde quella fastidiosa aria di complicità che ha con il suo abituale compagno di viaggio.
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