Estratti da gazzetta.it
L’orticaria può essere causata anche dall’esercizio fisico? Sì, anche se non è propriamente lo sforzo in sé a causarla, come spiega la dottoressa Silvia Gurgone, dermatologa dell’Humanitas San Pio X: “Ci sono tantissime varianti dell’orticaria, alimentate da freddo, da caldo, da contatto.
Si parla di orticaria colinergica o da sforzo, quando questa si sviluppa in seguito a uno stimolo termico. Il calore e la temperatura possono incidere, ma a causare questo tipo di orticaria è soprattutto l’aumento della sudorazione corporea, che va a ostruire le ghiandole sudoripare provocando questo disturbo. I globuli bianchi vanno ad aumentare la produzione di istamina, che sviluppa questa reazione alla sudorazione”.
“A livello terapeutico si cerca di aspettare che la reazione vada via spontaneamente, quindi si tende a non curarla se non con un antistaminico. La diagnosi è clinica. Esistono dei test da sforzo che ci permettono di valutare se il paziente dopo un’attività fisica ha questo tipo di reazioni, e post-sudorazione si vede se si sviluppano i pomfi dell’orticaria.
Nella stragrande maggioranza dei casi la reazione è localizzata e temporanea e si risolve spontaneamente quando la temperatura corporea si ristabilisce. Spesso, infatti, consigliamo docce fresche o impacchi di ghiaccio per favorire il recupero” spiega la dottoressa Gurgone. “Allo stesso modo, non è possibile individuare degli sport che possono più o meno causare l’orticaria. Che sia calcio, pallavolo, corsa o anche tapis roulant in casa, tutto ciò che causa uno stress fisico che innesca una sudorazione potrebbe portare all’orticaria. In questo caso parliamo di sport, ma qualsiasi sforzo pesante potrebbe causarla”.
(...) Sappiamo che i maschi sono maggiormente predisposti, con un esordio in un’età che va dai 10 ai 30 anni, ma sono solo statistiche. Un primo episodio potrebbe insorgere anche a 50 anni”.
(...) Le complicazioni, al di là dei classici sintomi irritanti dell’orticaria, sono molto rare: “A volte si possono avere mal di testa, dolori addominali, dispnea, svenimento. In casi molto al limite si può arrivare allo shock, ma è davvero raro perché comunque quando si hanno queste manifestazioni cliniche si ‘tampona’ subito con l’antistaminico. Se ci sono altri sintomi, in alcune terapie possiamo inserire anche dei beta-bloccanti, che solitamente si danno per l’ipertensione arteriosa, ma parliamo comunque di eventi non frequenti” conclude la dottoressa Gurgone.