Marco Calabresi per il "Corriere della Sera"
Sarà durissima abituarsi, ma conviene iniziare a farlo per non farsi prendere dallo sconforto improvviso o farsi trovare impreparati stile «Non ce la faccio, troppi ricordi». Il dito sul tabellone cercando Djokovic, Nadal e Federer scorre fino alla fine, senza trovare nessuno dei tre nomi: è successo nel Masters 1000 di Toronto, succederà ancora per quello di Cincinnati, dopo che Rafa proprio ieri ha ufficializzato il forfait a causa dell'infortunio al piede che lo tormenta.
Accade per la seconda e terza volta nel solo 2021 (la prima a Miami), è il caso di preoccuparsi: probabilmente non è finita un'era, perché i Tre sono pronti a vincere e smentire ancora, ma vederli assieme al via dello stesso torneo potrebbe diventare l'eccezione che conferma la regola. Tornando indietro nel tempo, per trovare un altro Masters 1000 senza i Big Three (denominazione rivista dei Big Four, ma Murray non è più stato all'altezza degli altri tre) bisogna arrivare a Parigi Bercy 2004, quando i vari Medvedev, Rublev, Tsitsipas e i nostri Berrettini e Sinner avevano a malapena preso una racchetta in mano.
La situazione di Federer è quella che immalinconisce di più: ha compiuto 40 anni quattro giorni fa, ma la torta è stata divorata dalla cerimonia di chiusura e dalle ultime gare dell'Olimpiade di Tokyo, di cui sarebbe dovuto essere protagonista prima di ripensarci. Soltanto cinque tornei nel 2021, al massimo due quarti di finale a Doha e Wimbledon, casa sua. Lo aspettano a Flushing Meadows: anche decidesse di giocare - e non è scontato, visti i problemi al ginocchio - arriverebbe sul cemento americano senza aver cambiato superficie dopo l'erba. Per Nadal e, soprattutto, Djokovic, il discorso è diverso.
Lo spagnolo era stato tra i primi a dire di no ai Giochi di Tokyo ma, contestualmente, aveva rinunciato anche a Wimbledon: ha provato a ripartire da Washington, vincendo un match contro Sock, ma si è dovuto arrendere a Harris e al dolore al piede sinistro che lo perseguita. Dagli Stati Uniti si è spostato in Canada, ma solo per sedersi in sala stampa e annunciare la cancellazione dal tabellone: «Tenevo davvero a giocare qui ma ora è il momento di prendere una decisione e purtroppo è questa».
La decisione di non giocare né Toronto né Cincinnati l'ha presa anche Novak Djokovic, ma è senza dubbio quello più giustificato: delle tre leggende viventi è l'unico che ha affrontato le restrizioni di Tokyo. Si era anche avvicinato alle medaglie, prima di perdere la testa nella semifinale contro Zverev, di rischiare un'altra squalifica contro Carreno Busta nella finale per il bronzo e di dire di no alla finale del doppio misto, ufficialmente per infortunio.
«Ci sto mettendo più tempo del previsto per riprendermi - ha spiegato Nole -. Trascorrerò del tempo con la mia famiglia e recupererò per lo US Open». Dove ha un appuntamento con la storia: vincere il quarto Slam su quattro nella stagione e staccare Federer e Nadal diventando l'uomo ad averne vinti di più, 21. E allora il risparmio energia sarebbe più che motivato.
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