Giorgio Terruzzi per il Corriere della Sera - Estratti
«Mi aspetto di avere a che fare con piloti eroi». La frase è di Stefano Domenicali, capo di Formula One Management, pronunciata durante una intervista al Corriere della Sera tempo fa. Una speranza ampiamente delusa. In una sola corsa, l’ultima in Ungheria, abbiamo avuto un pluricampione del mondo, Verstappen, capace di insistere con i capricci a tal punto da far perdere la pazienza ai suoi tecnici.
Tutta gente che lo supporta e lo sopporta magnificamente da anni; abbiamo ascoltato un lungo conciliabolo sul filo dei 300 orari tra muretto e abitacolo, in attesa di sapere se Norris fosse o meno disposto a rispettare gli ordini di scuderia. Due episodi, gli ultimi di una lunga serie, che nulla hanno a che fare con una dimensione vagamente eroica del campione.
Piuttosto, una ulteriore dimostrazione del contrario. I messaggi via radio, divulgati alla platea, sono spesso imbarazzanti.
Una sfilza di denunce dirette alla direzione corsa, abbinate al lamento. «Mi ha toccato...». «Mi ha spinto fuori...». «Ha superato il limite della pista...». «Mi ha rallentato...». Tutti, ma proprio tutti, costantemente impegnati a fare gli spioni, come quei ragazzini che segnalano alla maestra le mancanze dei compagni di gioco.
Roba da oratorio. Cavalieri del rischio? Sì, ciao.
Giovani uomini, super iper professionali, molto ben pagati, molto coccolati e un po’ disonorati.
Anche perché, poi, faccia a faccia, è tutto un bon ton. Senza contare le parole, sempre uguali, sempre banali, pronunciate durante brevi interviste e conferenze stampa, uniche occasioni in cui si prestano a parlare, con tanto di assistente al fianco, spesso con la pretesa di conoscere le domande in anticipo per eliminare le meno gradite.
Insomma, l’immagine che offrono i campioni della F1 pare davvero un po’ misera, in un tempo in cui abbiamo a che fare, con tennisti più capaci di trasmettere le proprie emozioni, con atleti da Olimpiade freschi, empatici, pronti a trattare l’avventura agonistica come una magnifica opportunità da cogliere.