Giordano Grassi per www.corrieredellosport.it
Dopo lo 0-0 dell'andata ed il 3-3 con la Roma in campionato, l'Atalanta pareggia ancora. Ma lo 0-0 in terra danese, che dura fino al 120', non premia gli uomini di Gasperini, autori di una grande prestazione, specie nel primo tempo, ma che non potranno rivivere le notti magiche d'Europa League che hanno caratterizzato un po' tutta la scorsa stagione. Fatali, come spesso accade alle italiane, i calci di rigore: brucia in particolare l'errore di Gomez, fermato dalla traversa.
PRIMO TEMPO - Gasperini schiera i suoi col consueto 3-4-1-2, ma effettua tre cambi rispetto alla gara d'andata all'Atleti Azzurri d'Italia: Palomino per Mancini, Castagne per Hateboer e Zapata per Barrow. Nei primi 10 minuti, l'Atalanta soffre il giro palla dei danesi, ma ciò non le impedisce di produrre la prima occasione della partita: al 4', infatti, Toloi fa da sponda per Zapata, che non riesce ad indirizzare in porta un colpo di testa da ottima posizione. Cinque giri di lancetta e i padroni di casa si rendono pericolosi col giocatore più talentuoso presente in rosa, Viktor Fischer:
l'ex promessa dell'Ajax si destreggia e gira a rete, con Gollini che si prende la scena, bloccando a terra sicuro. Il brivido scuote i bergamaschi. Gosens domina sulla fascia sinistra, Gomez e Zapata, seppur ingabbiati in una marcatura asfissiante, provano a creare. Ma il vero protagonista, che trae giovamento dall'inventiva del numero 10 argentino e dal dinamismo dell'esterno tedesco, è l'ex Milan Mario Pasalic, vicinissimo al vantaggio in ben quattro occasioni, di cui tre a dir poco clamorose. Tutte divorate, anche grazie ad un ipnotico Joronen, capace di fermarlo persino di ginocchio. Si va così al riposo sullo 0-0, risultato che non rende merito alla mole di gioco espressa dall'Atalanta.
SECONDO TEMPO - Nella ripresa scende in campo un Copenaghen maggiormente intraprendente, spettatore assente nella prima frazione. Carica agonistica, fisicità e qualche fiammata inibiscono i ragazzi di Gasperini. Il tecnico nerazzurro capta le difficoltà e richiama in panchina Zapata e Pasalic, mandando in campo l'ex Cornelius (3 Scudetti e 4 Coppe di Danimarca vinti coi "Leoni") e il giovane Barrow. Ma la partita è bloccata e il tempo che scorre non è amico delle due fazioni, via via sempre più intimorite all'idea di sbilanciarsi e prestare il fianco all'avversario. La palla del match però, manco a dirlo, capita sui piedi del Papu Gomez, abile prima a conquistarsi con forza, classe ed astuzia una punizione dal limite, e poi di pennellare una traiettoria sulla quale poteva opporsi soltanto il palo. Che grazia un impassibile Joronen. Accade poco altro, un'occasione ce l'avrebbe anche Cornelius, ma la sua zuccata si spegne sul fondo, così l'inerzia del match si protrae fino al 94', quando si concretizza lo spauracchio dei tempi supplementari.
SUPPLEMENTARI E RIGORI - Il riposo sembra far bene all'Atalanta e Gasperini getta nella mischia Pessina ed Ali Adnan. Pronti via e Barrow fa muovere la rete gelando lo stadio, ma è solo un'illusione ottica: il suo destro, infatti, sbatte prima sui cartelloni pubblicitari. Il non ancora 20enne attaccante originario del Gambia si ripete cinque minuti più tardi (97'), ma stavolta spara alto. Eppure, nel momento di maggior difficoltà, il Copenaghen rischia di far seriamente male: da una punizione dalla destra, Boilesen si ritrova un pallone da sparare a rete a due passi da Gollini, ma il difensore danese svirgola completamente, graziando così gli orobici. Al 106', ancora danesi pericolosi, con Fischer fermato da un intervento superlativo di Palomino che vale come un gol. Con azioni da ambo le parti, spesso caratterizzate da errori decisivi, il secondo tempo supplementare scorre via un po' come le forze delle due squadre in campo. Si arriva quindi ai calci di rigore, cui è assegnata l'ardua sentenza: in particolare a Gomez e Cornelius, i cui errori mandano, di fatto, il Copenaghen ai gironi di Europa League.
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