AVVISATE GASPERINI: KLOPP HA LA MANO DE DIOS. SI CHIAMA PETER GRONNEMARK E ALLENA SOLO LE RIMESSE LATERALI – I 17 SCHEMI DIVERSI PER OGNI ZONA DI CAMPO: LA PALLA DA RIMESSA DEVE ANDARE SEMPRE VERSO I PIEDI DEL COMPAGNO E MAI VERSO LA PORTA AVVERSARIA; BISOGNA MANTENERE SEMPRE 8-9 METRI DI DISTANZA TRA CHI BATTE LA RIMESSA E CHI RICEVE” – “LE PERSONE MI RIDEVANO IN FACCIA ALL'INIZIO MA…” – STASERA SUPERSFIDA CONTRO L'ATALANTA - VIDEO

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GRONNEMARK KLOPP GRONNEMARK KLOPP

Antonello Guerrera per “la Repubblica”

 

Oltre al portiere Alisson, per Jürgen Klopp la "mano de Dios" del suo Liverpool, anzi le mani, sono quelle di Thomas Gronnemark: «Sono il migliore al mondo », ci annuncia al telefono dalla sua Danimarca, dove si trova con la famiglia. Esagerato? Chissà.

 

Perché Gronnemark è uno degli ingranaggi cruciali dello schiacciasassi rosso dell' allenatore tedesco che stasera sfida a Bergamo l' Atalanta in Champions League, con gli inglesi in vetta alla Premier League di cui sono finalmente campioni in carica dopo 30 anni di attesa e una Champions vinta l' anno prima. «L' Atalanta è una squadra ben organizzata, dove tutti sanno cosa fare» ha ammesso Klopp ieri, ma Gronnemark è un lusso che sinora si son permesse poche altre squadre in Europa: dall' Ajax al Lipsia, dal Gent al Borussia Mönchengladbach.

 

GRONNEMARK GRONNEMARK

Perché Gronnemark, 44 anni, ex atleta danese, prima corridore e poi bob, fino a conquistare il record mondiale di rimessa laterale con 51,33 metri (capriola inclusa), nel calcio è il mago proprio della rimessa con le mani. «Per molti è un dettaglio insignificante», ci dice, «ma si sbagliano di grosso». Estate 2018: Klopp legge un' intervista alla Bild sui suoi metodi al Borussia Mönchengladbach e vuole così fortemente Gronnemark che lo "insegue" in vacanza con moglie e figli: «Thomas, sono Jürgen. Ho un problema che solo tu puoi risolvere».

 

GRONNEMARK GRONNEMARK

Il problema dei "reds", allora arrivati quarti in campionato e in finale di Champions, erano proprio le rimesse laterali: «Il Liverpool era stata la terza peggior squadra nella stagione 2017/2018».

 

E poi?

«Poi, dal 45,4% di possesso palla conservato dopo un fallo laterale, l' anno dopo siamo passati al 68,4%: i migliori della Premier». E secondi in Europa, dietro ai danesi del Midtjylland. Allenati da? Gronnemark, ovviamente. Insomma, i vantaggi sembrano essere tanti. «Tantissimi - ci spiega il coach danese - nella stagione scorsa, i "reds" hanno segnato 14 gol da rimessa laterale e subito solo tre. Se perdi la palla dopo un fallo laterale, spesso perdi equilibrio: in media, ci sono 40-60 rimesse con le mani ogni partita, per un totale di 15-20 minuti di azioni».

 

THOMAS GRONNEMARK THOMAS GRONNEMARK

Ma torniamo al 2004. Dopo 15 anni di vari sport professionistici, Gronnemark vuole cimentarsi nel calcio. «Ma subito mi accorgo che nessuno aveva mai studiato per bene le rimesse laterali», ricorda.

 

Primo impiego: nella piccola squadra del Viborg, in Danimarca, che con lui in poco tempo sale nella massima serie ottenendo il suo miglior piazzamento. Lo chiamano altre squadre. Fino al 'Gladbach, Rangnick del Lipsia e infine Klopp. I pilastri della filosofia di Gronnemark (vedi il sito www.thomasgronnemark. com/free) sono "Long, fast and clever" (lunghezza, velocità, intelligenza). «Lanciare la palla con potenza, precisione e altezza giuste. Ma soprattutto gli altri giocatori devono creare lo spazio per uscire dalla pressione».

 

THOMAS GRONNEMARK THOMAS GRONNEMARK

Per questo, servono allenamenti specifici. Gronnemark si basa su «16-17 schemi diversi per ogni zona di campo (difesa, centrocampo, attacco)», spiega, «la palla da rimessa deve andare sempre verso i piedi del compagno, o non più in alto di 30 cm di essi; quasi mai verso la porta avversaria, a meno di situazioni eccezionali; e bisogna mantenere sempre 8-9 metri di distanza tra chi batte la rimessa e chi riceve».

 

I suoi migliori discepoli? «I terzini del Liverpool, Alexander-Arnold e Andy Robertson», i quali non solo hanno aumentato la gittata delle loro rimesse (il secondo "di otto metri"), ma hanno imparato «come, dove e quando rimettere in campo il pallone». Ma come vi coordinate con Klopp? «Abbiamo un gran rapporto, ma non ci consultiamo attivamente sulle tattiche: le mie sessioni sono separate e durano 30-60 minuti, 2-3 giorni alla settimana, per un totale di cinque visite a stagione.

 

Certo, sono fondamentali per il suo "Gegenpressing". Uno dei pregi di Klopp è quello di essere un grande ascoltatore ». A differenza di molti altri: «Oh, le persone mi ridevano in faccia all' inizio. Ma lo scetticismo è fondamentale. Perché genera sempre evoluzione». E in Italia? «Nessuno ha chiesto di me. Per ora».

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