Claudio Savelli per "Libero quotidiano"
Scrivi Yeboah e il calciofilo nostalgico pensa subito ad Anthony, detto Tony. Attaccante di fama internazionale degli anni '90, Tony Yeboah è stato il portabandiera del Ghana e, di riflesso, dell'Africa nel calcio europeo: segnava una rete ogni due partite tra Germania e Inghilterra, prima nell'Eintracht (68 gol in 123 presenze), poi nel Leeds (33 gol in 62 partite) e infine nell'Amburgo (28 reti in 100 gare).
A Francoforte divenne il primo capitano africano di una squadra di Bundesliga mala notorietà non lo allontanò dalla patria, anzi: con 29 gol in 59 presenze con la Nazionale ghanese si trasformò in un autentico profeta, precursore degli Eto' o (Camerun) e dei Drogba (Costa d'Avorio).
Yeboah, quindi, per i vecchi calciofili è sinonimo di gol e di Africa. Per i nuovi sarà sinonimo anche di Italia, perché a farsi notare durante l'anno che sta per chiudersi è stato il 21enne Kelvin Yeboah, figlio, fratello (hanno militato entrambi nelle serie inferiori piemontesi) e soprattutto nipote d'arte di Tony, dal quale ha di certo ereditato il senso del gol.
Kelvin è infatti l'italiano più prolifico del 2021 dopo Ciro Immobile: 22 reti contro 27. Certo, il campionato austriaco non è una prova del nove come la serie A, ma nel calcio d'oggi essere un Nove è difficile ovunque.
CRESCIUTO IN PIEMONTE
Kelvin, nato in Ghana ma cresciuto a Bellinzago, in Piemonte, vicino al Lago Maggiore, guida l'attacco dello Sturm Graz, seconda forza austriaca dietro l'inarrivabile Red Bull Salisburgo (14 punti di vantaggio): 18 partite, tutte da titolare, con 11 reti e 5 assist. Al conteggio vanno sommati altri 3 gol tra coppa e preliminari di Europa League, più 8 gol con il WSG Tirol nella seconda parte della stagione scorsa.
Totale 22, al pari di Coda (attaccante del Lecce) e 5 in meno di Ciro. Da una parte, il fatto che uno sconosciuto sia il secondo bomber azzurro evidenzia la penuria del ruolo, dall'altra offre una speranza in più a Mancini circa l'agognata ricerca di un'alternativa al laziale.
Sperando che il ct lo scelga, Kelvin ha già scelto l'Italia, per la quale è già stato convocato nell'Under 21 da Nicolato: si è fatto largo tra i pluricitati Piccoli (Atalanta), Lucca (Pisa) e Colombo (Spal via Milan) e, pur senza segnare, ha giocato 112' nelle prime due partite di qualificazione agli Europei di categoria.
Ha scelto l'Italia come Nazionale - e resiste, per ora, al pressing del Ghana - dopo averla salutata come patria calcistica: Tony lo convince a lasciare il settore giovanile del Monza per trasferirsi a Londra nel vivaio del West Ham. Lì apprende «un modo di giocare meno tattico» che lo rende un attaccante contemporaneo, alla Osimhen.
Dopo aver «capito come gestire il fisico», torna nelle giovanili del Gozzano, una delle società dilettantistiche più strutturate, prima di guadagnarsi nel luglio 2018 il WSG Tirol, di proprietà della Swarowski: il poker rifilato all'Austria Vienna, sotto gli occhi di zio Tony, convince lo Sturm ad offrirgli un contratto da 500mila euro all'anno.
Il resto è storia recente: il tecnico Christian Ilzer gli offre un posto da titolare, il club gli affida la maglia numero 9, Kelvin diventa il secondo miglior cannoniere d'Austria dietro a Karim Adeyemi, 19enne attaccante tedesco del Salisburgo, erede designato di Haaland. Non siamo a quei livelli ma, di questi tempi, un attaccante italiano che segna è oro colato, dunque è bene che Mancini, tra i desideri più nascosti, chieda al 2022 la consacrazione di Kelvin Yeboah.
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