Dal profilo Twitter di Paolo Ziliani
Avviso ai lettori della Gazzetta dopo l'addio di Zhang: i "disinformati di professione" di cui scriveva la Gazzetta erano alla Gazzetta
Il 23 aprile il direttore della rosea aveva sfottuto gli "economisti per mancanza di prove" che ipotizzavano il cambio di proprietà all'Inter parlando di "caravanserraglio che fa da contorno degradato al calcio italiano": oggi naturalmente apre sull'Inter americana come se niente fosse
Non è ancora passato un mese, era il 23 aprile e il direttore della Gazzetta dello Sport Stefano Barigelli, pancia in dentro e petto in fuori, con sprezzo del pericolo vergava per il giornale rosa un editoriale destinato a entrare nella storia del giornalismo. L’Inter aveva appena vinto l’ennesimo derby e lo scudetto della seconda stella e l’erede di Roghi, Brera, Zanetti, Palumbo e Cannavò mandava alle stampe la sua articolessa intitolata: “Il lavoro di Inzaghi, la forza del club: così è nato il dominio dell’Inter”.
E fin qui niente di strano, è quello che più o meno avevano fatto tutti. Barigelli però aveva altre mire: una su tutte, commiserare e esporre al pubblico ludibrio quei giornali e quei giornalisti che nel corso della stagione avevano sì dato conto della straordinaria performance della squadra di Inzaghi, che in campionato aveva demolito la concorrenza con la stessa schiacciante superiorità esibita l’anno prima dal Napoli di Spalletti,
ma avevano avuto l’ardire di porsi due domande sulla proprietà Zhang e di avanzare dubbi sul fatto che a fronte di una situazione economico-finanziaria drammatica come quella in cui si trovava non l’Inter, ma Suning (cioè la famiglia Zhang), i proprietari cinesi potessero riuscire a conservare il possesso del club dovendo restituire entro il 20 maggio 2024 al fondo Oaktree un debito di 275 milioni lievitato a 395 ed essendo già inseguiti (vanamente) da un numero impressionante di creditori, in Cina e non solo in Cina.
la gazzetta dello sport di lunedi 20 maggio 2024
Scriveva il conducator Barigelli: “E ora? Dopo i nove scudetti di fila della Juve nessuno ha saputo ripetersi: Inter, Milan, Napoli e ancora Inter nei quattro anni successivi. Nessun successo si è trasformato in egemonia. Che possa toccare proprio al club di Zhang a qualcuno potrà sembrare non solo paradossale ma perfino indigesto. Da tempo l'Inter sarebbe dovuta passare di mano secondo disinformati di professione, economisti per mancanza di prove, insomma quel caravanserraglio che fa da contorno, spesso degradato, al calcio italiano. L'Inter di Zhang invece è per successi seconda soltanto a quelle dei Moratti”.
Come sapete, io sono fra quelli che si permisero di scrivere un paio di articoli già ad agosto, e altri nel prosieguo della stagione, in cui manifestavo perplessità sulla possibilità effettiva che la famiglia Zhang, condannata in tutti i tribunali e zavorrata da debiti e bond da centinaia di milioni, riuscisse a saldare il suo debito verso Oaktree; e a maggior ragione quando si era sparsa la voce che per pagare i 395 milioni di debito al fondo californiano Zhang aveva deciso di accendere un altro debito chiedendo a Pimco un prestito di 430 milioni al 15 % d’interesse.
la gazzetta dello sport 21 aprile 2024
Un minimo di perplessità questa disperata mossa di un indebitato che s’indebita ancora di più accettando tassi d’interesse da usura avrebbe dovuto, io credo, suscitarla: ma la Gazzetta no, Barigelli no. Felice come una Pasqua il giornale rosa apriva a tutta pagina con foto di Steven Zhang “alla Lautaro” e annunciava ai suoi sempre più euforici lettori: “L’Inter resta cinese: il gol di Zhang”. E ancora: “Intesa da 400 milioni col fondo Pimco. Il presidente: “Pronti a fare la storia e resteremo ai massimi livelli”.
Ebbene, come siano andate le cose ormai lo sapete tutti. Il prestito da 400 milioni di Pimco si è rivelato una bufala, la famiglia Zhang non è stata in grado di onorare l’ennesimo debito della sua lunga e indecorosa collezione e proprio nel giorno della festa a Castello Sforzesco per il 20° scudetto della storia dell’Inter, gli Zhang escono di scena lasciando la proprietà del club nelle mani del fondo Oaktree che escute così il pegno del prestito mai restituito.
La Gazzetta? Fa un dietrofront a 180 gradi e dopo aver sventolato la bandiera cinese, l’ammaina e sbandiera quella a stelle e strisce come se niente fosse. E i suoi lettori? Domani è un altro giorno, si vedrà.
Ricapitolando, e pensando di fare cosa gradita ai lettori della Gazzetta dello Sport: i “disinformati di professione”, gli “economisti per mancanza di prove” e il “caravanserraglio che fa da contorno degradato al calcio italiano” di cui parlava il direttore della Gazzetta esistevano veramente; solo, lavoravano alla Gazzetta. Come si dice in questi casi: per il resto tutto bene.
P.S. Pace alla buon’anima di Brera e Cannavò