AZZURRO STINTO – ALL’AUSTRALIAN OPEN FOGNINI SI INCHINA A SUPER NADAL, BERRETTINI AI MEDICI CHE A POCHE ORE DALLA SFIDA CON TSITSIPAS GLI HANNO CONSIGLIATO DI LASCIAR PERDERE. IL TENNISTA ROMANO: DEVO RITIRARMI DAL TORNEO, GIOCARE SAREBBE STATO UN GRANDE RISCHIO. UN RISCHIO INUTILE, FRA L’ALTRO, PERCHÉ GIOCARE CONTRO IL NUMERO 6 DEL MONDO SENZA POTER CARICARE DIRITTO E SERVIZIO AVREBBE SIGNIFICATO ESPORSI SOLO AD UNA BRUTTA FIGURA…

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STEFANO SEMERARO per www.lastampa.it

 

fognini nadal fognini nadal

Finisce con un sospiro l’avventura dell’Italia agli Australian Open: Fabio Fognini ha constatato che anche a quasi 35 anni Nadal è rimasto Nadal, un mostro di determinazione capace di rispedirlo a casa in tre set (6-3 6-4 6-2)  e in poco più di due ore. Primo e terzo set senza storia o quasi.

 

Nel secondo invece Fabio era riuscito anche ad andare in vantaggio 4-2, ma Rafa lo ha riagguantato infilando quattro game consecutivi. Matteo Berrettini ha dovuto rassegnarsi al parere dei medici, che a poche ore dall’ingresso in campo contro Stefanos Tsitsipas gli hanno consigliato di lasciar perdere. «Devo ritirarmi dal torneo», ha scritto Matteo. «Ho parlato con i dottori che mi hanno detto che il problema avrebbe potuto peggiorare. Ho quindi deciso di non giocare il match perché sarebbe stato un grande rischio scendere in campo».

 

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Un rischio inutile, fra l’altro, perché giocare contro il numero 6 del mondo senza poter caricare diritto e servizio avrebbe significato esporsi solo ad una brutta figura. Peccato, da questo primo Slam del 2021 ci aspettavamo di più, ma fra qualche prestazione deludente e qualche situazione oggettivamente sfortunata, non è andata come speravamo. Fuori dai singolari, resistiamo in doppio, per la precisione in quello femminile: Martina Trevisan  e Alexandra Krunic sono nei quarti, domani sfidano il duo serbo-croato Jurak-Stojanovic che al turno precedente hanno eliminato Jasmine Paolini, in coppia con Aliona Bolsova.

 

Fra i big, facili vittorie in tre set per l’armata russa: Medvedev su Mackenzie McDonald (6-4 6-2 6-3) e Rublev su Casper Ruud (6-2 7-6 rit.), con ritiro al terzo set del norvegese.

 

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Nel femminile il personaggio di giornata è invece Jessica Pegula, figlia del ricchissimo proprietario dei Buffalo Bills, la squadra di football americano della NFL, una delle 12 squadre della lega che non ha mai vinto il SuperBowl, famosa anche per aver perso quattro finali consecutive fra il 1990 e il 1993. La Pegula,  n.61 Wta, ha eliminato in tre set la numero 5 del mondo Elina Svitolina ( 6-4 3-6 6-3). Magari papà Terry riuscirà ad alzare prima un coppa dello Slam che un Vince Lombardi Trophy.

 

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Jennifer, da vera figlia d’arte (si parla di imprenditoria, non di tennis) si sta già preparando un futuro alternativo: nel 2016 ha aperto un ristorante take away (Healthy Scratch) nel centro commerciale di proprietà dei genitori a Buffalo (dove altro?) e possiede una sua linea di cosmetici per la pelle, Ready 24. Nei quarti, per lei sarà come giocare un play-off - quelli che i Bills di papà hanno fallito dal 2000 al 2016, altro record in negativo - visto che se lo giocherà con la connazionale e omonima Jennifer Brady: che ha eliminato Donna Vekic ( 6-1 7-5) e guarda caso porta il cognome del più grande quarterback della storia (ma non ne è parente).

 

Negli altri due ottavi femminili, successi di Karolina Muchova su Elise Mertens 7-6 7-5 e Ashleigh Barty su Shelby Rogers (6-3 6-4).

 

Stanotte, dalle 2 e 30 italiane (diretta tv su Eurosport)  tocca a Hsieh-Osaka e Dimitrov-Karatsev, a partire dalle 9 Serena Williams contro Simona Halep e Djokovic contro Zverev.

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