Arianna Ravelli per "Corriere della Sera"
Adriano Galliani cercava un allenatore e ha trovato Carlos Bacca. Innamorato per un po' di Unai Emery, tecnico del Siviglia, preso in considerazione sia per il dopo Seedorf che per il dopo Inzaghi, l' amministratore delegato del Milan aveva cominciato a seguire tutte le partite degli spagnoli.
E ad ammirare le prodezze di quell' attaccante velocissimo, dotato di ottima tecnica e con l' interessante caratteristica di puntare la porta e andare al tiro in un amen. Trovando anche il gol: cinquanta le reti nei due anni a Siviglia, ciascuna festeggiata con una preghiera al cielo («Da giovane ho commesso degli errori - è solito spiegare - Dio mi ha mostrato la strada»).
Eppure il colombiano che viene dalla stessa terra di Shakira (Barranquilla), dove lo conoscono come El Peluca per la folta capigliatura che portava da bambino, vincitore della seconda Europa League consecutiva (14 reti in due stagioni), quest' estate non era la prima scelta: il Milan aveva puntato forte sul connazionale Jackson Martinez, che però, con quello che sembrava un clamoroso sgarbo, alla fine aveva scelto l' Atletico Madrid.
E c' è già chi dice che quel giorno alla fine sarà ricordato come un bivio fortunato, perché se il colombiano dice di assomigliare a Ronaldo il Fenomeno (giusto per volare bassi), a Milanello qualcuno sostiene di aver ripensato a Shevchenko quando Bacca puntava la porta di Handanovic. Sogni di fine estate, forse.
Bacca è costato 30 milioni, ma per quello che si è visto potrebbe valerli tutti. Nel miniderby con l' Inter del Trofeo Tim si è presentato: piacere, sarò un protagonista della prossima serie A. Ha fornito un assist, segnato un gol e ha seminato l' impressione di diventare imprendibile in accelerazione. E l' intesa con Luiz Adriano (giocatore meno devastante, ma che sembra essere utilissimo al gioco della squadra rossonera) pare funzionare. «Entrambi sono ancora al 50-60 per cento, possono migliorare tantissimo», è convinto Sinisa Mihajlovic, particolarmente soddisfatto a Reggio Emilia proprio per i miglioramenti che ha visto in attacco.
L' ambientamento a Milanello, favorito dall' amico e connazionale Zapata, sembra sia stato rapido perché Carlos è un tipo estroverso, che dal primo minuto ha preteso che gli si parlasse solo in italiano. È un tipo pratico, anche: da giovane, guardava al calcio con comprensibile diffidenza.
Non era sicuro gli avrebbe dato da vivere, così per un po' ha continuato a lavorare per dare una mano alla famiglia e solo a 22 anni (tardissimo per gli standard di precocità di oggi) ha giocato la sua prima gara da professionista.
Una volta partito, non si è più fermato. Per venire al Milan ha rinunciato a giocare nella Champions che aveva conquistato con il Siviglia a suon di gol. Potenza della storia rossonera, ma anche della voglia di rivincita che ha visto nel club: nell' intervista rilasciata alla «Gazzetta» la parola pronunciata più spesso è stata ambizione. Dà l' idea del tipo. E visto che è tempo di sogni, i milanisti cominciano a pensare a cosa potrebbe succedere se a lanciare Bacca ci fosse un certo Zlatan Ibrahimovic…