Giulia Zonca per "la Stampa" - Estratti
C'è una bottiglia di champagne con su scritto sopra Gareth Southgate persa in qualche frigo. Il tecnico dell'Inghilterra l'ha messa in fresco e non sa quando e se potrà stapparla, ma di certo prima di lui la nazionale era persa in una serie di psicodrammi e ora è alla seconda semifinale consecutiva agli Europei, tre anni fa è arrivata seconda battuta dall'Italia e ai Mondiali del 2018 si è piazzata tra le migliori quattro.
Eppure quest'uomo non piace a nessuno. Sulla sua strada si trova un altro allenatore accolto nello scetticismo totale, Ronald Koeman, secondo la stragrande maggioranza, un ripiego per i Paesi Bassi che tornano a giocarsi un accesso alla finale per la prima volta dal 2004. Dall'altra parte del tabellone stessa storia: Deschamps ha dato lustro e successi ed è considerato un «difensivista», «un italianista», almeno quando potevamo esportare l'arte dell'impenetrabilità.
A De la Fuente, sulla panchina della Spagna, sono toccate etichette peggiori «un burocrate», «uno degli uomini cresciuti nel sistema corrotto della federazione spagnola».
(...)
I più amati sono usciti, Yakin idolo della Svizzera, Ragnick, fedele al coraggioso gegenpressing, Montella agevolatore del talento e pure lui è arrivato in Germania con più di un dubbio addosso. Sono rimasti quattro tecnici che non spostano un applauso eppure hanno evidentemente meriti per la tempra delle squadre che forgiano.
(...)
I quattro ct in semifinale sono apprezzati per i traguardi che raggiungono, non sostenuti per il modo in cui lo fanno.
Loro cercano affetto, ma per quello vincere non è abbastanza. Ci vuole molto di più.
KOEMAN DOPO ESSERSI MESSO LE DITA NEL NASO...ASSAGGIA deschamps de la fuente rubiales de la fuente KOEMAN SI METTE LE DITA NEL NASO