Da I Lunatici Radio2 https://www.raiplayradio.it/programmi/ilunatici/
Billy Costacurta è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format "I Lunatici", condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì notte dalla mezzanotte alle sei.
L'ex difensore del Milan di Sacchi e Capello ha parlato un po' di se: "Il mio rapporto con la notte? Da ragazzo buono, adesso non so cosa sia la notte, la conosco pochissimo, vent'anni fa però le cose erano diverse. Adesso conosco meglio altre parti della giornata. Quando giocavo alcune notti servivano anche per rilassarsi un po' e allentare la tensione, ma la notte per i professionisti, per gli sportivi, deve essere soprattutto riposo. Poi c'è riposo e riposo, io e Maldini, che è stato il mio compagno di merende, andavamo in discoteca, però senza bere e fumare, perché non abbiamo mai bevuto né fumato.
Altri invece hanno esagerato, esageravano con l'alcol e le sigarette e la mattina quando si svegliavano per andare agli allenamenti non erano in perfetta forma. Non chiedetemi nomi. Ne faccio solo uno: Nicola Berti. Faceva delle feste meravigliose, da lui ti lasciavi andare. Anche io e Maldini che eravamo un po' bacchettoni. Mi ricordo una nottata in Francia con Dugarry, che era il re delle notti in costa Azzurra...".
Sulla sua infanzia: "Volevo fare il giocatore di basket, ci giocavo fino a tredici anni. Infatti il soprannome Billy nasce come presa in giro verso di me mentre giocavo a Basket. Secondo alcuni giocavo molto meglio a basket che a calcio. A un certo punto mi presero al Milan, e quell'anno dovetti scegliere uno dei due sport. E' stato un incastro perfetto, avevo 14 anni, arrivava il tesseramento, capitò che con la mia squadra di quel periodo giocai contro il Milan e venni notato. Mi prese uno dei settori giovanili più forti d'Europa, si incastrò tutto meravigliosamente. Era vicino a casa".
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Costacurta ha perso il papà a diciassette anni: "Non fu facile. La prima convocazione per andare ad allenarmi con il Milan mi arrivò l'8 agosto del 1980. E il 2 agosto c'era stata la strage di Bologna. Mia madre fu quasi costretta a permettermi di andare in treno da Gallarate a Milano. Non fu facile per lei, che aveva già perso una figlia. Lei ebbe il coraggio di darmi il permesso di andare in treno a Milano. Poi dopo tre anni persi mio padre. Ancora oggi ringrazio mia madre per il suo coraggio. Il vantaggio di quel periodo è che arrivando a scuola con la borsa del Milan conquistavo le ragazze con una facilità incredibile. La borsa del Milan tirava molto, io attiravo molto".
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Sulla migliore linea difensiva della storia: "Tassotti, Costacurta, Baresi, Madini. Diventammo quello che siamo diventati grazie a Sacchi. Questo pazzo scatenato, e lo dico con affetto, all'inizio non capivamo se era un genio o un pazzo. All'inizio fu difficile accettare la pesantezza dei suoi allenamenti. Poi capimmo. Fu grazie ai suoi allenamenti che ci togliemmo tante gioie. Il rapporto di Sacchi con Van Basten? Non c'era grande sintonia tra i due. L'olandese pensava che il Milan potesse volare anche senza Sacchi. Noi italiani invece pensiamo che senza Sacchi non ci sarebbe stato uno dei Milan più grandi di sempre".
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Sui mondiali del 1994: "E' stato raccontato tutto. Io presi una ammonizione in semifinale in Bulgaria contro Stoickov, il pallone d'oro, che faceva delle simulazioni pazzesche. Persi la finale per colpa di quel cartellino giallo. Vidi l'allenamento prima della partita di Roberto Baggio e mi resi conto che non avremmo potuto vincere perché Baggio non stava praticamente in piedi".
Sul rapporto con Fabio Capello: "Per me è stato più che un allenatore. Era il mio mister quando morì mio padre. Prese in un certo senso il posto di mio padre, io lo ringrazierò sempre. Se sono riuscito a superare certi momenti di difficoltà è merito di Capello. Con tutte le sue rigidità, i suoi commenti, per me Capello è stato un padre. Era un grande motivatore, questa è stata la sua forza".
Il più forte con cui ha giocato: "Ho giocato con quattordici palloni d'oro. Rispondere è difficile. Van Basten è arrivato a 23 anni giocando con una caviglia sola. Ronaldo il fenomeno è stato il più difficile da marcare in tutta la mia carriera".
Sul campionato di quest'anno: "Vedremo cosa si inventerà Andrea Pirlo. La Juventus è appena superiore all'Inter per qualità e profondità della rosa. Solo che l'Inter ha un fenomeno in panchina, mentre Pirlo è al primo anno. E credo che l'esperienza faccia sempre bene. Io credo che Pirlo sia un genio, ha una qualità innata di non perdere mai la lucidità, questo è un vantaggio".
Sul momento generale che stiamo attraversando: "Ho un figlio di sedici anni, l'adolescenza è un periodo difficile, in questo periodo ho conosciuto meglio lui ma anche mia moglie. Viverci vicino così mi ha fatto scoprire alcuni lati di lei, questo sia un vantaggio. La conoscenza ulteriore di due persone che io amo alla follia.
Se io e Martina litighiamo mai? Sì, anche se io e mia moglie litighiamo soltanto per questioni riguardanti nostro figlio. Stiamo insieme da 25 anni, lei è un po' più ansiosa con nostro figlio, lei a 16 anni è diventata miss Italia, è stata più a contatto con certe regole, io ho avuto più libertà. Abbiamo una diversità di vedute per quel che riguarda la crescita di nostro figlio che ci porta ogni tanto a dei contrasti che riguardano però solo nostro figlio, per il resto ci siamo incastrati perfettamente. Lei mi controlla il telefonino, io invece non l'ho mai fatto".
Sul Milan: "Cosa manca? Berlusconi! Lui guardava la lista dei palloni d'oro e li andava a comprare. Sarò sempre riconoscente a Berlusconi, anche se ho criticato il suo ingresso in politica. Ho criticato spesso i suoi alleati di Governo, una volta parlai bene di Veltroni e Berlusconi si infastidì".
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