Carlos Passerini per il Corriere della Sera
Rieccoci, ci siamo, ripartiamo. Archiviata una sosta che ci ha restituito francamente anche po' a sorpresa una radiografia piuttosto sconfortante del nostro principale torneo - a partire dalla deludente campagna inglese della Nazionale fino ad arrivare alle clamorose bocciature di Icardi e Dybala da parte dell' Argentina, in sostanza il meglio che abbiamo e che Sampaoli ha serenamente lasciato a casa - la serie A si rimette in pista, pronta per piazzare l' accelerata decisiva. Tutto in cinquanta giorni, 94 partite che da questo sabato all' ultimo giro datato 20 maggio risolveranno ogni questione, dallo scudetto alla qualificazione Champions, dall' Europa League alla corsa salvezza: tutto aperto, apertissimo, come non succedeva da un pezzo. E come non succede altrove.
Un anno fa di questi tempi, per intenderci, la Juve aveva già 8 punti sulla Roma seconda. Altra storia stavolta, anche se c' è chi sostiene che sia stato proprio questo equilibrio a ingannarci sul valore del torneo. «Una cosa è il livellamento dei valori - l' interessante chiave di lettura di Alessandro Altobelli - un altro è la qualità assoluta.
L' entusiasmo ritrovato che si respira attorno alla nostra serie A è del tutto positivo, ma la strada è lunga, lunghissima. Perché ci sono due aspetti che lo confermano: da una parte il livello della nostra Nazionale che è lì da vedere, dall' altro la nostra sopravvalutazione dei campioni stranieri. Quelli che da noi sono dei fenomeni, in realtà non lo sono, non in maniera assoluta almeno». Immobile, i citati Dybala e Icardi, lo stesso Higuain che dopo il fiasco dell' altra sera a Madrid con la Spagna è tornato nel mirino della feroce critica argentina, ma anche il milanista Suso tagliato dalla Spagna, l' interista Cancelo espulso in Portogallo-Olanda 0-3: protagonisti da noi, deludenti o addirittura snobbati o malvisti dalle proprie Nazionali.
Significativo il caso del romanista Radja Nainggolan, richiamato dal Belgio dopo una lunga assenza per ragioni comportamentali: l' altro giorno gli hanno levato la patente per un mese, una vecchia storia, fatto sta che il c.t. Martinez non l' ha presa bene e lo ha tenuto in panchina per oltre un' ora martedì nel 4-0 all' Arabia. Risultato: la Russia è per lui ancora un' ipotesi.
Sulla questione azzurra c' è poco da aggiungere oltre a quello che s' è visto, giusto un dato che però qualcosa spiega: nei giorni scorsi il sito specializzato Transfermarkt ha diffuso i dati relativi all' utilizzo degli Under 23 locali nelle principali leghe europee e dallo studio emerge che, Premier a parte dove è tutto diverso, noi siamo in coda. L' ha detto anche Di Biagio: «A questi ragazzi manca esperienza». Inutile sorprendersi più di tanto, vero, però è una prova provata del fatto che malgrado le scontate dichiarazioni d' intenti successive al mondialicidio novembrino tutto è immutato. Cambiare tutto per cambiare nulla: già sentita.
In attesa di un risorgimento per il quale evidentemente non può bastare la nomina di questo o quel c.t., non resta che tornare a mettere la testa sul campionato e su ciò che di esso sarà: cinquanta giorni da brividi. Di certo ci attende una ripartenza a effetto con Juventus-Milan di sabato in prime time allo Stadium, con la squadra di Allegri che deve ritrovare certezze dopo il pallido pareggio di Ferrara che ha consentito al Napoli, atteso all' ora dell' happy hour in casa del Sassuolo, di rifarsi sotto.
Quello dei bianconeri è stato un esodo, ben 14 i bianconeri impegnati con le Nazionali, praticamente tutti i big tranne Dybala, eppure una buona nuova Allegri l' ha ricevuta proprio dall' estero, da uno dei pochi «italiani» tornati a casa col sorriso, il brasiliano Douglas Costa. Dopo il successo sulla Germania il c.t. Tite ha detto che «è fondamentale».
Vincere aiuta, infatti un altro che torna col morale alle stelle è il connazionale Miranda: Spalletti sorride, sabato l' Inter ha il Verona e poi mercoledì c' è il derby, vietato fallire o la Champions scappa via.
Il napoletano Zielinski ha segnato con la Polonia, il portiere romanista Alisson s' è preso la fascia da capitano del Brasile. Insomma, male ma non malissimo. Rieccoci, ci siamo, ripartiamo. Con i nostri guai e il nostro equilibrio, comunque benedetto, su.