IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA CARLO BONOMI
I grandi giornali sono schierati con Carlo Bonomi il numero uno di Confindustria che Inter e Milan vorrebbero alla guida della Lega Serie A. il Corsera scrive di una telefonata poco amichevole di Lotito (che non lo vuole, così come non lo vuole De Laurentiis) a Bonomi.
Ieri si è diffusa la voce non confermata di una telefonata poco amichevole del presidente Lotito al numero uno di Confindustria per dissuaderlo dal puntare alla Lega. Del resto Lotito spinge proprie pedine di riferimento, da Lorenzo Casini a Salvatore Nastasi.
Secondo il Corsera – che sostiene Bonomi – Il nome di Bonomi resta sul tavolo, le schede bianche sono anche tattiche: si vuole dare più tempo alle proprietà straniere di valutare meglio una candidatura così autorevole. Altre eventuali candidature dovranno essere inviate a Luca Percassi che si farà collettore delle proposte. L’obiettivo della Lega è celebrare la prossima riunione, con il quorum ridotto alla maggioranza semplice, entro fine mese.
DE LAURENTIIS
È di Aurelio De Laurentiis l’unico voto di ieri in Lega Serie A per Carlo Bonomi il presidente di Confindustria (un voto e 19 schede bianche). Lo ha votato non perché è il suo candidato ma per bruciarlo. Lo scrivono Repubblica, Gazzetta, Corsera. Ricordiamo che Dagospia ha paragonato Bonomi alla Casellati e ne ha chiesto le dimissioni da numero uno degli industriali.
Quando Aurelio De Laurentiis, prima di votare, è passato al banchetto delle penne prelevandone una, gli altri club hanno capito che il nome di Carlo Bonomi sarebbe stato esposto a una pubblica gogna. Nessun altro aveva preso la biro: l’accordo infatti era di votare scheda bianca per evitare di esporre il capo degli industriali, visto che alle elezioni per la presidenza era arrivato senza i 14 voti necessari.
Ma il patron del Napoli, che con Lotito guida l’opposizione, ha comunque votato quel nome: un modo per provare a “bruciarlo”.
Repubblica ricorda che Bonomi è il candidato di Scaroni e di Marotta. Che – sempre secondo Repubblica – su di lui s’era consolidato un fronte di maggioranza, con Atalanta, Roma, Torino, Bologna, Sassuolo, Cagliari, più qualche altro club che voleva prima di tutto capire che numeri avesse, nonostante fosse in vacanza all’estero. A quel punto hanno capito che dei 14 voti necessari ne aveva solo 12, forse 13.
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