Ivan Zazzaroni per il Corriere dello Sport
Al cantiere Motta proseguono i lavori per la costruzione di una squadra credibile e di vertice. Al momento non si notano differenze sostanziali tra il vecchio e il nuovo corso della Juve: serve tempo. Singolare è però la fedeltà ai pari: nell’anno in corso sono già 16 su 30, soltanto nel 1956 la Juve ne collezionò uno in più e io dovevo ancora nascere.
Sei delle sedici ics appartengono a Thiago che ha cinque punti in meno rispetto ad Allegri, pur esibendo la seconda miglior difesa del campionato e il quinto attacco.
Dice: ma perché parli sempre di Allegri? Risposta: i confronti con chi li dovrei fare? Con Carcano?
Visto che non amo richiamarmi solo ai numeri, procedo con l’analisi della sfida col Parma. Nella prima parte ho visto la Juve di Max (aridaje) senza Szczesny, l’infortunato Bremer, Rabiot e Chiesa, sostituiti da Di Gregorio, Cabal, Thuram e Conceiçao, l’acquisto migliore, l’Harry Potter degli strappi: in campo c’erano Cambiaso, Gatti, Danilo, Locatelli, Weah, McKennie e Vlahovic. Dunque una squadra oggettivamente più povera di qualità e esperienza, per cui la superiore corsa, l’aggressività e il meritatissimo vantaggio del Parma non mi hanno sorpreso.
Non c’era nemmeno il mercato, mancava una grossa fetta dei 166 milioni spesi in estate, per la verità: ovvero Nico, Koop, rientrato al settantesimo, Douglas Luiz e Kalulu (che non ho mai considerato difensore di prima fascia), assenze comunque condizionanti.
Dopo l’intervallo Motta ha trovato subito il pareggio e in seguito inserito Yildiz e Koopmeiners. Il Parma si è pian piano sgonfiato, la Juve è cresciuta soprattutto sugli esterni. L’uscita di Bonny ha rasserenato i centrali della Juve - e pensare che l’attaccante francese, portato a Torino dal duo Cherubini-Tognozzi nel 2021per la Next Gen, fu scartato alle visite mediche. Va sottolineato che nel finale tanto la Juve quanto il Parma, e per ben due volte, hanno avuto la possibilità di trovare il terzo gol.
A fine ottobre la Juve è a sette punti dal primo posto ed è stata scavalcata dall’Atalanta.Restano invece quattro i punti tra Napoli e Inter: Inzaghi è uscito bene da una partita semplificata dall’espulsione di Goglichidze dopo appena mezz’ora. Non c’è stata sofferenza, stavolta, ma nemmeno brillantezza. Solo superiorità. Frattesi ha costruito il risultato con una doppietta e devo dire che sulla partita del Castellani c’è poco altro da aggiungere. Se non che Lautaro ha ritrovato il gol, il suo 134esimo: il fatto che l’abbia festeggiato come se fosse quello decisivo nella finale del Mondiale è significativo del momento dell’argentino, che era e resta il miglior attaccante del torneo.
MOTTA SCENDA DAL PALCO
Estratto dell’articolo di Tony Damascelli per ilgiornale.it
(…) Il Parma ha offerto una prova chiara, ha bruciato almeno tre palle gol contro una difesa ormai trasparente dopo il ko che ha messo fuori Bremer per tutta la stagione. La Juventus denuncia una preparazione atletica preoccupante, è lenta e faticosa, si accende come a sembrare uno squadrone e poi sbanda ubriaca come una squadretta di categoria.
Gli alibi degli assenti valgono minuti due, sono i presenti a denunciare limiti evidenti, di schemi, di personalità, la Juventus non ha leader, vive di speranze, si affida ad episodi di gioco, Vlahovic è una palla al piede, sbaglia la qualunque, Danilo è patetico, il resto farfuglia football.
Ho dedicato tutto questo spazio alla formazione bianconera perché il suo allenatore vive di rendita ma deve venire giù dal palcoscenico sul quale sale ad ogni conferenza stampa, quasi ritenendosi arguto oratore arrivato a Torino per insegnare calcio agli stolti
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